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Zero K – Don Delillo

È molto difficile decidere da dove iniziare quando si sta per parlare di un romanzo del genere. Un libro che, a mio parere, rasenta e forse raggiunge pienamente la perfezione stilistica. Un libro che sfiora vette vertiginose delle questioni umane, della vita, di ciò che sono le paure e i dubbi più reconditi dell’ essere umano. “Zero k” è considerato da molti come una sorta di testamento dell’autore, come prodotto ultimo e perfezionato di ciò che è stato il suo percorso e non fatico assolutamente a capire il perché di questa definizione.

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Ma veniamo alla trama.
Il narratore è Jeffrey Lockhart, figlio di Ross Lockhart, magnate della finanza. Il romanzo si apre con Ross che convoca Jeffrey per un motivo ben preciso: vuole che lo accompagni nel deserto del Kazakistan, in un’ azienda futurista di nome Convergence. Attraverso le più avanzate tecnologie informatiche, questa azienda si pone il fine di conservare corpi e coscienze grazie ad un processo di criogenesi, affinché la morte sia solo un passaggio verso la rinascita. Artis, seconda moglie di Ross, è malata di sclerosi multipla ed è proprio lei che verrà sottoposta al processo al quale Ross vuole soprassedere insieme al figlio, affinché un giorno possa essere risvegliata e curata. Così Jeffrey parte per raggiungere la matrigna e il padre, con il quale da anni ormai il rapporto si è deteriorato. In questo romanzo è molto labile il rapporto tra fede nella scienza e religione. Un continuo e sottile confine che pervade tutto il libro. Lo si potrebbe chiamare “culto per il progresso” . Tutti coloro che sono ospiti a Convergence e che intendono sottoporsi all’ibernazione criogenica, infatti, credono fermamente nella vita dopo la morte, intesa non come vita ultraterrena, ma come superamento del limite ultimo dell’umano.

“Tecnologia basata sulla fede. Ecco cos’è. Un altro dio.
Non tanto diverso, alla fine, da alcune nostre divinità del passato. Solo che è un dio reale, questo, è vero, mantiene le promesse. “

La stessa Convergence viene spesso descritta come una specie di “santuario”e ricorda vagamente una tomba, un luogo dove “si ritorna alla terra e si riemerge da essa”.
A volte viene addirittura accostata all’immagine delirante di una specie di setta che opera “procedure precisissime guidate da un delirio collettivo, dalla superstizione, dall’arroganza e dall’autoinganno.” L’ambientazione di questo romanzo è assolutamente asettica, proprio come il linguaggio. I flussi di pensieri dei personaggi, la dimensione onirica creata dall’intreccio della parola, sono suggestivi e talvolta perturbanti. Tutto il libro è pervaso da uno stato di attesa che induce il lettore non solo all’analisi profonda di ciò che viene descritto, ma anche ad una sorta di autoanalisi, un’autorivelazione di sé stessi e di ciò che sono le nostre opinioni rispetto a tematiche tanto importanti quanto lontane dal pensiero quotidiano. Una cosa che ho profondamente amato di “Zero K” è stata l’impossibilità di prendere una posizione, di dirsi sicuri sulla propria opinione e sulla direzione del proprio pensiero. Tutto ciò che Delillo ha partorito è scritto esattamente con questo intento: la riflessione puntellata di domande e dubbi.

Trovo solo pregi in “Zero K”. Idee affascinanti ovunque.
Come per esempio l’idea della pienezza della vita e delle percezioni come meta post mortem, una “nuova vita” intesa come uno spogliarsi di ciò che ci identifica all’interno del nostro tempo, come de contestualizzazione dell’io, abbandono della propria storia e delle strutture mentali che essa e la società hanno plasmato. Ma non solo, questa “cyber-resurrezione”supporta una specie di religione della sventura, nella quale si crede fermamente che il mondo presto cadrà a pezzi e che questa catastrofe sia già in atto. “La catastrofe è la nostra favola della buonanotte” recita un passo importante del libro. In sostanza io consiglio “Zero K” senza ombra di dubbio, perché è una di quelle letture – impegnative sicuramente – che appagano e danno immense soddisfazioni. Ma non è comunque una lettura per tutti e per ogni momento. Dovrete essere pronti a qualcosa che non si lascia avvicinare con semplicità. Delillo è uno scrittore analitico ed evocativo, capace di toccare corde delicate, di sfiorare i labili confini tra vita e morte, tra realtà e percezione, con una scrittura asettica e rarefatta. Un dio della parola che si insinua, ma soprattutto uno scrittore che celebra le immagini e parla attraverso di esse.

Allora vi dico, leggete con la giusta propensione e saprete apprezzare, arricchendovi.

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Autore: Don Delillo
Editore: Einaudi
Pagine: 240
Prezzo: 19€

(In collaborazione con Thrillernord.it)

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“Anna” di Niccolò Ammaniti

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Quando ti appresti a leggere un libro di Niccolò Ammaniti sai già che dovrai prepararti a prendere schiaffi in faccia e pugni nello stomaco. La sua scrittura è cruda e non ha alcun interesse a far sentire bene e a suo agio il lettore. Le sue sono storie che mettono in luce la parte più “scura” dell’uomo, quella che “non sta bene raccontare” perchè è bello pensare che ci sia sempre speranza nella vita.. Potete immaginare, quindi, il mio timore a iniziare questo libro che vede come protagonisti i bambini. Mi aspettavo di tutto, mi aspettavo il peggio. Ammaniti ci accompagna in una Sicilia ridotta a un ammasso di ruderi: un virus ha ucciso tutti gli adulti e ha lasciato in vita i bambini. In realtà però anche questi ultimi sono destinati a morire a causa della malattia: il virus infatti è presente anche in loro ma in forma latente e solo raggiungendo la pubertà verrà risvegliato. Insomma, l’umanità sembra andare verso l’estinzione. La protagonista di questo libro è una bambina di tredici anni, Anna. E’ la prima volta, credo, che Ammaniti consegna il ruolo da protagonista a una ragazzina e questo dettaglio, insieme al resto della trama, mi ha incuriosito fin da subito. Anna è sveglia, forte, non ha paura di niente. E’ bello che lo scrittore abbia deciso di mettere lei nel ruolo di “protettrice” del fratello minore e non il contrario. Le femmine, in questo libro, sono quelle che prendono il comando di tutte le bande che durante la lettura andremo a incontrare. Una coincidenza? Mi piace pensare che in una società che parte da zero, dove è il più sveglio a sopravvivere, ognuno riesce a ottenere il posto che gli spetti senza nessuna distinzione di sesso.

Come molti dei suoi libri, anche questo ti tiene incollato alle pagine. Proprio non riesci a non pensare ad Anna, al mondo distrutto, alla fine dell’uomo. Questa ragazzina, il fratello piccolo Astor, il cane Coccolone, diventano subito importanti per te che segui la storia. Devi assicurarsi che i problemi, per loro, si risolvano al più presto. Poi ti ricordi che il libro lo ha scritto Ammaniti e speri solo, pagina dopo pagina, che non succeda loro niente di troppo terribile.

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Quando Astor viene rapito non puoi fare a meno di ammirare come, senza paura, la sorella si metta in moto per ritrovarlo. Sola, con la morte che le sussurra all’orecchio a causa della pubertà sempre più vicina, lì dove anche un adulto perderebbe la speranza lei lotta e continua la sua ricerca. L’unica cosa che forse mi ha lasciata un po’ perplessa della storia è il modo di comportarsi di alcuni di questi bambini. Sono quattro anni, circa, che vivono senza la presenza di un adulto e non puoi fare a meno di chiederti chi abbia insegnato loro i rudimenti della caccia o della macellazione. In una società come la nostra in cui già da piccoli piazziamo loro in mano uno smartphone, dove cerchiamo di evitargli sforzi e fatiche, possiamo davvero credere che questa generazione di nati in città e iper protetti possa davvero sopravvivere? Ammaniti ci mostra un ritorno allo stato brado che però sembra, almeno ai miei occhi, poco credibile. Come fanno, bambini che avevano quattro anni all’epoca della morte degli adulti, a capire come tagliare e cuocere la carne di un animale ucciso da loro? Istinto? E’ una delle tante riflessioni che questo romanzo ti costringe a fare.

Lo scenario di desolazione descritto nel libro è talmente reale e credibile che al termine della lettura sarai spinto a guardarti intorno e a sperare che niente di quanto letto possa mai succedere. Ammaniti ti fa venire voglia di vivere perchè ti racconta quanto brutto potrebbe essere il mondo.

Scheda del libro:

  • Editore: Einaudi
  • Pagine: 284
  • Prezzo: 18.00 €

 

(in collaborazione con Thrillernord)

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La trilogia dei Sogni

Buongiorno lettori! Oggi voglio parlarvi di una serie young adult che ho appena finito di leggere: “La trilogia dei sogni” di Kerstin Gier. Ho già avuto modo di conoscere questa scrittrice tedesca grazie alla lettura della “Trilogia delle gemme” e da quel momento sono rimasta completamente ammaliata dal suo stile. La Gier è stata infatti in grado di creare una storia originalissima basata sui viaggi nel tempo e di raccontarla con uno spirito brioso, ironico ed esilarante, facendo subito scattare quella trilogia in vetta alla mia personalissima classifica di romanzi young adult. Non potevo quindi lasciarmi sfuggire l’occasione di leggere “La trilogia dei sogni”, nella speranza che anche questa fosse all’altezza di quanto letto precedentemente. Le mie aspettative non sono state assolutamente deluse e la Gier mi ha regalato nuovamente quel turbinio di emozioni che solo lei è in grado di creare. Ho divorato in pochi giorni questi libri e attendo con ansia che ne scriva altri!

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La trilogia dei sogni si compone dunque di tre libri:

  • Silver – Il libro dei sogni
  • Silver – La porta di Liv
  • Silver – L’ultimo segreto

Liv Silver ha 15 anni e insieme alla sorella Mia, alla bambinaia Lottie e alla cagnolina Buttercup, si è da poco trasferita nella lussuosa abitazione londinese di Ernest, il nuovo compagno della madre. Dopo aver conosciuto il fratellastro Grayson, Liv inizia a fare dei sogni alquanto bizzarri, in cui le capita spesso di incontrare lui e i suoi amici. In uno di questi sogni, si trova ad esempio a spiare i ragazzi mentre sono impegnati in uno strano rituale esoterico in un cimitero. La stranezza di questi sogni è che sembrano incredibilmente reali ma è ancor più strano e inspiegabile come mai quei ragazzi sembrano sapere cose che sono accadute soltanto nei suoi sogni. Liv sa che le stanno nascondendo qualcosa e, da brava amante di Sherlock Holmes, è intenzionata a tutti i costi ad arrivare fino in fondo a questo mistero.

La prima cosa che colpisce dei libri di Kerstin Gier è il carattere ironico e pungente delle sue protagoniste femminili. Il romanzo è narrato in prima persona da Liv che descrive gli avvenimenti, commentando ogni azione ed ogni personaggio con un’ironia pungente e in maniera esilarante e travolgente. Più di una volta infatti mi sono sorpresa a ridere di gusto per quello che leggevo. Oltre alla protagonista, è impossibile non amare un personaggio che fa da cornice a tutto il romanzo, senza il quale la storia non avrebbe avuto la stessa bellezza: Lottie. Lottie ha iniziato a lavorare da ragazzina come bambinaia delle sorelle Silver, ma è poi rimasta con loro anche quando sono diventate grandi e indipendenti. Lei, infatti, si è sempre stata una seconda mamma per le due ragazze, sopperendo alle mancanze della madre, sempre in giro a causa del suo lavoro. Il rapporto tra Lottie, Mia e Liv è meraviglioso e dolce come il profumo dei dolci che Lottie prepara quasi giornalmente; è infatti convinta di poter risolvere qualsiasi problema con le sue prelibatezze.

Nei romanzi della Gier non manca mai una dolce storia d’amore, che non sconfina mai nello smielato o nel volgare. Nella trilogia dei sogni troviamo infatti Liv alle prese con il suo primo amore, Henry Harper, uno degli amici di Grayson, ragazzo bellissimo ma che nasconde anche molti segreti.

La narrazione durante i tre libri che compongono questa trilogia, non ha mai abbassamenti di tono e non risulta mai ripetitiva o noiosa. I libri si leggono tutto d’un fiato e uno dietro l’altro.

Il motivo fantasy alla base di questi romanzi, cioè l’esistenza di un mondo onirico nel quale i protagonisti si aggirano, è molto originale anche se non ha lo stesso mordente e la stessa caratterizzazione caleidoscopica che invece contraddistinguevano i viaggi nel tempo della Trilogia delle Gemme. Questo elemento però è marginale perché lo stile di questa scrittrice e i suoi personaggi renderebbero divertente e accattivante anche la lettura di un libro di ricette.

Il racconto di Liv è inframmezzato dagli articoli del Tittle-Tattle Blog, scritti da un misterioso personaggio “Secrecy”, di cui nessuno conosce l’identità ma che sembra conoscere i segreti, che vengono puntualmente svelati, di tutti i ragazzi della Frognal Accademy, la scuola frequentata da Liv. Il lettore è chiamato a recuperare i vari indizi durante la lettura per cercare di scoprire chi sia Secrecy, la cui identità verrà svelata solo alla fine dell’ultimo libro.

Il Tittle-Tattle Blog della Frognal Academy con gli ultimi pettegolezzi, le novità più attuali e gli scandali più scottanti della nostra scuola. 

CHI SONO: Mi chiamo Secrecy. Sono in mezzo a voi e conosco i vostri segreti.

Durante la scrittura di questa recensione ho anche scoperto che il “Tittle Tattle Blog” esiste davvero! Vi sono riportati sia gli articoli effettivamente presenti nella storia, che articoli nuovi ed è possibile anche commentare e interagire con la scrittrice e gli altri lettori! E’ infatti un blog a tutti gli effetti, che purtroppo è scritto interamente in tedesco. In questo modo Kerstin Gier ha creato un’illusione fantastica in cui i suoi personaggi e le sue storie si materializzano e diventano reali, un pò come i sogni di Liv. È un peccato che però possano goderne soltanto i lettori tedeschi.

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http://www.tittletattleblog.de/

La realtà virtuale creata dall’autrice non si ferma al Tittle-Tattle Blog: ha infatti creato anche un gioco online (http://silber-finale.de/). Durante i suoi sogni Liv si ritrova in uno sconfinato corridoio, dove si affacciano le porte di tutte le persone del mondo. Ogni porta è protetta da una serie di sistemi di sicurezza, in particolare indovinelli ed enigmi. Se questi vengono risolti, è possibile entrare nel sogno del proprietario della porta. Allo stesso modo, ogni giocatore è invitato a creare e personalizzare la propria porta e a raccontare un sogno che potrà essere letto dagli altri giocatori solo se riusciranno a risolvere l’indovinello messo a protezione della propria porta. Nel gioco è possibile infatti vagare nello stesso corridoio in cui si svolge la vicenda della trilogia ed è possibile cliccare sulla porta di qualsiasi giocatore, risolvere l’indovinello e accumulare premi. Purtroppo anche questo è in lingua tedesca! Kerstin Gier ha quindi creato un intero mondo al di fuori dei suoi libri, in cui comunica e crea un rapporto bellissimo con i suoi lettori.

Di questa scrittrice adoro non solo lo stile leggero e mai banale di raccontare, ma adoro anche il suo gusto artistico in fatto di copertine per i suoi libri. Le edizioni tedesche sono infatti molto diverse da quelle italiane, come si vede dalle immagini.

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Trovo le copertine tedesche incantevoli e anche molto più in linea con lo stile brillante ed effervescente di questi romanzi. Le copertine italiane, per quanto belle, sono completamente diverse e suggeriscono un contenuto molto più gotico e oscuro. Trovo quindi che sia un gran peccato che nella versione italiana non sia stato mantenuto il design originale.

In conclusione, posso dire con assoluta certezza che Kerstin Gier è, a mio parere, una delle migliori scrittrici urban-fantasy e young adult dei nostri giorni e i suoi libri non possono mancare nelle librerie di tutti gli amanti di questo genere letterario.

Se non lo avete ancora fatto, correte in libreria e buona lettura!


Scheda del libro

  • Titolo: Silver – Il libro dei sogni / La porta di Liv / L’ultimo segreto
  • Autore: Kerstin Gier
  • Editore: Corbaccio
  • Prezzo: 9.90 € / 16.40 € / 16.40 €

Kipferl alla vaniglia di Lottie

Alla fine del secondo libro di questa trilogia, Kerstin Gier ha riportato la ricetta dei famosi “Kipferl alla vaniglia di Lottie adatti per ogni stagione” e ho deciso di provare a farli per la nostra rubrica Book&Food! Sono davvero buonissimi e facilissimi da fare! Di seguito trovate la ricetta così come è riportata sul libro:

Ingredienti:

  • 200g di burro
  • 100g di zucchero
  • 1 bacca di vaniglia
  • 100g di mandorle macinate
  • 250g di farina
  • Zucchero a velo e una bustina di zucchero vanigliato

PicMonkey Image.jpgMescolare lo zucchero e il burro fino ad ottenere un impasto morbido e cremoso (1). Tagliare la bacca per lungo e grattare l’interno nell’impasto (io per semplicità ho usato due bustine di vanillina). Aggiungere la farina e le mandorle e impastare. Creare una palla e lasciarla riposare in frigorifero per un’ora (2). Stendere l’impasto in modo tale da ottenerne un rotolo e da questo ritagliare bastoncini di circa 2 cm (io ho tagliato dei bastoncini molto più lunghi, di circa 10cm) (3). Dar loro la tipica forma ricurva e infornare per 10 minuti a 190°C sul ripiano intermedio fino a quando si dorano (4). Lasciarli raffreddare e spolverarci su lo zucchero a velo e vanigliato precedentemente mescolati.

Distribuirli a tutti quelli che hanno bisogno di essere consolati, insieme a parole di incoraggiamento, come <<andrà tutto bene>> o <<insieme ce la faremo>>.

Come dicevo prima, Kerstin Gier è in grado di rendere divertente anche una ricetta!

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Buon appetito!

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“E’ solo una storia d’amore” di Anna Premoli

 

Un annetto fa circa m’iscrissi al Club del lettore della Newton Compton Editori per avere, in anteprima, alcune delle nuove uscite. Per questo, circa una settimana fa, mi è arrivato un pacco contenente un libro in uscita il 3 novembre: E’ solo una storia d’amore di Anna Premoli.

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Ottavo libro della Premoli tutti editi da Newton Compton Editore

Aidan, aitante trentottenne newyorkese, vince il premio Pulitzer per il suo romanzo d’esordio. A distanza di cinque anni si ritrova con un contratto con la casa editrice per un secondo romanzo che non riesce a scrivere. Perché lui vuole replicare il successo del primo romanzo e non diventare uno di quegli autori commerciali.

Così, dopo un periodo passato al caldo sole della California, decide di tornare a New York. Durante un incontro con il suo agente si scopre che, se c’è un genere che Aidan proprio non sopporta, questo è il genere rosa. Tutti quei banali romanzi di storie d’amore con le loro copertine che variano dal rosa al fucsia sono per lui la feccia della letteratura. Per non parlare poi delle loro autrici.

Non sa che, di lì a poco, incontrerà Laurel: un’affascinante trentatreenne che poi scoprirà essere un’autrice di romanzi rosa sotto lo pseudonimo di Delilah Dee. E che entrambi sono seguiti dallo stesso agente e dalla stessa casa editrice.

Inizia così una sorta di collaborazione tra i due: Aidan ritrova l’ispirazione grazie a Laurel, mentre quest’ultima si ritroverà a scrivere un romanzo che si discosterà parecchio dalla sua produzione fino a quel momento.

E cosa potrà scrivere mai scrivere Aidan sia come scommessa sia che ispirato da Laurel? Ma, ovviamente, una banale storia d’amore!

Ovviamente non vi svelerò né il finale (anche se, probabilmente, sarà immaginabile) ma non posso che consigliarvi caldamente di leggerlo.

La scrittura della Premoli è leggera e scorrevole. La narrazione procede fluida tra una scena divertente ed una scena romantica. I personaggi sono perfettamente caratterizzati e si crea subito empatia con loro. Ironia e romanticismo si fondono alla perfezione facendo, di questo libro, una lettura ideale per evadere dalla solita routine. Poiché, come dice l’autrice stessa nel suo romanzo:

Perché i libri sono una forma di terapia: una dose di sogni a occhi aperti spesso ti ripaga da molte infelici esperienze reali. Tutti hanno bisogno di dimenticarsi per un attimo la propria vita

E poi, se non vi basta, che ne dite di questa fantastica apertura?

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A qualcuno che cita la Austen non si può che dare una possibilità!


SCHEDA DEL LIBRO:

Pagine: 314
Editore: 
Newton Compton Editori
Prezzo: 9,90€

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The Siren

the siren.jpgOggi vi parlo di un libro uscito meno di un mese fa, “The Siren” di Kiera Cass, autrice di successo grazie alla saga di “The Selection”. Questo romanzo è in realtà antecedente alla scrittura della serie che l’ha resa famosa. Nei ringraziamenti, Kiera Cass si rivolge ai suoi lettori dicendo:

Questo è il primo romanzo che ho scritto. È quello che mi ha fatto capire che volevo continuare a scrivere. È quello che in origine non è riuscito a percorrere la strada editoriale tradizionale. L’unico motivo per cui adesso è nelle vostre mani è che avete amato così tanto quello che ho creato da dargli una seconda possibilità. È tutto merito vostro.

E noi lettori non possiamo che ringraziare l’autrice per averci regalato questo romanzo dolce, intenso e coinvolgente.

“The Siren” è un romanzo urban-fantasy che narra la storia di Kahlen, una ragazza degli anni ‘30, la cui vita, fino a quel momento perfetta e spensierata, viene sconvolta dal naufragio della nave su cui stava viaggiando con la famiglia. Il suo destino sarà diverso da quello degli altri passeggeri e riuscirà a salvarsi dalla morte grazie a Madre Oceano, che le darà la possibilità di vivere una seconda vita. Tutto questo però ha un prezzo. Kahlen infatti verrà trasformata in una sirena e per 100 anni, insieme ad altre sirene che diventeranno le sue nuove sorelle, dovrà rinunciare ad avere una vita normale e la sua voce sarà mortale per qualsiasi umano la oda. I primi 80 anni della sua nuova esistenza trascorrono senza problemi, fino a quando incontrerà Akinli, un ragazzo dolce e bellissimo, che riuscirà a conquistare la sirena con la sua semplicità e con la sua capacità di riuscire a comprendere a fondo la sua anima nonostante il suo mutismo. Da quel momento, sarà difficile per la giovane sirena ignorare il sentimento che inizia a nascere nel suo cuore e continuare a vivere seguendo le regole di Madre Oceano.

Siren è dunque ambientato in un mondo in cui le sirene non sono solo figure mitologiche ma esistono davvero e girano per le nostre strade. Kiera Cass dona però alle sue sirene un aspetto e una caratterizzazione completamente innovativi rispetto allo stereotipo tradizionale, ritagliando per loro uno spazio ben definito nel panorama del fantasy. Infatti non troviamo ragazze metà donne e metà pesce, con lunghe code dalle squame iridescenti, che vivono nelle profondità degli abissi. Le sirene di “The Siren” sono ragazze dall’aspetto del tutto umano, dal viso meraviglioso e appositamente magnetico per attrarre gli umani. Quando si tuffano nell’oceano il sale crea sul loro corpo un abito meraviglioso, che si dissolve dopo poche ore, una volta fuori dall’acqua. Queste sirene sono inoltre in grado di vivere tranquillamente sulla terra ferma, dove possono condurre una vita quasi normale, frequentando locali, visitando monumenti o biblioteche e andando a fare shopping. L’unica cosa che non possono fare è parlare, in quanto il suono della loro voce è mortale per gli umani, che vengono in questo modo stregati e attratti nelle acque di Oceano, dove troveranno la morte. Per 100 anni queste sirene sono al servizio di Madre Oceano e periodicamente, circa una volta all’anno, dovranno cantare per lei, causando naufragi e morte di svariate persone, per permetterle di nutrirsi.

Non avevamo molte regole, ma quelle poche erano perentorie.Rimanere in silenzio in presenza di altri, finché non era il momento di cantare.E quando quel momento arrivava, farlo senza esitazione.

Siren è un romanzo autoconclusivo. Dopo tanti romanzi fantasy che si dilatano in trilogie, quadrilogie o più, è bello leggere un romanzo che abbia un inizio e una fine in un solo libro. Non ci sono punti morti o ripetitivi nella narrazione, anche se viene meno, a mio parere, una profonda caratterizzazione dei personaggi. In una narrazione più estesa, si avrebbe modo inoltre di conoscere qualche particolare in più sul mondo ideato dall’autrice.

La protagonista è la vera colonna portante di tutto il romanzo ed è impossibile non amarla per la sua capacità di restare umana anche in seguito alle atrocità che è costretta a commettere.  Per tutto il romanzo infatti il lettore prova la stessa angoscia e lo stesso turbamento emotivo che Kahlen soffre a causa della sua nuova vita e del suo essere portatrice di morte. Quello che però manca è una maggiore descrizione e caratterizzazione delle altre sirene che vivono con la protagonista, che appaiono più come comparse che come personaggi con un ruolo importante nella storia.

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Non ho apprezzato molto com’è stata sviluppata la storia d’amore tra Kahlen e Akinli: i due ragazzi si innamorano perdutamente l’uno dell’altra solo dopo un paio di incontri. Questa breve storia d’amore finisce prematuramente, per la decisione di Kahlen di non rivedere più Akinli, per via della sua natura immortale.

Osservai Akinli, il suo sorriso illuminava la folla, un carisma naturale emanato dalla sua persona. Era stata una cosa speciale, bella addirittura, ma non era sopportabile. Alla fine qualcosa avrebbe suscitato i suoi sospetti. Perché non mi ammalavo mai? Perché il mio peso non cambiava? Perché ogni tanto ero costretta a scomparire?

L’estremo struggersi di dolore della protagonista in seguito alla separazione mi è apparso inverosimile, vista la brevità della loro frequentazione. Avrei preferito una storia d’amore più lunga, con il racconto di qualche altro loro incontro, che mi avrebbe permesso di immedesimarmi e tifare maggiormente per il loro amore. Avrei preferito, in sostanza, una storia che mi restasse nel cuore e che mi facesse provare più empatia verso i sentimenti dei protagonisti.

Un elemento innovativo che l’autrice introduce nel mondo delle sue sirene è il ruolo dell’oceano. L’oceano diventa infatti un personaggio a tutti gli effetti, con una personalità ben distinta, caratterizzata da sentimenti profondi ma anche da debolezze. L’oceano diventa infatti Madre Oceano e il rapporto di odio-amore tra lei e Kahlen è molto intenso e ricco di spunti di riflessione. Per la sirena infatti, Oceano è la cosa più vicina ad una famiglia e traspare tutto l’amore che prova per questo essere eterno. Allo stesso tempo però Oceano è la responsabile della sua natura assassina, cosa per la quale soffre continuamente e non riesce ad accettare e perdonare.

Mi aveva detto di vivere, non sapevo come dirLe che il solo essere in vita non era sufficiente per chiamarlo vivere

In conclusione, nonostante alcune piccole critiche, la lettura di questo romanzo è stata di gran lunga piacevole. La scrittrice ha uno stile di scrittura leggero, scorrevole e soprattutto coinvolgente, infatti, leggerò sicuramente altri suoi lavori e sono infatti curiosa di leggere “The Selection”. Non bisogna dimenticare che questo è stato il primo romanzo scritto dall’autrice e sono quasi certa che nelle sue opere successive abbia uno stile più definito e maturo. Posso dare quindi un voto decisamente positivo e consigliarne la lettura a tutti coloro che desiderano rifugiarsi per qualche ora in un mondo nuovo che ha l’odore del mare e il sapore del sale.

Buona lettura!


Scheda del libro:

  • Titolo: The Siren
  • Autore: Kiera Cass
  • Editore: Sperling & Kupfer
  • Pagine: 287
  • Prezzo: 17.90 €
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Non è tempo di morire – Leonardo Gori

 

Bruno Arcieri, ex colonnello dei Carabinieri e spia in disarmo, vive a Firenze con la sua fidanzata francese Marie e dirige una trattoria con dei ragazzi di una comune.

Sono i giorni successivi alla strage di piazza Fontana a Milano ed è proprio per questa tragedia e per fare un favore ad una sua vecchia amica, che Arcieri si troverà a dover lasciare per qualche giorno Firenze e dirigersi a Milano.

Perché c’è una ragazza, Nicoletta Arnai, che è convinta che suo padre non sia rimasto coinvolto nell’esplosione della bomba di piazza Fontana come dicono gli inquirenti. Perché lei è sicura di aver ricevuto una telefonata dal padre pochi minuti dopo l’attentato e vuole a tutti i costi sapere che fine abbia fatto nonostante la madre e la nonna siano convinte della sua morte.

Anche Arcieri è convinto della morte di Antonio Arnai ma, per convincere anche la ragazza, decide di partire. Ma, oltre alle indagini sulla presunta morte dell’imprenditore, si ritrova a fare i conti anche con un’altra vicenda: quella di Angela, ragazza della comune che lavora in trattoria, accusata di furto e che il maresciallo Guerra, amico di Arcieri, chiede di portare a Milano per proteggerla e nasconderla fino a che non saranno chiari i capi d’accusa. Perché anche qui c’è più di quel che sembra.

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La strage della Banca dell’Agricoltura. Questo è l’interno della banca dopo l’attentato terroristico del 12 dicembre 1969 in cui persero la vita 17 persone

Arriva così a Milano ed inizia ad indagare sull’imprenditore. Parlando con una coppia di amici scopre molte cose che ignorava sia sul passato che sul presente di Arnai. Sembra quindi che Nicoletta avesse ragione: suo padre è ancora vivo. Ma ancora non gli è chiaro il quadro.

Contemporaneamente si ritrova a lottare con Angela, scoprendo che la ragazza è in crisi di astinenza per uso di oppiacei, non riuscendo a comunicare con lei e perdendola anche di vista per una fuga improvvisa.

Ma è tornando a Firenze che finalmente tutti i pezzi del puzzle tornano al loro posto. Ed è negli ultimi capitoli che si scoprirà che fine ha fatto Antonio Arnai e che si concluderà anche la vicenda di Angela.

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Leonardo Gori ci regala una narrazione scorrevole che però pecca di dispersione. Avrei preferito che la storia fosse concentrata sul caso che sembrerebbe essere la colonna portante del libro invece che intrecciarlo con un altro caso che ha ben poco del thriller che ci si aspetterebbe.

Inoltre, durante la narrazione, si fa riferimento a dei documenti ad alto rischio che aprirebbero delle falle nel sistema per quanto riguarda la strage di piazza Fontana. Punto che non è stato approfondito lasciando aperta la possibilità di un altro libro con l’ex colonnello Arcieri.

Nonostante questa piccola pecca il libro è ben scritto e la storia è abbastanza avvincente. Inoltre gli ultimi capitoli ci regalano dei bellissimi colpi di scena che lasceranno il lettore assolutamente esterrefatto.



SCHEDA DEL LIBRO

Pagine: 275
Editore: Tea
Prezzo: 14,00€

(In collaborazione con Thriller Nord)

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La Storia Infinita – Michael Ende

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“La storia infinita” di Michael Ende è un libro che prima o poi tutti dovrebbero leggere. Deve far parte del vostro bagaglio di letture, che siate grandi o piccini. Questo perché “La storia infinita” non è solo un romanzo pieno di avventure fantastiche e di personaggi stravaganti, ma è un libro che racchiude tutto ciò che un libro dovrebbe racchiudere per essere adatto ad ogni tipologia di lettore. Se volete leggerlo ai vostri figli fatelo, non capiranno forse le sfumature di significato più profonde, ma si godranno una storia fantastica che li farà sognare e fantasticare come dei bambini dovrebbero fare (e magari lascerà dentro di loro un messaggio molto bello). Se invece pensate di aver superato l’età per i fantasy vi dico: dategli una possibilità. Scoprirete tanto altro dietro questa storia e in ogni caso tornerete bambini per un po’, cosa che non fa mai male.

tumblr_mbv5m7jpdi1r1mnmzBastiano è un bambino di dieci o undici anni un po’ diverso dagli altri bambini. Tende ad isolarsi e a chiudersi in se stesso e non riesce a comunicare neanche con il padre, in particolare dopo la morte della madre. A scuola viene preso in giro proprio per la sua tendenza ad estraniarsi e a fantasticare. Un giorno capita per caso in una libreria dell’’antiquariato. Qui, il proprietario, un vecchietto, sta leggendo un libro intitolato (ovviamente) “La storia infinita”. Inspiegabilmente attratto da questo volume approfitta di un momento di distrazione del libraio per rubare il libro e uscire dal negozio. Sa di aver commesso un “crimine” e quindi, non volendo tornare a casa, si rifugia nella soffitta della sua scuola e inizia la lettura. La storia di questo libro vede protagonista un mondo fantastico di nome Fantàsia dove la sovrana, l’Infanta Imperatrice, soffre di un male ignoto che sta distruggendo piano piano tutto il regno essendo lei stessa collegata imprescindibilmente ad esso. Per risolvere la questione viene assegnata una missione al giovane Atreiu che dovrà trovare una soluzione prima che sia troppo tardi. Ma Bastiano non avrà solo un ruolo da lettore, perché è proprio un figlio dell’’uomo che potrà salvare il mondo di Fantasia.
Il come ciò possa avvenire lo lascio alla vostra lettura!

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Atreiu e Fùcur in una scena dell’omonimo film (Ma quant’è bellino Fùcur? *-*)

L’abilità narrativa è sorprendente e i personaggi, sia i principali che quelli secondari, sono meravigliosi: interessanti, di spessore, e soprattutto tutti tasselli importanti per la storia. “La storia infinita” è una storia dentro la storia, un po’ come una matrioska. Potrebbe essere anche la nostra e in alcuni punti, devo ammetterlo, mi è piaciuto immaginarla così.

Ho amato le scene suggestive ed evocative e la potenza descrittiva, il gioco tra immaginazione e realtà, i valori dell’’amicizia, della lealtà e dell’’amore di cui il romanzo è pregno.
Trovo che la scrittura di fantasia come mezzo per descrivere qualcosa sia uno tra i tipi di narrazione più nobili. Inoltre “La storia infinita” è stato un continuo stimolo alla mia fantasia, un bellissimo esercizio di immaginazione.

Questo romanzo l’ho detto, è molte cose. È un romanzo di formazione, che vede Bastiano protagonista di un percorso di crescita straordinario. Ma oltre a tutto ciò di cui ho parlato, “La storia infinita” può essere benissimo vista come una critica all’aridità mentale in cui lentamente il consumismo e il materialismo potrebbero portarci. Una storia come questa, che è un inno alla fantasia, sotto sotto ci sprona a non trascurare il nostro mondo interiore. E questa, la trovo una cosa bellissima.

michael-ende-605892lPenso di aver detto veramente tutto. Ho cercato di trasmettervi i sentimenti che questo gioiello mi ha fatto provare. Non ho ancora visto il film, ma lo farò a breve anche se Michael Ende non l’ha affatto apprezzato. «Auguro la peste ai produttori. Mi hanno ingannato: quello che mi hanno fatto è una sozzura a livello umano e un tradimento a quello artistico» questo è ciò che dice a riguardo. (molto dolce ❤ )
Fatemi sapere nei commenti se voi invece l’avete visto e cosa ne pensate sia del film che del libro.

Vi lascio qui alcune considerazioni/idee/commenti di alcuni utenti della pagina IRead la Tana del Lettore che ogni mese si riuniscono in un gruppo di lettura online per discutere della lettura del mese!

  • Questo libro ha tantissimi significati che non credo di essere riuscita a cogliere nella loro interezza e probabilmente sarebbe difficile anche per un bambino! Io credo che la protagonista di questo libro sia l’immaginazione che ha aiutato Bastiano a credere di nuovo in se stesso e ad accettarsi così com’è dopo tante peripezie e un bellissimo percorso interiore mascherato da avvenimenti fantasiosi! Io la vedo così (Maria Vittoria Molitierno)
  • Il libro ha davvero un messaggio molto profondo e credo sia addirittura più per adulti che per bambini! Credo che simboleggi la vita difficile di ognuno di noi che può essere alleviata dalla lettura di un mondo fantastico totalmente diverso da quello reale! Poi dopo tutte le avventure c’è l’accettazione della propria vita e ci si rende conto delle persone che ci vogliono davvero bene! (Federica Molitierno) 
  • Io credo che il mondo di Fantasia sia sempre dietro l’angolo, bisogna avere gli occhi di un bambino o la follia di chi crede ancora che sia possibile trovarlo per riuscire a vederlo.(Lalla Liber) 
  • Secondo me, il messaggio è che senza fantasia, la realtà non può sopravvivere. Se la gente dimentica i sogni, Fantasia muore. Ma quando Bastian inizia a dimenticare la realtà, è lui che si spegne a poco a poco. Ognuna ha un suo posto e un ruolo attivo nel rendere la vita piena e degna di essere vissuta.(Sara Minervini)
  • Secondo me è un libro adatto per gli adoloscenti, in quel momento in cui ci si sente fuori posto, fuori sincro, diversi. (Alessandra Marega)
  • Non smettere mai di sognare, di fantasticare, di viaggiare con la fantasia. I sogni si realizzano così.(Benedetta Flavia Lucina)

 

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“Ciò che aveva sperato era stato la sua rovina, e ciò che aveva temuto era stato la sua salvezza”     Grazie a Bianca Cataldi per la citazione e la traduzione

 

Scheda del libro

  • Titolo: La Storia Infinita
  • Autore: Michael Ende
  • Editore: TEA
  • Pagine: 436
  • Prezzo: 11€