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I miei giorni alla libreria della felicità – Cali Keys

I miei giorni alla libreria della felicità è un romanzo di Cali Keys, uscito in Italia per Newton compton editori a gennaio di quest’anno. Julie Chevalier ha quarant’anni, è una scrittrice appassionata di romanzi contemporanei che vive a Parigi, ma che un giorno decide di partire sulla sua Twingo in direzione Bretagna.

A Saint-Malo infatti c’è la casa appartenuta ai nonni di Julie, vicino all’Oceano, una grande casa dove la donna trova rifugio dalla sua disperazione. Julie soffre infatti di una profonda depressione a causa della perdita della figlioletta di pochi mesi, Coline, qualche anno prima. La perdita aveva spinto Julie a chiudersi nel silenzio, all’allontanamento da suo marito e alla conseguente partenza.

Saint-Malo è una piccola comunità, dove ci sono botteghe aperte da tanti anni, Julie fa presto amicizia con Amandine, la moglie del proprietario di una panetteria, dove vengono venduti dolcetti tipici della zona. Una mattina Julie compra gli ultimi due dolcetti rimasti, causando la scontentezza di Leonard, un vecchietto con il bastone, suo vicino di casa, abituato a comprare tutti i giorni un dolcetto da dividere con Mathilde, la figlioletta di alcuni vicini.

Julie pensa ad una tattica per avvicinarsi all’anziano signore: tutte le mattine va a comprare i dolcetti rimasti alla panetteria, così che Leonard debba passare a casa sua per poterne avere uno. In questo modo due solitudini molto diverse si incontrano. Leonard sta per perdere la casa dove ha vissuto per tutta la vita con la moglie Rosie, morta da anni, la figlia Karine vuole che lui vada in un ospizio per non stare da solo. Leonard è un ex bibliotecario, un uomo di grande cultura, a cui Julie propone di venire ad abitare a casa sua. La casa di Saint-Malo è bella grande, c’è posto anche per lui, anche se la madre Annick ha deciso di raggiungerla in Bretagna per vedere come sta.

La convivenza comincia non senza difficoltà, tra scherzi reciproci, battibecchi e scambi di libri. Julie decide di mettere a disposizione tutti i volumi preziosi che possiede Leonard ad uso pubblico, creando così una piccola biblioteca e luogo di ritrovo per gli abitanti della cittadina. Tra questi c’è Viviane, la proprietaria di una piccola libreria in città, che dopo il divorzio dal marito ha avuto un esaurimento nervoso e, in seguito allo stalking perpetrato ai danni dell’uomo, ha perso la sua casa, il negozio e rischia di finire in una clinica psichiatrica.

Julie rimane colpita dalle sorti della donna e decide di ospitarla a casa sua. Alla combriccola formatasi si aggiunge poi Camille, una ragazza di vent’anni dal passato misterioso, amante dei libri e ottima pasticcera.

La vita a Saint-Malo diventa sempre più colorata e ricca per Julie e i suoi compagni, che sognano di aprire una libreria all’interno della villa e di creare qualcosa di nuovo per tutti.

Il romanzo affronta tante tematiche, dalla solitudine, alla maternità, dalla morte, all’aborto, dai legami familiari alla ricerca di un proprio posto nel mondo. I personaggi vengono ben caratterizzati, ma personalmente ho trovato Julie forse un po’ troppo contraddittoria. Passa piuttosto repentinamente, anche se forse l’effetto è dovuto da una narrazione veloce, dall’estrema gioia al buio e alla disperazione. Le basta sentir parlare di maternità e di bambini per crogiolarsi in se stessa, incapace di uscire da un dolore troppo forte che, per quanto comprensibile, arriva a impedirle di comportarsi da donna matura quale dovrebbe essere e, soprattutto, di agire in modo migliore.

Probabilmente questo lato della sua storia trova giustificazione nella depressione, ma ho avuto spessissimo la sensazione che ci fosse una sorta di esagerazione nelle sue reazioni, in un lato e nell’altro. I rapporti con i vicini poi sono troppo positivi: conosce Leonard e dopo pochissime settimane lo invita a stare a casa sua, conosce Viviane e quando oggettivamente la donna è impazzita e lo dimostra, Julie decide comunque di ospitarla e non si rende conto di tante cose che avvengono attorno a lei. Ho trovato in generale gli elementi troppo forzati, una ricerca di perbenismo continua. Alla fine della storia accade tutto velocemente e si ha la sensazione che manchi di originalità.

Nonostante i difetti evidenziati sicuramente la lettura risulta gradevole, se non altro per le risate che strappano alcune scene e la presenza di Coco, un gabbiano domestico, nella vita degli inquilini della villa.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Newton compton editori
Pagine:  282
Prezzo: 9,9€
Voto: 6,5/10

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Ci vediamo per un caffè – Toshikazu Kawaguchi

Ci vediamo per un caffè è il capitolo conclusivo della quadrilogia di Toshikazu Kawaguchi dedicata al caffè Funiculì Funiculà. Dopo il passaggio in un’altra città e in un altro caffè avvenuti in Il primo caffè della giornata, torniamo ai personaggi conosciuti nei primi due capitoli, Finchè il caffè è caldo e Basta un caffè per essere felici.

Ritroviamo Nagare, il proprietario del caffè, quando ormai la moglie Kei è morta da un anno, con la piccola Miki, Kazu, che nel suo essere discreta riesce come sempre a compiere il suo compito, versando il caffè alla persona che vuole viaggiare nel tempo.

Abbiamo il professor Kadokura, un archeologo sposato da tanti anni e con figli, che dopo il matrimonio non si è mai dedicato alla famiglia, nè tantomeno alla moglie, che ora si ritrova in coma in ospedale dopo un incidente: l’uomo vorrebbe tornare indietro nel tempo per parlare ancora con lei, poterle raccontare ancora le sue avventure e soprattutto svelarle il sentimento di felicità provato con lei in ogni singolo anno di vita assieme. Poi abbiamo una coppia che non ha potuto avere figli e che ha riversato il proprio affetto su un cagnolino, che giunto alla vecchiaia si spegne mentre la padrona/mamma si addormenta. La donna, che ha coperto di attenzioni il cane per tutta la vita, si sente manchevole nei suoi confronti, per non essergli stata accanto fino alla fine. Il viaggio indietro nel tempo le permetterebbe di coccolare ancora il suo amico peloso.

Nel caffè la giovane Hikari aveva ricevuto una proposta di matrimonio dal suo fidanzato Yoji, per il quale non era sicura di provare un forte attaccamento: pochi mesi dopo il suo rifiuto, con la promessa da parte del ragazzo di aspettarla, lui l’aveva lasciata per un’altra, morendo poche settimane dopo per una malattia tenuta sconosciuta a Hikari stessa. Infine nell’ultimo racconto l’egoismo e la rabbia ingiustificate di una figlia si riversano con violenza su un padre lontano, destinato a morire durante lo tsunami del marzo 2011. Entrambe le ragazze vogliono viaggiare indietro nel tempo per poter se non altro provare ad esprimere quello che provano, per vedere ancora una volta i loro cari.

I quattro episodi raccontati in quest’ultimo romanzo sono slegati tra loro, si differenziano per certi versi da quelli raccontati nei romanzi precedenti, per fortuna dovrei dire, ma mantenendo le tematiche già presenti. Se Finché il caffè è caldo era una novità, un romanzo che regalava assieme alle lacrime una sensazione di serenità, con Basta un caffè per essere felici c’era una chiusura a quella storia, perché venivano tirate le fila di diversi personaggi menzionati, regalando un sottotesto al romanzo che permetteva di apprezzare la trama a tutto tondo. Già ne Il primo caffè della giornata la novità si era persa, così come il continuo riferirsi alla scomparsa e alla morte avevano reso la lettura tremendamente angosciante e un “di più” di cui probabilmente non c’era la necessità, concentrandosi tra l’altro su un caffè diverso da quello dei primi due volumi e su altri personaggi non collegati. In Ci vediamo per un caffè Toshikazu Kawaguchi ha ripreso a parlare di Nagare e Kazu, ma i due rimangono fin troppo sullo sfondo, spettatori passivi di ricongiungimenti altrui, di cui almeno si può provare ad apprezzare un pizzichino di originalità. Però, da lettrice che ha amato i primi due, trovo che quest’ultimo volume non fosse assolutamente necessario, non aggiungendo davvero nulla a quello che già si è letto.

Basta un caffè per essere felici: https://leggendoabari.wordpress.com/2021/03/01/basta-un-caffe-per-essere-felici-toshikazu-kawaguchi/

Il primo caffè della giornata: https://leggendoabari.wordpress.com/2022/01/21/il-primo-caffe-della-giornata-toshikazu-kawaguchi/

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Garzanti
Pagine:  156
Prezzo: 16€
Voto: 6/10

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Fidanzato part-time – Anna Zarlenga

Fidanzato part-time è un romanzo della scrittrice Anna Zarlenga. Siamo a Napoli e abbiamo due protagonisti, i cui punti di vista si alternano durante la narrazione, capitolo dopo capitolo.

Lisa ha quasi trent’anni, lavora part time come segretaria di uno studio medico, ed è cotta a puntino del dottore dello studio, sogna di diventare insegnante di lettere e sta per partecipare ad un concorso.

Mike è un pizzaiolo molto sexy di una pizzeria storica della città: tra farina e merengue conquista le clienti della pizzeria che fa il pieno tutte le sere.

I due si scontrano per caso quando una sera Lisa e il coinquilino omosessuale Marco arrivano alla pizzeria e ordinano qualcosa da mangiare. Lisa è irritata dal fare spigliato e arrogante di Mike, che non si cura di essere puntuale e preciso, anzi, pensa solo a dimenare i fianchi per la gioia delle donne presenti, di tutte le donne presenti, esclusa proprio Lisa. Lo scontro verbale diventa anche fisico quando una pizza cade addosso a Lisa e il baccano che ne consegue non aiuta lo stesso Mike.

Ma il destino ha deciso che i due si debbano rincontrare: Lisa viene invitata da una sua ex amica del liceo classico in cui andava, Greta, avvocato ora di successo e sposata, ad una rimpatriata di classe. Ma Lisa ha subito un brutto colpo alla fine del liceo: il giorno della prima prova di maturità, quando aveva deciso finalmente di dichiarare il suo amore al bel Manuel, aveva scoperto il ragazzo e la sua migliore amica Greta avvinghiati a baciarsi. La crudeltà dell’amica, che era consapevole dei sentimenti di Lisa, misti alla delusione di sentirsi una nullità, avevano portato Lisa ad una votazione più bassa agli esami di maturità, provocando la delusione dei genitori della ragazza.

Lisa da allora vive lontana dalla sua famiglia, ma, per quanto abbia dimostrato grande forza e determinazione nell’andare avanti sulle sue gambe, ha tantissime insicurezze e concretamente non crede di avere qualcosa per cui valga la pena presentarsi a testa alta alla rimpatriata. Le ci vorrebbe un uomo, un bell’uomo da mostrare a tutti…

Mike è bravissimo nell’impastare la pizza, la sua strategia di marketing di impastare e ballare per attirare e rendere contente le clienti ha portato guadagni alla pizzeria, assieme alla possibilità di avere continue avventure con le avventrici del locale. Mike vorrebbe la conduzione della pizzeria, d’altronde il fratello maggiore, sposato e con figli, non sa impastare bene. Ma il nonno è stato chiaro fin da subito: non affiderà la gestione della pizzeria ad un ragazzo che non sa essere serio, che non si vuole impegnare seriamente con qualcuna e non vuole avere figli. Gli ci vorrebbe una brava ragazza, seria, da fare conoscere alla sua famiglia per avere un po’ di fiducia…

Così attraverso una chat di incontri anonimi Lisa e Mike si incontrano di nuovo dopo pochi giorni: si trovano antipatici, sono uno l’opposto dell’altra. I due decidono di fare un accordo, saranno fidanzati part-time. Mike aiuterà Lisa e si presenterà con lei alla rimpatriata dopo poche settimane, Lisa andrà ai pranzi di famiglia e si comporterà da brava fidanzata, almeno per convincere il nonno a firmare le carte e passare al nipote più piccolo la gestione della pizzeria.

Riusciranno a portare avanti il patto senza complicazioni? Riusciranno a non innamorarsi davvero?

Fidanzato part-time di Anna Zarlenga è un romanzo leggero, ben scritto, in cui i due punti di vista si alternano con equilibrio all’interno della narrazione. Lisa è una donna estremamente insicura di sè, che ne ha passate tante e che dovrà passare sopra alla sua frustrazione e paura per rendersi conto di quanto vale. Mike è un uomo forte, che vuole dimostrare qualcosa servendosi di sotterfugi, dovrà fare un passo indietro sulla presunzione e rendersi conto che la vita a volte non è semplice e che la verità è la cosa migliore, anche se può provocare un cuore ferito.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Newton compton editori
Pagine: 282
Prezzo: 9,90€
Voto: 8/10

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Innamorati pazzi – Felicia Kingsley

Uscito quest’anno per Newton compton editori, Innamorati pazzi è una novella di Felicia Kingsley, seguito del best seller Due cuori in affitto.

In quest’ultimo romanzo avevamo conosciuto Summer e Blake: lei una sceneggiatrice di telefilm appassionata di yoga, lui uno scrittore di romanzi gialli di successo. I due avevano condiviso l’affitto di una villa negli Hamptons e, sebbene entrambi fossero già fidanzati al momento della conoscenza, con altre persone, il soggiorno comune li aveva spinti a conoscersi meglio e ad innamorarsi.

In Innamorati pazzi riprendiamo le fila della loro storia, ritrovando accanto ai due protagonisti altri personaggi già conosciuti. Da piccanti rendez-vous in aereo, a scoppiettanti confessioni, alla scoperta che un amico molto caro in realtà è un investigatore dell’fbi in incognito sulle tracce di un traffico di droga, leggiamo i punti di vista alternati di Summer e Blake.

Scopriamo così anche come è nato l’autore Blake Avery, in parallelo alla conoscenza del suo agente letterario Sasha e del loro matrimonio; ci muoviamo tra liste imbarazzanti, cupcake con cactus in pasta di zucchero, un matrimonio a Las Vegas, un pranzo del ringraziamento a casa dei genitori di Summer, assieme alla famiglia perfetta di sua sorella Karen.

Il lettore viene catapultato direttamente nel dopo “e vissero felici e contenti” di Summer e Blake, partecipando emotivamente del loro amore, della loro passione, ridendo con loro. Felicia Kingsley ha poi inserito in questa novella la presenza dei personaggi di altri suoi romanzi: durante una partita di poker ritroviamo Eric Chambers, il poliziotto de La verità è che non ti odio abbastanza, Jesse Crawford, redattore di XLnce de Una cenerentola a Manhattan, Knight de Ti aspetto a Central Park. Il lettore ritroverà pure l’easter egg dedicato a Prima regola non innamorarsi, così come un riferimento importante a Non è un paese per single.

Innamorati pazzi diventa così oltre che un seguito di Due cuori in affitto anche un omaggio all’intera bibliografia di Felicia Kingsley, offrendo interessanti spunti di lettura per chi non ha ancora letto gli altri suoi romanzi.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Newton compton editori
Pagine: 211
Prezzo: 3,90€
Voto: 8/10

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Shadowhunters. La catena di spine – Cassandra Clare

La catena di spine di Cassandra Clare è stato pubblicato lo scorso 7 marzo da Mondadori. Si tratta del volume conclusivo della trilogia The Last Hours.

Degli altri due volumi che compongono la saga, La catena d’oroLa catena di ferro, ve ne avevo parlato in precedenza.

ATTENZIONE: LA RECENSIONE POTREBBE CONTENERE, INEVITABILMENTE, SPOILER SUI PRIMI DUE CAPITOLI DELLA SAGA

James si trova in viaggio con suo padre Will e Magnus Bane alla ricerca della sorella Lucie, scappata con lo stregone Malcolm Fade e il feretro di Jesse Blackthorn. Ma, per quanto preoccupato per la sorte della sorella, non riesce ad essere concentrato: ha lasciato che Cordelia andasse a Parigi con Matthew e, ora che il sortilegio del bracciale di Grace è rotto, James sa chi ama davvero e il pensiero dei due insieme a Parigi lo tormenta.

Nel frattempo Cordelia e Matthew a Parigi cercano di divertirsi, di dimenticare i loro problemi, quasi dimenticando chi sono loro. Ma i problemi relativi alla sicurezza del mondo li seguono anche a Parigi: ormai sembra tutti sappiano del patto che Cordelia ha involontariamente stretto con Lilith. Ma, a prescindere da questo, quello che veramente preoccupa è il Principe dell’Inferno Belial e i suoi piani per impossessarsi del mondo.

Per questo sono tutti richiamati a Londra. La situazione è disastrosa, lotte interne agli Shadowhunters porteranno altri problemi e anche il gruppo degli Allegri Compagni sembra sfaldarsi dall’interno mentre Belial diventa sempre più potente.

Riusciranno James e i suoi amici a risolvere i loro problemi per ritornare uniti e combattere così il temuto Principe dell’Inferno?

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Cassandra Clare scrive un finale che, fino all’ultima pagina, lascia il lettore con il fiato sospeso e con il cuore grondante sangue e sofferenza.

Ad alcuni potrebbe sembrare che troppa carne venga messa sul fuoco e che in alcuni punti, o in certe situazioni, ci sia del superfluo. Ma, per chi segue la saga da quando è nata, sa che nulla è superfluo e tutto troverà la sua perfetta collocazione.

Come sempre la caratterizzazione psicologica dei personaggi è bel delineata: i pensieri di James, Cordelia e tutti gli altri sono ben chiari e portano il lettore ad empatizzare con loro. E, cosa più importante, non appesantiscono la narrazione.

Lo stile della Clare si riconferma accattivante e avvincente, con un lessico semplice ma efficace. I luoghi in cui avvengono i fatti non sono meri palcoscenici ma sono luoghi che vibrano e vivono dando ulteriore spinta all’intera storia.

Anche la parte romance, onnipresente nella serie, è ben congegnata ed inserita nell’arco narrativo per far palpitare ancora di più il cuore del lettore.

Da fan della serie spero che presto arriveranno altre avventure Shadowhunters per sentirmi meno orfana di questa splendida saga.

La catena di spine di Cassandra Clare è la perfetta conclusione di una trilogia che ci ha fatto innamorare di nuovi personaggi senza dimenticare chi è venuto prima di loro.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Mondadori
Pagine: 744
Prezzo: 24.00€
Voto: 9/10

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Strega – Johanne Lykke Holm

Strega di Johanne Lykke Holm è stato pubblicato lo scorso 25 aprile da NN Editore.

Si tratta del quarto titolo che compone la serie Le fuggitive (insieme a Atti di sottomissioneIl corpo ricordaRagazze perbene) ed è candidato per il Premio Strega Europeo 2023.

Rafaela ha 19 anni quando arriva nel paesino di Strega per lavorare come cameriera all’hotel Olympic. Assieme a lei, altre otto ragazze, tutte più o meno della stessa età, tutte per diventare cameriere in questo hotel.

Assieme a loro ci sono tre istitutrici che hanno il compito di formare le ragazze imparando loro a pulire, stirare e cucinare per gli ospiti che verranno. Ospiti che in realtà tardano ad arrivare.

Quindi le nove ragazze passano il loro tempo a pulire l’hotel e poi a prendersi cura una dell’altra. Decidono di tenere una sorta di diario, ognuna di loro legge per le altre, fumano, bevono e gironzolano per il bosco adiacente all’hotel.

Finché una sera, finalmente, arrivano gli ospiti per una festa. Al termine di questa festa è proprio Rafaela ad accorgersi che una di loro è scomparsa. Immediatamente le ragazze iniziano le ricerche, prima in solitaria, poi con l’aiuto di volontari e poliziotti del paese. Ma Cassie sembra svanita nel nulla.

Ed è proprio la sua scomparsa a rendere l’atmosfera ancora più cupa e surreale e a portare Rafa a voler andare via da lì.

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Johanne Lykke Holm scrive il suo romanzo d’esordio come un’antica fiaba gotica in cui i sensi la fanno da padrona.

La protagonista e le altre ragazze ingaggiate come cameriere sembrano vivano solo grazie a quello che riescono a percepire con i loro sensi: dai rumori alla vista, passando per gli odori, i sapori e soprattutto per il tatto. Ed è sempre attraverso i loro sensi che il lettore percepisce i loro stati d’animo, la pace, l’angoscia e l’insoddisfazione che provano verso il mondo che le circonda.

La narrazione usata non è di facile comprensione: si tratta infatti di un romanzo impalpabile, un lungo flusso di coscienza che si dipana in un atmosfera onirica. L’intera vicenda è costellata da momenti inverosimili in cui visioni assurde e quasi senza senso la fanno da padrona. Visioni che angosciano sia la protagonista che il lettore che l’affronta.

Inoltre in alcuni momenti la lettura è proprio difficile da proseguire, lenta e a tratti un po’ noiosa. Soprattutto nella prima parte. Nella seconda parte, invece, il ritmo della narrazione subisce una leggera accellerata: abbandonando l’atmosfera sonnacchiosa e di aspettativa il lettore viene catapultato in un luogo che assomiglia a quello inziale ma che, adesso, sembra nascondere il male dietro ogni angolo.

Lo stile della Holm è molto descrittivo, onirico e pregno di angoscia. Il linguaggio usato è a tratti quasi poetico, di vecchio stile e rallenta non poco la lettura.

Strega di Johanne Lyke Holm è un romanzo per pochi e che disillude le aspettative di chi si ferma a leggerne la trama.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: NN Editore
Pagine: 172
Prezzo: 18.00€
Voto: 6.5/10

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Axie Oh – La ragazza che cadde in fondo al mare

La ragazza che cadde in fondo al mare è un romanzo fantasy di Axie Oh, edito da Mondadori. Mina non ha neanche diciassette anni quando decide di compiere una scelta che le cambierà per sempre la vita.

E’ la sera del sacrificio per compiacere il dio del mare e Shim Cheong, la fanciulla predestinata dagli anziani del villaggio, dovrà offrirsi in sposa al dio del mare per il centesimo anno consecutivo, per fare sì che torni a splendere il sereno e smettano le disgrazie che attanagliano il villaggio.

Ma Shim Cheong è l’innamorata di Joon, il fratello di Mina, è stata accompagnata proprio da lui sulla barca in mare e nessuno dei due si è accorto che c’è una terza persona a bordo, una ragazzina che ama tantissimo suo fratello e che quando vede Shim Cheong vacillare prende il suo posto e si butta in mare, guidata da un dragone. Quest’ultimo la trascina nel fondo degli abissi, nel mondo dell’altrove, il mondo degli spiriti e delle divinità, su cui regna il dio del mare, che Mina deve trovare.

Incamminandosi tra le strade, i palazzi incantati, le anime dei defunti, Mina arriva al palazzo del dio, senza sapere bene che cosa fare. Ha seguito un filo rosso, un legame che unisce il suo polso a quello del dio del mare, a cui si è destinata. Mina spera che questo diventi il suo destino davvero, perchè spera che il suo sacrificio porti beneficio a chi è rimasto sulla terraferma. Con coraggio affronta il dio a palazzo, un uomo che si presenta profondamente addormentato sul suo trono. Quando Mina tocca il polso da cui fuoriesce il filo rosso invisibile che li lega, ripercorre un ricordo lontano di una guerra. Mentre cerca di capire come svegliare il dio compaiono sulla scena tre uomini, tre guerrieri guidati da Shin, uno di essi, il signore del Loto, custode e protettore del dio del mare. Shin taglia il filo rosso con la sua spada, separando il corpo di Mina dalla sua anima, che diventa una gazza, che i tre uomini chiudono in una gabbia. Mina perde con il suo spirito anche la sua voce.

Avrà un mese di tempo per ricongiungersi alla sua anima e diventare l’effettiva sposa del dio del mare. Ma Mina non è una sposa come le altre: ha coraggio da vendere, tantissimi ricordi legati alla sua famiglia, una miriade di storie e leggende che la nonna le ha tramandato. E non intende rimanere con le mani in mano. Grazie all’aiuto di una ragazzina, un bambino e una neonata Mina arriva al palazzo del Loto, dove si sta svolgendo la consueta festa annuale tra i signori e le divinità: la festa in cui verrà mostrata l’anima della sposa del dio del mare, sancendo la riuscita come ogni anno della salvaguardia del dio.

La leggenda del filo rosso infatti mantiene degli elementi oscuri: si pensa che se uno dei due muore anche all’altro possa succedere qualcosa di male. E Mina per un mese sarà ancora mortale, per cui non si può rischiare che vivendo legata al dio del mare possa recargli danno.

Nel ricongiungersi con la sua anima Mina sventerà una congiura di signori ostili al Loto, ritrovandosi legata misteriosamente al suo signore, Shin. Da qui comincerà l’avventura della nostra protagonista per salvare il dio del mare, il villaggio e il popolo degli spiriti.

La ragazza che cadde in fondo al mare è un fantasy in cui si intrecciano una buona storia d’amore, la magia di un mondo gemello e alternativo a quello umano, leggende antichissime coreane e creature mitologiche. La protagonista Mina è una ragazza estremamente intraprendente, che non si ferma di fronte a niente, che cerca iperterrita di fare la cosa giusta. Il lettore non può non rimanere affascinato da questa lettura in cui si mescolano tante tematiche, come non può non immaginare di scrivere un desiderio di preghiera agli dei e di lasciarlo trascinare dall’acqua su una barchetta di carta.

Grande merito va dato ai grafici che si sono occupati della veste estetica del romanzo, sia in originale sia in italiano: la copertina è magnifica e nell’edizione italiana ha una doppia veste possibile grazie alla sovraccoperta.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Mondadori
Pagine: 383
Prezzo: 24,00€
Voto: 8/10

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Il porto segreto – Marìa Oruña

Il porto segreto di Marìa Oruña è un romanzo pubblicato lo scorso 18 aprile da Ponte alle Grazie.

Si tratta del primo romanzo con protagonista il tenente Valentina Redondo.

Siamo nella regione spagnola della Cantabria, più precisamente nella cittadina di Suances, dove è situata Villa Marina, una grande residenza coloniale situata sulla costa.

Villa Marina è stata eredita da Oliver Gordon, inglese, che qui veniva a passare le sue estati da bambino. L’obiettivo è quello di trasformare la grande casa in un hotel sulla spiaggia. Mentre lui si trasferirebbe nel cottage accanto.

Ma durante i lavori di ristrutturazione del seminterrato viene scoperto il corpo di un neonato seppellito all’interno dei muri. Accanto al piccolo corpo una statuetta rappresentante un dio azteco. Mobilitata immediatamente la Guardia Civil guidata dal tenente Valentina Redondo partono le indagini per scoprire qualcosa di più su quel neonato.

Le cose iniziano a complicarsi quando, a seguito del ritrovamento, inizia una paurosa scia di omicidi e suicidi, tutti apparentemente scollegati tra loro. Eppure le coincidenze sono troppe. Per scovare il colpevole e fermare questa morìa, il tenente Redondo dovrà tornare indietro nel tempo a fatti accaduti durante e dopo la Guerra Civile.

Riuscirà a fermare questo strano meccanismo prima che qualche altro innocente si ritrovi coinvolto?

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Marìa Oruña scrive un giallo degno di nota in cui ogni pezzo trova il suo posto e il lettore viene accompagnato alla scoperta del colpevole.

Si tratta di un romanzo che un po’ fatica a ingranare: la prima metà del libro è dedicata al ritrovamento del neonato e poi, una dietro l’altra, arrivano le morti del presente. Le indagini languiscono, l’autrice mette tutta la carne sul fuoco senza badare a cosa si stia bruciando e cosa stia rimanendo crudo.

Passata questa prima metà, però, le indagini iniziano a prendere una seria direzione e il ritmo si fa più serrato. Si iniziano a ricongiungere i pezzi tra passato e futuro, si inizia a intravedere un disegno e la lettura si fa più interessante.

La Oruña alterna i capitoli ambientati nel presente con un diario che ci racconta il passato: il lettore viene messo a conoscenza di alcuni fatti accaduti durante e dopo la Guerra Civile che aiuteranno a comprendere il quadro entro cui si muove l’assassino e tutto quello che ne è derivato dalle sue azioni. Una narrazione così particolareggiata che permette al lettore di arrivare a scoprire, quasi per intero, la verità su cui si sta indagando.

Devo ammettere che questa cosa ha un po’ tolto il fascino e la forza ad alcuni colpi di scena che sarebbero stati sicuramente più devastanti se la narrazione del passato non fosse stata così chiara.

Nonostante questa piccola pecca rimane una lettura godibile. Merito anche dello stile dell’autrice: una scrittura pulita, chiara e ben costruita. La terminologia usata e le procedure d’indagine sono ben rese, nessun errore o intuizione che viene dal nulla. È tutto molto ben ponderato. I personaggi sono ben caratterizzati e anche la vita privata del team viene accennata quel tanto che faccia capire al lettore il perché di alcuni comportamenti.

Il porto segreto di Marìa Oruña è un ottimo libro per gli amanti del genere e per chi cerca un romanzo che sappia mescolare sapientemente storia e pathos senza tralasciare un pizzico di rosa (che non fa mai male). D’altronde, si sa, molti omicidi vengono commessi in nome dell’amore.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Ponte alle Grazie
Pagine: 501
Prezzo: 19.80€
Voto: 8/10