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Il volo del grifo – Angelarosa Weiler

Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi di un libro uscito di recente e letto per caso. Parto subito con uno slancio di onestà: i libri di autori sconosciuti li evito nel 98% dei casi. Il motivo è che senza feedback (recensioni, suggerimenti, ect) faccio fatica a trovare la motivazione giusta per acquistare un nuovo libro se ne ho da parte una fila infinita da leggere. E poi ammettiamolo, in Italia ci sono troppi aspiranti scrittori e quello che viene pubblicato spesso non merita reale attenzione. Questa premessa era doverosa per farvi capire che tutti i libri di autori emergenti che trovate trasformati in articoli su questo blog sono stati selezionati da noi con la massima cura. Siamo delle vere e proprie scassacavoli.

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!WARNING!

Detto questo, il nostro ruolo da bookblogger naturalmente ci porta a osare e quando siamo di luna buona, guardiamo le nuove uscite anche di case editrici minori e ci buttiamo nella speranza di trovare il capolavoro nascosto. Io, per la seconda volta di fila in questo mese, ho avuto la fortuna di imbattermi in un libro bello. Ma bello davvero.

9788871124360“Il volo del grifo” di Angelarosa Weiler è un romanzo particolare, il cui fascino si cela anche dietro il nome dell’autrice che è poi lo stesso della protagonista del libro. Si tratta di una biografia? È vero quello che viene raccontato? Ambientato in Italia e scritto in prima persona, non ci vorrà molto per apprezzare la protagonista e provare empatia verso di lei. Empatia che ti porterà a divorare il romanzo perché speri possa presentarsi per lei la svolta della vita, quella che rimette a posto i pezzi di una situazione assurda. Ma invece che migliorare, le cose si complicano. Lei, Angelerosa, non è una persona forte, non è la Wonder Woman che siamo abituati a trovare nei racconti. Entra, con la sua storia, in punta di piedi, presentando al lettore tutti i suoi difetti. Una donna che ama un uomo perché è lui a imporle, quasi, questa relazione. Non abbastanza forte da scegliere quello che vorrebbe. In balia del destino, diventa quello che altri le dicono di diventare. Poi questa fragile protagonista si ritrova ad avere improvvisamente in mano il timone. Dovrà essere lei a prendere le decisioni più difficili quando il marito, dopo un ictus, si ritrova non più in grado di muoversi e comunicare. La disabilità del marito devasterà i già precari equilibri che tengono insieme Angelarosa. Si troverà a dover scegliere per lui se lasciarlo andare, interrompendo la terapia, o se continuare e sperare in una qualità di vita dignitosa pur vivendo come “un vegetale”. Perché sarà questo il futuro che i medici prospettano per loro. E la scelta sembra quasi scontata per un personaggio che, al lettore, fino a quel momento, si è presentato debole e senza la forza per prendere decisioni nella vita, figuriamoci fare una scelta così difficile.

Invece la tragedia servirà ad Angelarosa per scoprire quanta forza sia presente in lei. Il destino, incontri fortuiti e fortunati, saranno il vento a favore della donna per guidare quella nave che, inizialmente, sembrava destinata ad andare alla deriva. Ho adorato davvero tutto di questo libro. Dallo stile con cui è scritto a ciò che raccontava. Non è stato difficile provare rabbia di fronte alle difficoltà (tante, tantissime) che complicavano e rovesciavano la vita della protagonista. Tante volte mi sono dovuta fermare e prendere una pausa perché, il fatto di non sapere se fosse o meno finzione quello che stavo leggendo, non mi aiutava a calmare la rabbia con la solita frase “Tanto è tutta inventato”. Insomma, io Tullio e Tarquinio vorrei tanto prenderli a mazzate. Chi sono, dite? Ehhh cari amici lettori, solo Angelarosa è brava a raccontarvi di loro mantenendo la calma.

Spero di avervi incuriosito abbastanza da dare una possibilità a questo romanzo. Mi raccomando, passate a dirmi cosa ne pensate dopo la lettura ❤

Avevo imparato a volermi bene. Questo non sarebbe mai accaduto se avessi continuato a vivere nell’ombra di altre persone. Pensai a Greif intensamente, mentre contemplavo il lago dorato e, in modo inesplicabile, lo sentii vicino. Chiusi gli occhi, sopraggiunse una sensazione meravigliosa: quell’abbraccio paterno che avevo tanto cercato volando nei cieli mi parve di avvertirlo lì, in quella pausa di intimo raccoglimento.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Lettere Animate
Pagine: 172
Prezzo: 10.00 euro
Voto: 8/10

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Mamme coraggiose per figli ribelli – Giada Sundas

8615938Buongiorno lettori,
oggi vi parlo del libro di un’autrice famosissima tra le mamme (e le zie, e le cugine e tutte le donne che seguono la sua pagina per farsi due risate con i suoi post): Giada Sundas e il suo “Mamme coraggiose per figli ribelli”. Devo essere sincera con voi, avendo amato molto il suo primo libro ero un pochino scettica per questa nuova uscita. Temevo, infatti, che Giada avesse già detto tutto quello che c’era da dire sul tema figli e l’essere genitore. Che le battute fossero finite e che gli argomenti potessero risultare ripetitivi a chi aveva già letto “Le mamme ribelli non hanno paura”.

Con mia grande sorpresa…mi sbagliavo! Intanto, quella presentata, è l’esperienza di Giada nell’essere madre di una bambina (Mya) ormai cresciuta e quindi se, come me, avete acquistato il primo libro con una neonata a tenervi sveglie la notte, potete godere di questo e prepararvi a quello che vi toccherà affrontare con l’arrivo dei “terrible two” e via dicendo. Mya cresce e mamma Giada e papà Moreno la seguono. Continuo a dire che questo è, secondo me, un libro godibilissimo anche per chi non ha figli. Le battute di Giada colpiscono sempre, il suo modo di scrivere ti fa venire voglia di conoscerla e fartela amica (ma non di essere invitata a cena da lei! Se lo fa non cadete nella trappola e suggerite di ordinare una pizza, mi raccomando).

In questo testo, come dicevo, leggiamo le (dis)avventure di una mamma alle prese con una duenne che parla, fa i capricci, dice cose bellissime che solo i bambini possono pensare e facciamo un po’ di autoanalisi per capire che no, una mamma non deve per forza essere una super eroina perfetta. Sbagliare è concesso, non dobbiamo farne una tragedia e…non siamo le uniche a farlo. Troviamo, come sempre, diversi post già scritti da Giada sia nella sua pagina facebook che sulla rivista de “Il Libraio”, per chi ha la memoria corta come me sarà bello rispolverare alcune perle tipo:

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Personalmente, ho fatto un mucchio di foto alle citazioni di Giada mandandole in giro tra amiche e nonne (sì, PERFINO alla suocera ho inviato uno screenshot che la riguardava)

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Insomma, se questo libro ti fa venire voglia di scrivere pure a tua suocera per ridere con lei (e non di lei!) allora vuol dire che Giada ha fatto davvero un ottimo lavoro anche con questo secondo volume.

Unica nota negativa? Il termine “ribelle”, proprio non lo posso leggere più associato a figli e genitori dopo la furba (per me) mossa di marketing delle più note favole della buonanotte.

SCHEDA LIBRO: 

Editore: Garzanti
Pagine: 200
Prezzo: 17.60 euro

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La vita fino a te – Matteo Bussola

9788806236359_0_0_0_75“La vita fino a te” di Matteo Bussola è un libro sull’amore, anzi: sugli amori. Quelli vissuti, quelli sperati, quelli esasperati e quelli durati giusto il tempo di un bacio “che sapeva di vigorsol e di birra” una sera d’estate in Spagna, fino ad arrivare “all’amore che resta”, quello per la sua compagna Paola e per le tre figlie: “la luce dei suoi giorni”.

Chi segue Matteo su facebook ormai ha imparato a conoscere bene il suo stile di scrittura, sapendo che dietro un sorriso e una risata potrebbe nascondersi la trappola di un finale che strappa via una lacrima o un brivido di commozione. Unico nel suo genere, Bussola è la cosa più bella che ci abbia regalato un social network: nasce disegnatore, per una lettera scritta a Fedez diventa un fenomeno virale e poi fenomeno e basta. E’ la parte bella del web, è ciò di cui noi lettori avevamo bisogno per tornare a respirare dolcezza con qualcosa – made in Italy -. Questo suo ultimo libro racconta, con la sua solita spontaneità, stralci di vita, episodi accaduti e pezzi di dialoghi in cui i dettagli fanno la differenza anzi, sono la componente fondamentale: leggi e ti sembra che quelle stesse persone ti stiano comparendo davanti, quasi le vedi, quasi riesci a toccarle. Ti immedesimi nelle situazioni che vive, talvolta comiche altre volte un po’ meno e ti fornisce gli spunti necessari per riflettere su cose sopra cui spesso non ti soffermi.

Bussola ha una grande capacità: monopolizza il lettore, lo coinvolge senza però stancarlo. Riesce a farti piangere e ridere contemporaneamente. Chiami la tua amica per dirle, tra le lacrime e le risate “No, davvero, questo libro DEVI leggerlo per forza” e stai già lì a piazzarle il romanzo dentro il carrello di Amazon.

 Il senso di questo libro è racchiuso tutto nel finale, lo capisci soltanto nelle ultime pagine dopo un percorso fatto di brevi ma significativi paragrafi, e riesce a sorprenderti ancora una volta, anche quando ormai sei pronto a deporlo in libreria e invece lo riapri e ricominci da capo.

“Sono rimasto sentendo che l’amore che resta può fondarsi anche su quello che non torna, ma solo se permetti all’amore che non torna di essere la strada che ti porta verso l’amore che resta.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Einaudi
Pagine: 202
Prezzo:
17,00€

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Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano

20180516_112618Buongiorno lettori, oggi vi parlo della graphic novel “Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano” che mi ha fatto compagnia durante il mio viaggio di ritorno da Torino. Prima di salire sull’aereo la scena è stata più o meno questa:

“Uh che bella Babi, quando la leggerai?”
“Mhm ora vediamo”
*Un’ora e venti minuti dopo…*
“Ragazzeeee io l’ho già finita *-* “

Intanto voglio iniziare dicendo che la cosa che più ho AMATO di questa lettura è stata…la musica. No, non sono pazza (o almeno, non lo sono più del solito). All’interno delle tre storie che compongono “Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano” è tutto un suonare di jingle pubblicitari e canzoni che negli anni 90 ci hanno fatto perdere la testa. Una trovata davvero geniale che aiuta il lettore a immergersi completamente nell’epoca in cui è ambientato il libro. Voi non avete idea di quanto sia stato difficile non canticchiare durante la lettura con il rischio di far scappare i miei vicini di posto. Stare lì, leggere e concedersi qualche secondo di “Com’è che faceva?” per poi ritrovare il ritmo giusto e farsi una risata ripensando a ciò che facevamo quando in radio girava quel pezzo musicale.

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Altra cosa fantastica sono stati i tantissimi riferimenti a quei magici anni (sono una nostalgica, sì). La smemo, il walkman, le videocassette, i poster con Leonardo di Caprio in regalo con Cioè, Spice Girls su mtv ect. Sfido chiunque sia cresciuto in quel periodo a non emozionarsi di fronte alle “chicche” che le due autrici hanno inserito tra le pagine di questa graphic novel:

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“Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano” è diviso in tre storie. La prima è quella di Giulia, occhialuta ragazzina timida che brama dalla voglia di diventare amica della popolare Federica. Assisteremo al suo salto “sociale”, a ciò a cui in quell’età sei disposto a fare pur di piacere a chi, senza un vero motivo, idolatri. Il finale vi farà sorridere, assicurato!

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Anna

La protagonista del secondo racconto invece è Anna. Conosciamo lei, i suoi amici skater e il tornando che presto stravolgerà la sua vita: Marilena. Quest’ultima è la classica ragazza difficile, quella che non viene mai a scuola, che senti litigare in macchina con il padre a cui si rivolge neanche fosse l’amico stronzo. Con lei farà le sue prime follie e con lei scoprirà se stessa per poi…Ehy, mica vorrete lo spoiler no?

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Clarice

Clarice è l’ultima a chiudere questo ciclo di racconti ed è anche la più cazzuta. L’ho A D O R A T A. Però ragazze, carissime autrici, voi mi avete fatto soffrire da morire quando ha preso in mano quelle dannate forbici. Cioè mi sono sentita male io per lei e ho dovuto spiegare ai miei capelli lunghi che quelle brutte cose non succedono davvero. Scherzi a parte, Clarice è diversa dalle due ragazzine che l’hanno preceduta. Clarice non è una bambina che urla, non cerca di piacere, non vuole essere la prima se non quando è sulla pista a gareggiare. È determinate come poche e rimarrà coerente fino alla fine ponendo la ciliegina sulla torta a questa godibilissima graphic novel.

Che altro dire? Abbiamo tantissime domande da fare alle due autrici. Che dite, proviamo a intervistarle??

SCHEDA LIBRO

AUTORI:  di Eleonora Antonioni e Francesca Ruggiero
EDITORE: Eris Edizioni
PAGINE: 176
PREZZO: 17.50 euro

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Il sole a mezzanotte – Trish Cook

L’intro di questa recensione è stato cancellato e scritto più volte perché, davvero, non so come introdurre il libro di cui vi parlerò. Per cui ho deciso che l’intro giusto è questo qui: ciao, sono Daniela e sono una recidiva dei libri tristissimi e bellissimi.

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Bene, detto questo, urge un’altra precisazione: stavolta, prima di leggere il libro, sono andata al cinema a vedere il film. Per cui in questa recensione vi parlerò anche della pellicola che era nelle sale cinematografiche in questi giorni.

Ma, per il momento, torniamo al libro. Il sole a mezzanotte è la storie di Katie Price, ragazza diciottenne affetta da una rara malattia degenerativa: lo xeroderma pigmentoso comunemente detta XP. A causa di questa malattia Katie non può esporsi ai raggi solari e può uscire solo di sera. Per cui non frequenta la scuola pubblica ma studia da casa con l’aiuto del padre.

Nonostante questo ha una migliore amica, Morgan, ed anche un amore: Charlie Reed, il ragazzo che vede passare davanti alla sua finestra (oscurata) tutti i giorni ormai da undici anni.

La sera del diploma Katie chiederà al padre di poter andare a suonare nella stazione della loro cittadina e qui incontrerà, per la prima volta faccia a faccia, proprio Charlie. Tra momenti di imbarazzo e un piccolo aiuto da parte di Morgan, tra Katie e Charlie nascerà un sentimento che, per la prima volta, la farà sentire “una ragazza e non una malattia”.

Così, nascondendo un segreto enorme come quello della malattia, Katie intreccia una relazione con Charlie che la porterà finalmente a godere delle piccole cose che ogni ragazza della sua età merita e sogna. Ma basterà l’amore a far sparire tutto il resto?

Il libro, scritto da Trish Cook, è ispirato al film quindi siamo di fronte ad uno di quei rari casi in cui non vi sono differenze sostanziali. La narrazione è scorrevole ed anche lo stile è molto semplice. Qualcuno lo definirebbe un semplice libro per ragazzine ma non io. Perché anche in queste storie che sembrano banali, stereotipate e fatte con lo stampino c’è sempre qualcosa da imparare e di cui fare tesoro.

 

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La scena del primo appuntamento tra Katie e Charlie quando, insieme a Morgan, vanno ad una festa di diploma.

 

Il film, un remake di una pellicola giapponese del 2006, è stato diretto da Scott Speer ed è interpretato da Bella Thorne (qualcuno la potrebbe ricordare per i suoi lavori nella “famiglia” Disney) e da Patrick Schwarzenegger (figlio del più famoso Arnold). Le riprese sono state effettuate a partire dal 2015 tra Vancouver e Seattle.

Assolutamente perfetta l’interpretazione di Bella Thorne: è riuscita ad esprimere appieno tutta la vitalità e la voglia di combattere e farcela che contraddistingue una ragazza di diciotto anni. Anche l’interpretazione del giovane Schwarzenegger non lascia indifferenti. Vi svelo un piccolo segreto: al termine del film non c’era una persona in sala che non avesse gli occhi lucidi per la commozione!

Per alcuni versi la storia potrebbe ricordare molto quella più famosa de I passi dell’amore di Nicholas Sparks ma vi assicuro che, nonostante questo, sia il libro che il film meritano una chance. In fin dei conti ogni tanto fa bene versare qualche lacrima sulle pagine del libro che si sta leggendo!

Quindi, cosa aspettate? Correte al cinema ed in libreria e godetevi questa splendida storia d’amore e cogliete l’insegnamento che solo queste storie possono dare.

 

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Una delle scene finali del film, forse la più toccante.

 


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Fabbri Editori
Pagine: 205
Prezzo: 18.00€

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Festa del papà: quali libri regalare?

A volte penso che mio padre sia una fisarmonica. Quando lui mi guarda e sorride e respira, sento le note.
(Markus Zusak)

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Quest’anno abbiamo deciso di lanciare il nostro “booksegnale” e chiedere aiuto agli amici della libreria Libriamoci per farci dare qualche consiglio su dei libri da regalare ai papà in previsione della loro festa il 19 marzo. Stefania e Christian si sono dimostrati come sempre di grande aiuto ed ecco alcuni dei titoli che ci hanno segnalato. Sono tutti libri illustrati pieni di colori ed emozioni, sicuramente adatti a papà che hanno bambini con cui poter condividere la lettura,  accoccolati sul divano,  sfogliando insieme queste perle fatte di immagini e parole ❤

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Gaetano e Zolletta – Un posto perfetto
Di Silvia Vecchini e Sualzo
Bao publishing

Gaetano, un papà intraprendente e dalle mille risorse, è disposto a tutto pur di trovare un posto unico e speciale da condividere con il suo piccolo Zolletta. Lo condurrà perfino sulla Luna, prima di scoprire che in fondo, per suo figlio, il posto perfetto non è poi così lontano da raggiungere, anzi è lì, proprio tra le sue braccia. Un fumetto dolce e divertente che con grande naturalezza racconta l’avventura di un papà e del suo bambino alla ricerca di un’esperienza speciale che li unisca ancora di più.

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Di Anthony Browne
Orecchio Acerbo

Non è sempre tutto rose e fiori il rapporto tra padri e figli. In questo meraviglioso albo dell’artista Anthony Browne, Anna ha un papà troppo occupato per badare a lei e questo la getta in uno stato di profonda solitudine. L’unica compagnia sono i gorilla, quelli dei suoi libri, dei suoi disegni. È talmente ossessionata che per il suo compleanno ha chiesto un gorilla vero, ma tutto quello che trova nel cuore della notte ai piedi del suo letto è un gorilla giocattolo. Dopo la delusione iniziale, il gorilla inizia a crescere fino a diventare vero. Così vero (e gentile) che l’accompagnerà a vivere tutte quelle piccole esperienze che avrebbe tanto voluto vivere con suo padre. Al termine di questa notte meravigliosa, Anna troverà ad aspettarla un papà affettuoso e bendisposto. Gorilla è un libro che abbatte i muri della realtà per dare voce all’immaginazione e all’inconscio di una bambina dai desideri inappagati, un libro incantevole in cui i bambini (e forse anche i genitori) si immedesimeranno con grande facilità.

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Chiedimi cosa mi piace
Di Bernard Waber e Suzy Lee
Terre di mezzo

Potrebbe essere una giornata come tante quella raccontata in “Chiedimi cosa mi piace”, in cui un papà e una bambina vanno fare una passeggiata nel parco, ma basta poco perché si trasformi nella giornata ideale. La narrazione è basata interamente su un gioco, un rapido susseguirsi di domande e risposte in cui il papà chiede (dietro comando) e la bambina risponde. Questo dialogo serrato lascia emergere l’energia e la spensierata felicità della bambina che piano piano contagerà il papà. Vengono fuori i gusti, le riflessioni spontanee e la grande intimità tra i due. A incorniciare il tutto i colori caldi e vibranti dell’autunno, le foglie che cadono e le anatre che emigrano.

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Olga di carta – Jum fatto di buio – Elisabetta Gnone

«Ma è un libro per bambini?»
«Nono»
«Allora è un libro per adulti?»
«Diciamo che è un libro che si plasma perfettamente addosso a chi lo legge. E’ come i Lego, è adatto a tutti dai 5 ai 99 anni.»

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Olga è una bambina che racconta storie. Non frottole, eh. Storie vere, di cose che sono successe veramente. In paese lo sanno tutti e per questo, quando la vedono fermarsi a chiacchierare con qualcuno tendono le orecchie e ascoltano per controllare che non stia iniziando una nuova storia. In questo caso, state certi cari lettori, intorno alla bambina inizierà a formarsi un capannello di curiosi e tutti, in religioso silenzio, si metteranno a sentire ciò che la piccola ha da dire.

In questo libro viene evidenziato, in maniera delicata e magica, quanto le parole abbiano il potere di aggiustare ciò che si rompe, sia esso visibile in superficie o confinato nel nostro subconscio. Jum, il protagonista assoluto dei racconti di Olga in questo nuovo libro di Elisabetta Gnone, è la meravigliosa metafora scelta dalla bambina per giustificare quella potente e inconsolabile sensazione di vuoto che ci assale quando abbiamo perso qualcosa. Che sia una persona o l’ispirazione, avvertiamo un famigliare buco al centro dello stomaco e ci ritroviamo tristi e sconsolati a versare lacrime che sembrano destinate a non esaurirsi mai. Jum fatto di buio è di quelle lacrime che si nutre ed è grazie a quelle lacrime che cresce.

Olga, racconto dopo racconto, proverà ad aggiustare il cuore degli abitanti di Balicò ma così come le parole hanno il potere di ricostruire la speranza, hanno anche un rischioso rovescio della medaglia: ascoltate da persone facilmente suggestionabili, possono trasformarsi in qualcosa di pericoloso. Ed è così che lì dove si cerca di riportare speranza, capita la tragedia. Non vi nego che ho letto le ultime pagine con il fiato sospeso e un sacco di tristezza.

Questo libro dev’essere letto da tutti perchè ha il potere di far stare bene chi lo legge. Qualità rara oggigiorno nel panorama letterario italiano e non.

«Ho un po’ di mal di testa. Hai un oki?»
«No, però ho il libro di Elisabetta Gnone, vedrai se ti passa se lo leggi»

Scheda del libro

Editore: Salani
Pagine: 215
Prezzo: 14.90 euro

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Intervista a Giada Sundas

Buongiorno lettori,
oggi vi proponiamo l’intervista fatta a Giada Sundas, una mamma super, autrice di un libro divertentissimo di cui potrete trovare qui la recensione -> Recensione di “Le mamme ribelli non hanno paura” 
Buona lettura ❤
00000000000000216803-280x280Sappiamo tutti che gestire il proprio tempo con un bambino piccolo è complicato. Per citare il tuo libro: spesso tocca fingere una dissenteria per rimanere un po’ da soli e avere dieci minuti di pace. E’ stato difficile per te trovare lo spazio per scrivere questo libro? Come ti sei organizzata? Dobbiamo ringraziare Moreno? 
 
Non è stato facile, ho dovuto incastrare tutti i tasselli come si fa con il Tetris. Considerando anche che l’ho scritto in appena due mesi, la maggior parte della stesura è avvenuta di notte. È stato un periodo durissimo e stressante per me.
 
“I giorni di una mamma” è stato, probabilmente, il tuo post più condiviso. Ti aspettavi che diventasse virale?
 
Assolutamente no. Tra l’altro ricordo bene com’è nato: nel letto, prima di addormentarmi, mi venne in mente e lo scrissi con il cellulare. Siccome era molto tardi, il mattino dopo l’avevo dimenticato. L’ho ritrovato tra le note dopo settimane e pubblicato senza nemmeno rileggerlo. Quando ho riaperto Facebook, dopo qualche ora, per poco non mi è venuto un colpo.
 
Nel libro troviamo anche altri tuoi post famosi. E’ stato difficile inserirli all’interno del libro trovandogli un posto nell’arco narrativo?
 
Non troppo, il libro segue una linea temporale ed è bastato inserirli seguendo l’ordine degli avvenimenti.
 
Qual è il capitolo a cui sei più affezionata?
 
Quello del post parto. Contiene tutti i miei peggiori e migliori sentimenti. È un uragano di sensazioni. Quando lo rileggo mi sembra di tornare indietro nel tempo.
 
Parliamo di Matteo Bussola. Chi ti segue (o chi segue Bussola) conosce il vostro rapporto. Lui è stato tra i primi a pubblicizzare, con orgoglio, l’uscita del tuo libro. Ci vuoi raccontare come vi siete conosciuti? Possiamo definirlo un “papà ribelle”?
 
Matteo, per me, è stato il segnale che la vita mi ha voluto mandare per spingermi a fare grandi progetti. Ci siamo conosciuti ad una sua presentazione e lui, un giorno, davanti a decine di persone ha detto “ricordatevi di qesta ragazza, sarà la promessa dell’anno”. In tutto questo Matteo ha una buona parte di merito, lo ringrazio ogni giorno per l’aiuto che mi ha dato. E sì, è un papà super ribelle.
 
“Ma un altro quando lo fai??” è la domanda che tutte le mamme, con un solo figlio, si sentono porre ogni giorno. Noi ti rigiriamo la domanda ma riferendoci naturalmente al tuo prossimo libro. Alla fine di “Le mamme ribelli non hanno paura” hai inserito un piccolo spoiler su un progetto a cui stai lavorando. Ci puoi anticipare qualcosa?
 
Ho in mente un romanzo storico, come già anticipato, che non nascerà a breve. Ora sto lavorando ad altri progetti per il 2018. Non vi spoilero nulla per adesso.
 
Noi di Leggendo a Bari siamo, prima di tutto, un gruppo di lettura dal vivo. A tutti gli autori poniamo la stessa domanda: cosa ne pensi dei gruppi di lettura? Ne hai mai fatto parte? Da autrice li ritieni una risorsa importante?
Mi piace il concetto di “gruppo di discussione”, ovvero leggere un libro e discuterne insieme ad altri.
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Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – Mark Haddon

cover.jpgSono sempre stata attratta da questo libro,ogni volta che mi capitava di vederlo sugli scaffali delle librerie. La trama mi incuriosiva parecchio ed effettivamente quella di cui vi parlo oggi si è rivelata essere una lettura piacevolissima! Sto parlando di Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Huddon.

Si tratta di un romanzo scritto in prima persona dal protagonista, Christopher Boone, un ragazzo inglese di 15 anni affetto dalla sindrome di Asperger. La vita di Christopher è fortemente influenzata dalla sua patologia che lo porta ad avere rapporti sociali difficoltosi, anche con i membri della sua famiglia. Non ama essere toccato, non è in grado di riconoscere le emozioni e le espressioni del viso delle persone, non ama trovarsi in posti con troppa gente, si rifiuta di mangiare se due cibi diversi sono entrati in contatto e ha sempre bisogno di sapere che ore sono. Al di là di queste problematiche, Christopher è un ragazzo brillante, bravissimo in matematica, fisica e in tutte le discipline scientifiche. Una sera il ragazzo fa uno strano ritrovamento: trova Wellington, il cane di una vicina di casa, morto, infilzato con un forcone. Christopher non riesce ad ignorare l’accaduto e da quel momento metterà in gioco tutte le sue abilità intellettive ed investigative per scoprire chi sia il misterioso assassino. Queste indagini involontariamente porteranno alla luce ben altri segreti riguardanti la sua stessa famiglia, che lo spingeranno a compiere azioni che non avrebbe mai pensato di poter fare prima.

Mi chiamo Christopher John Francis Boone. Conosco a memoria i nomi di tutte le nazioni del mondo e delle loro capitali, e ogni numero primo fino a 7507.

Quando si iniziano a leggere le prime pagine di questo romanzo ci si rende subito conto di avere tra le mani un romanzo diverso dal solito. Il primo elemento che salta subito all’attenzione del lettore, è lo stile narrativo. L’autore è stato straordinariamente capace di riportare con la sua scrittura quelli che sono i pensieri di un ragazzo autistico, facendo venir fuori le problematiche legate a questa condizione ma anche i suoi aspetti più straordinari.

La mia mente funziona come la pellicola di un film. Ecco perché sono bravissimo a ricordare le cose, come le conversazioni che ho trascritto nel libro, cosa indossano le persone o il loro profumo, perché la mia testa possiede una sorta di memoria olfattiva che funziona come una colonna sonora.

Huddon utilizza un’espediente narrativo nella narrazione: quello che il lettore sta leggendo viene presentato come il libro scritto dallo stesso Christopher, una sorta di esercizio terapeutico consigliatogli dalla psicologa della scuola. Il racconto non è lineare, è infatti costellato da una serie di digressioni riguardanti descrizioni di oggetti, persone o avvenimenti che catturano l’attenzione del ragazzo durante la scrittura. Nella narrazione si ritrova quell’attenzione al dettaglio, quella precisione matematica, quasi scientifica nelle descrizioni, che caratterizza proprio il modo di pensare di questi ragazzi. Questa meticolosità è evidenziata anche dai disegni che Christopher riporta nel suo libro, per spiegare al meglio una determinata situazione.

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Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è quindi non solo un viaggio alla scoperta dell’assassino di Wellington, ma è un vero e proprio viaggio alla scoperta del funzionamento della mente di Christopher. Le sue osservazioni spesso ingenue e il suo flusso di pensieri fanno sorridere il lettore rendendo la lettura scorrevolissima, ma dall’altro lato portano ad una serie di riflessioni. Mettono in luce quelle che sono le difficoltà che affrontano questi ragazzi nel compiere azioni della vita quotidiana che per tutti gli altri sono scontate e semplicissime. Rivelano anche il dolore delle famiglie che non riescono a relazionarsi con i propri figli e ad avere una vita normale. Christopher ad esempio, per sentirsi al sicuro, ha bisogno di risolvere complessi calcoli matematici a mente: in questo modo sa di avere tutto sotto controllo. Sapere infatti che le cose seguono un ordine e una logica ben precisa è fondamentale per lui, il contrario è invece motivo di terrore e angoscia.

La gente mi confonde. Per due ragioni, fondamentalmente. La prima è che la gente parla molto senza usare le parole. Siobhan dice che se si solleva un sopracciglio, questo può significare molte cose differenti. Può voler dire: <<Voglio fare sesso con te>>, ma può anche essere inteso come: <<Hai appena detto una cosa veramente stupida>>. […] La seconda ragione è che la gente spesso parla usando delle metafore.

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è quindi un romanzo che con estrema semplicità è in grado di veicolari messaggi molto profondi e intensi. Leggerlo è un’esperienza che va vissuta e che vi cambierà!


Scheda del libro

Editore: Einaudi
Pagine: 244
Prezzo: 12 euro

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La figlia di Odino – Siri Pettersen

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E’ con questa dedica che si apre “La figlia di Odino” un romanzo pubblicato da Multiplayer Edizioni che ha tenuto noi appassionati del genere fantasy incollati allo schermo del computer in attesa di scoprire la data di uscita. Inizialmente, non conoscendo ancora la trama, credevo che il libro parlasse in maniera approfondita della mitologia norrena che tanto amo. Invece, l’autrice, ha deciso di presentarci un mondo ex novo con divinità e usanze del tutto inventate. Non posso negare di aver avuto qualche difficoltà durante i primi capitoli nel cercare di sbrogliare la matassa che avvolgeva l’ambientazione. Si parlano di Orbi, del Rito, del potere, del Veggente e tutto questo viene citato durante la lettura senza spiegare chi o cosa sono. L’autrice ha sapientemente scelto di portare avanti la storia lasciando scoprire al lettore tutto quello che serviva man mano che si andava avanti. Come una partita a poker, le carte sono state scoperte con molta, moooolta calma per accrescere la suspance narrativa.

19988963_10155447288437410_1001456862_nI protagonisti di questa storia sono Hirka e Rime. Fin da subito scopriamo che Hirka è un essere che non fa parte del mondo in cui vive. E’ una senzacoda, è quello che viene giudicato un nemico da eliminare. O almeno, questo è quello che pensano tutti tranne l’uomo che l’ha trovata quando lei era in fasce. Lui decide di salvarle la vita e cucirle addosso una bugia:

“La coda ti è stata portata via dai lupi”

Come tutte le bugie però arriva presto il momento in cui bisogna fare i conti con la verità. A Hirka manca il dono, caratteristica unica del popolo con cui vive e presto, quando verrà chiamata a mostrarlo al Consiglio, tutti se ne accorgeranno e per lei sarà la fine. E’ così che inizia la sua fuga ed è così che inizia anche la storia dolcissima di un’amicizia, quella con Rime, che va oltre ogni cosa: la differenza di classe, di razza, di credo.

La Multiplayer Edizioni ha ancora una volta scovato una saga che saprà appassionare il lettore.  Di contro, potrebbe succedere che la storia possa impiegare diversi capitoli prima di risultare avvincente per chi la sta leggendo e il mio consiglio è di non lasciarsi sopraffare e continuare la lettura. Verrete ripagati dell’attesa 😀

SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: La figlia di Odino
Autore: Siri Pettersen
Editore: Multiplayer Edizioni
Prezzo: 21,00 €
Pagine: 631