Agenzia A di Matsumoto Seicho è un giallo ambientato alla fine degli anni ’50 in Giappone. Teiko ha ventisei anni, è in là ormai con gli anni per la società giapponese dell’epoca, decide quindi di sposarsi con un matrimonio combinato. Il suo sposo, Uhara Ken’ichi, ha dieci anni più di lei e lavora per una prestigiosa azienda pubblicitaria: l’Agenzia A.
Ken’ichi ha trascorso gli ultimi anni della sua vita tra Tokyo e Kanazawa: da scapolo viveva venti giorni al mese a Kanazawa e il restante tempo a Tokyo, alternandosi nelle due città per lavoro. Una volta sposato intende accettare una promozione che lo porterà a lasciare per sempre la città in mezzo alla neve, per stabilirsi nella metropoli. Ken’ichi e Teiko si sposano, Ken’ichi sembra amare davvero la donna, trova che sia molto bella, vuole vivere con lei. Teiko però percepisce nelle sue parole un alone di mistero: le sembra che tra le righe si percepisca la presenza di un’altra donna. Ma tutti quelli che conoscono Uhara Ken’ichi sostengono che lui sia integerrimo e non abbia mai avuto relazioni prima del matrimonio.
La cosa stupisce Teiko: è strano per lei che un uomo che si sta avvicinando ai quarant’anni non abbia mai avuto qualche altra donna in passato. Teiko accetta di buon grado quello che le viene detto e aspetta fiduciosa che la loro vita coniugale cominci e si stabilizzi. Infatti, poco dopo il viaggio di nozze, Ken’ichi viene mandato a Kanazawa per l’ultima volta, per salutare i clienti e passare l’incarico nella città al suo collega, Honda.
Passano i giorni e, quando arriva la data del ritorno dell’uomo, di lui non si ha traccia. Teiko viene contattata dall’ufficio del marito: che fine ha fatto Uhara? Il fratello Sotaro e la cognata non sembrano particolarmente preoccupati. Sicuramente Ken’Ichi salterà fuori prima o poi, magari è andato a trovare un amico o qualche conoscente. Teiko, non conoscendo il marito, non sa cosa aspettarsi, ma decide di partire per Kanazawa e andarlo a cercare. Qui viene aiutata da Honda e, dopo aver denunciato la scomparsa di Ken’ichi, inizia ad indagare sulla sua scomparsa.
Ad aumentare il mistero sulla sua sparizione ci sono due foto, che rappresentano due case estremamente diverse l’una dall’altra: una ha un aspetto a metà tra una casa giapponese e una casa all’occidentale, l’altra invece rappresenta senza dubbio una casa povera di campagna. Le due foto sono custodite in un libro di giurisprudenza in inglese, di cui Teiko non sa nulla, ma la cui visione rimane impressa nella sua mente.
La cosa viene acuita quando, a Kanazawa, Teiko e Honda si recano alla fabbrica Murota spa, un’azienda con cui Ken’ichi aveva collaborato proficuamente; il signor Murota, il proprietario, e la moglie Sachiko conoscevano l’uomo e ne erano diventati amici. Teiko entrando nella loro casa riconosce la sagoma vista nella fotografia nascosta dal marito: la casa con parti occidentali e giapponesi mescolate.
Le indagini vanno avanti e vengono ulteriormente intrecciate quando compare sulla scena Sotaro, il fratello di Ken’ichi, che però nasconde qualcosa. L’uomo infatti ha raccontato alla moglie, la cognata di Teiko, di dover fare un viaggio a Kyoto e di passare quindi sulla strada del ritorno per Kanazawa, così da poter aiutare Teiko nella ricerca del fratello. Ma Sotaro sembra essere presente nella cittadina da ben prima e si comporta in maniera strana. Le stranezze culminano quando l’uomo viene ritrovato morto avvelenato da un whisky in un ryokan non lontano da Kanazawa. Le tracce sul suo delitto portano ad una donna vestita con abiti molto sgargianti, sui toni del rosso, una donna che ricorda all’opinione pubblica le pan pan, le giovani donne giapponesi che subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e l’occupazione del Giappone, avevano intrattenuto rapporti con i soldati americani.
Dov’è Ken’ichi? Chi ha ucciso Sotaro? Cosa nascondeva alla cognata? Chi era davvero Ken’ichi?
A queste e a tante altre domande Teiko dovrà rispondere nel corso delle indagini portate avanti, indagini ben avviluppate e intrecciate attorno a un segreto molto pericoloso.
Matsumoto Seicho in Agenzia A ha costruito un giallo al cardiopalma, in cui attraverso il punto di vista di Teiko ci racconta la scomparsa di un uomo e la sua risoluzione, andando a toccare tematiche molto importanti per il dopoguerra giapponese. La figura delle pan pan viene qui ben raccontata e descritta: ragazze spesso molto intelligenti, laureate, che venivano costrette dalla sorte, dopo la sconfitta in guerra del Giappone, a prostituirsi e intrattenersi con gli americani. Vestivano con colori accesi, rossi, blu, gialli, per distinguersi dalle brave ragazze giapponesi che indossavano tessuti dalle tonalità scure e dagli elementi poco appariscenti. Una volta che riuscivano a staccarsi da questo mestiere riuscivano anche a rifarsi una vita, spesso, dimenticando il passato.
La figura delle pan pan è ancora poco conosciuta e Matsumoto Seicho nel suo romanzo ha sicuramente seminato informazioni per approfondirla e conoscerla meglio. In Agenzia A c’è un bel contesto storico e ambientale, con la presenza preponderante delle linee ferroviarie e la nomina di diverse cittadine giapponesi, che fanno da paesaggio al mistero da risolvere, rendendo la narrazione molto più ricca e vivida.
SCHEDA DEL LIBRO
Editore: Mondadori
Pagine: 370
Prezzo: 15.00€
Voto: 8/10