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Jo & Laurie – Margaret Stohl e Melissa de la Cruz

Tutte noi da bambine quando abbiamo letto Piccole donne e Piccole donne crescono abbiamo sempre riflettuto sul finale di Josephine March, una delle eroine letterarie più amate di sempre. In tante abbiamo sperato, o perlomeno pensato, che sarebbe potuto essere diverso il suo destino. Non accanto al professor Baer, ma accanto al suo amato amico di infanzia, Laurie.

Louisa May Alcott non ha voluto, a suo tempo, coronare la storia d’amore a lieto fine tra Jo e Teddy, facendo però rimanere quest’ultimo in famiglia, poichè nel secondo volume di avventure Laurie sposa la sorella March più piccola, Amy.

Margaret Stohl e Melissa de la Cruz hanno voluto immaginare un finale diverso. Siamo nel 1869, l’anno prima Josephine March ha dato alle stampe il suo romanzo, diventato caso editoriale in tutto il mondo, Piccole donne. Basato sulle vicende della sua famiglia e delle sue sorelle, ha raccontato di scherzi, teatrini, passioni d’amore tra Meg e il professor Brooke, quando nella realtà i due non si sono mai rivolti la parola. Jo ha inserito nel romanzo una zia ricca, zia March, l’amata sorella Beth è sopravvissuta alla scarlattina ed è ancora viva. Tutti ora acclamano a gran voce un seguito: arrivano tutti i giorni decine di lettere dal resto del mondo indirizzate alla scrittrice.

Si chiedono tutti: come finirà? Jo e Laurie si sposeranno? Quale destino attende le sorelle March?

Ma Jo non sa proprio come portare avanti il romanzo. Non crede che il matrimonio debba essere per forza la strada da percorrere per lei e le sue sorelle letterarie. Non vuole raccontare la morte di Beth, la preferisce viva in quelle pagine, ma non riesce ad essere soddisfatta della sua storia. Inserisce pirati, viaggi intorno al mondo, ricevendo però ripetutamente rifiuti dall’editore. Poi Meg non tollera l’essere diventata lo zimbello della città e del mondo: lei con il professor Brooks non ha mai neppure parlato!

Qualcosa cambia quando Laurie regala una settimana a New York a Jo. I due partono alla volta della Grande Mela e Jo trova una sorpresa: qui ci sono anche Meg e il professore di Laurie a fare da chaperon. Sarà una settimana ricchissima: la compagnia girerà per musei, teatri dell’opera, caffè letterari famosi e Jo potrà assistere ad una lettura di Charles Dickens, l’autore tanto amato. Le sorprese non finiscono qui: Laurie ha fatto confezionare un abito meraviglioso direttamente da Parigi, per la sua Jo, che non può accettare un vestito così ricco e vistoso e lo donerà alla sorella Meg.

A New York c’è anche una nuova conoscenza: Lady Harriett Carmichael, un’amica di vecchia data di Laurie e del suo ambiente sociale, che avrà un ruolo non di poco conto nella vita delle sorelle March. Capitolo dopo capitolo leggiamo i diversi punti di vista di Jo, Laurie e Meg: assistiamo al corteggiamento del professor Brooks, ai sentimenti di Meg, alla lotta interiore, alla paura e allo spirito di indipendenza di Jo, al profondo affetto di Laurie per quest’ultima. Leggiamo pagina dopo pagina sperando che il vero amore vinca, che vinca l’amicizia, contro la solitudine, contro i pregiudizi.

Margaret Stohl e Melissa de la Cruz riescono a scrivere un romanzo che immagina la vita di Josephine March e della sua famiglia in parallelo alla costruzione del racconto del secondo romanzo. Se anche la finzione narrativa poi rispetta l’intreccio che conosciamo, ci viene lasciata possibilità di sognare e palpitare con i retroscena dell’autrice, che non vanno in alcun modo a rovinare uno dei capisaldi della letteratura americana di tutti i tempi. Jo & Laurie è un bel romanzo che potete regalare e regalarvi per natale, da mettere sotto l’albero e da leggere sotto le coperte.

P.s.: ad arricchire il romanzo sono presenti diverse illustrazioni per i personaggi che non guastano per nulla.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Vintage editore
Pagine: 306
Prezzo: 18,00€
Voto: 9/10

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Madame de Treymes – Edith Wharton

Madame de Treymes è il personaggio femminile che tiene le redini della vicenda di questo romanzo breve di Edith Wharton. Durham è un americano che sta soggiornando a Parigi, in mezzo alla nobiltà e alla buona società francese e di americani trapiantati in Francia. Durham si è innamorato di una donna, Fanny, nata Brisbee, sposata anni prima con Monsieur de Malrive.

L’uomo si è presto dimostrato inadatto alla vita matrimoniale e a quella di padre, tanto che la separazione da Fanny è stata piuttosto semplice, permettendo così alla donna una vita tranquilla a Parigi accanto al figlio di otto anni. Fanny ama Durham, ma è consapevole di non poter chiedere il divorzio, sa che la società di cui fa parte non lo accetterebbe, vista la religione cattolica dei Malrive.

Durham allora cerca di convincere una delle parenti più prossime dei Malrive, Madame de Treymes, della veridicità dei suoi sentimenti e della bontà che li muove, per avere una buona parola sincera da parte sua con la madre e con il fratello: spera così nella concessione del divorzio e in una futura unione legittima con Fanny.

La battaglia però sembra persa: Madame de Treymes dice che la sua famiglia, la loro religione, non possono permettere un divorzio e nuove nozze, però se ci fosse un piccolo aiuto da parte di Durham per rimpinguare le sue tasche da cui la signora ha attinto per fare prestiti ad un suo amante… La morale di Durham è ferma: non sottostarà ai ricatti e non si presterà a traffici illeciti. Con la tristezza nel cuore si reca a casa di Fanny per annunciare la sua sconfitta con i parenti di suo marito.

Ma la decisione di acconsentire al divorzio da parte della famiglia di Monsieur de Malrive arriva a dare felicità ai due innamorati. Tutto sembra debba volgere al bene per i buoni della storia, ma qualcosa viene nascosto e macina nel fondo degli animi di questo piccolo ecosistema.

Madame de Treymes si presenta come un breve libro che contiene tante tematiche care alla sua autrice: abbiamo la critica alla società del tempo, la critica al divario tra Europa e America, con il trattamento riservato dalle famiglie europee agli americani, la critica all’ipocrisia di un mondo di inizio Novecento. La tematica del divorzio che tornerà a grandi passi nel capolavoro di Edith Wharton L’età dell’innocenza, è qui ben analizzata seppur in poche pagine, mostrando i suoi risvolti soprattutto sociali, oltre che morali. Allo stesso tempo Edith Wharton costruisce due personaggi molto diversi tra loro per indole, coscienza, che sembrano però incontrarsi in alcuni punti: Durham e Madame de Treymes.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Passigli editori
Pagine: 105
Prezzo: 10€
Voto: 7/10

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Che razza di libro! – Jason Mott

Che razza di libro! di Jason Mott è arrivato nelle librerie italiane il 12 maggio grazie a NN Editore.

Con questo libro l’autore ha vinto il National Book Award 2021 e il Sir Walter Raleigh Prize for Fiction 2021.

Siamo in America. Uno scrittore ha pubblicato il suo romanzo d’esordio che sta riscuotendo molto successo. Gira l’America in lungo e in largo per promuovere il suo libro tra interviste e presentazioni nelle librerie.

Durante una di queste sessioni di promozione l’autore incontra un ragazzino dalla pelle nerissima che solo lui può vedere. Soffrendo di una malattia che gli impedisce di distinguere la realtà dalla fantasia, l’autore pensa che il bambino non esista. Al contrario il bambino afferma di essere assolutamente reale, solo di essere in grado di diventare invisibile.

Dopo questo primo incontro il Ragazzino (così come lo ribattezza l’autore) diventerà quasi parte integrante delle peregrinazioni dello scrittore: sempre presente e sempre e solo visibile a lui.

Ma la presenza del Ragazzino, a lungo andare, porterà l’autore a fare i conti con il suo passato. Un passato a cui tenta di sfuggire, che tenta di dimenticare seppellendolo sotto la mole di fantasticherie che sogna. Ma lo porterà a fare i conti anche con il suo presente: un presente che lo accomuna al Ragazzino e a tutti gli altri uomini e donne di colore; un presente che non è cambiato quasi per nulla rispetto al passato. Un presente che fa male e che non si sentiva pronto ad affrontare.

E poi, alla fine, capirai che siete tutti la stessa persona, che loro sono te. E questo ti spezzerà il cuore e ti renderà anche orgoglioso. E il ciclo della rabbia e della depressione rincomincerà daccapo, ogni volta, e l’unico modo per sfuggirgli è fingere di non vedere quanto è guasto il mondo. Sarà così per tutta la vita.

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Jason Mott ci regala un romanzo, un piccolo gioiello, mettendo a nudo quello che, ancora oggi, è discriminazione e pregiudizio, sognando un mondo dove il colore della pelle non segni più un confine o una differenza.

Si tratta di uno stile lucido, a tratti commovente, eppure intriso di ferocia. La scrittura di Mott si rivela molto facile rimanendo lieve anche nei momenti più drammatici, evitando di cadere nello sdolcinato.

La storia di un’intera razza, di discriminazioni che vanno avanti da secoli, di omicidi impuniti: questo è quello che questo libro vuole gridare a squarcia gola. Ma lo fa con un tono pacato, non tralasciando momenti esilaranti, unendo meravigliosamente la cruda realtà con il sogno di un uomo che è quello di un’intera popolazione.

I personaggi, pur rimanendo in un limbo quasi onirico, sono ben caratterizzati e contrapposti tra loro: mentre l’autore si trincera dietro la sua scrittura e la sua fantasia iperattiva, il Ragazzino è un elemento estremamente lucido, presente a se stesso e al mondo (per come l’ha conosciuto) con un chiaro intento da perseguire.

Che razza di libro! di Jason Mott è una lettura particolare e delicata che mette il lettore di fronte ad una verità troppo spesso taciuta e ignorata.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: NN Editore
Pagine: 320
Prezzo: 19.00
Voto: 8.5/10

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Addio alle armi – Ernest Hemingway

Addio alle armi di Ernest Hemingway è un romanzo pubblicato nel 1929 e in Italia disponibile nella collezione Oscar Moderni di Mondadori.

Il romanzo fu cominciato nel 1928 e terminato nell’autunno di quell’anno salvo poi essere riscritto tra l’autunno e l’inverno dello stesso anno fino ad approdare alla sua versione definitiva nel 1929.

Frederic Henry è un giovane americano arruolatosi, volontariamente, tra le linee mediche dell’esercito durante la Prima guerra mondiale. Si trova sul fronte italo – austriaco durante l’ultimo anno di guerra.

Qui conosce un’infermiera, anche lei americana, Catherine. Inizialmente per lui rappresenterebbe solo un’avventura, qualcosa di diverso dalle ragazze della casa di piacere. 

Durante un attacco rimane gravemente ferito e, dopo un primo soccorso in uno degli ospedali da campo, viene trasferito ad un ospedale di Milano. Qui rincontra Catherine e tra i due nasce una vera e propria storia d’amore.

Naturalmente arriva il momento, per i due, di separarsi: Frederic deve rientrare al fronte. Qui lo aspetta un destino infausto: siamo alla disfatta di Caporetto, l’esercito italiano deve battere in ritirata. E proprio durante la ritirata, per un equivoco, Frederic si troverà ad essere un disertore che deve, in tutti i modi, tornare in patria e da Catherine sano e salvo.

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Ernest Hemingway scrive questo romanzo ispirandosi alla sua esperienza sul fronte italiano durante la Prima guerra mondiale.

L’autore riesce nell’impresa di raccontare l’esperienza dell’amore all’interno di uno dei più grandi e disastrosi conflitti del mondo. Non solo l’amore inteso nel senso romantico del termine, ma anche l’amore verso la propria terra, verso i propri commilitoni ed in generale per la vita.

Con uno stile apparentemente chiaro ed accessibile a tutti ci vengono raccontate le lunghe ore di attesa, il desiderio che la guerra giunga al termine, il sottile senso di disperazione che viene attenuato con l’alcool.

Hemingway si dilunga su cose che sembrano frivole o scontate, riduce i dialoghi all’osso, rallenta il ritmo della narrazione a dispetto di quello che la storia e la guerra possa realmente chiedere. 

Un romanzo che, anche nella sua versione definitiva, risente della sua genesi: un processo creativo che portò lo scrittore ad elaborare ben quarantasette finali (tutti disponibili in questa edizione) ma a riscrivere, correggere e tagliare più volte un manoscritto che contava più di seicento pagine.

Addio alle armi di Ernest Hemingway non è un romanzo per tutti: ci vuole pazienza per arrivare alla fine e la volontà di scavare nella storia che è solo la punta dell’iceberg.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Mondadori
Pagine: 325
Prezzo: 14.00€
Voto: 7.5/10

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Pian della Tortilla – John Steinbeck

Pian della Tortilla di John Steinbeck è un romanzo del 1935 edito in Italia da Bompiani.

Arrivato in Italia nel 1939 è uno dei primi successi dell’autore americano.

Ci troviamo a Monterey, in California, per la precisione nella parte collinosa della città conosciuta come Pian della Tortilla dove abitano gli ultimi discendenti californiani con sangue messicano, spagnolo, indio e caucasico.

Qui abita Danny, un nullafacente, che all’improvviso si trova proprietario di due case ereditate dal nonno. Mentre lui occupa una delle due case decide di affittare l’altra al suo amico Pilon: ovviamente un affitto per così dire dato che Pilon, esattamente come Danny, è un nullafacente che vive per espedienti.

Intorno a queste due figure ruotano altre cinque vite: cinque paisanos altrettanto nullafacenti. Ben presto, a causa di un incendio che distrugge la casa di Pilon, questi sette amici si troveranno a vivere sotto lo stesso tetto.

Un racconto continuo fatto di ubriacature, espedienti per sopravvivere, truffe, zuffe e pseudo innamoramenti dove la sola idea di lavoro viene cortesemente respinta dai protagonisti che continuano imperterriti sulla loro strada.

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John Steinbeck scrive un romanzo ambientato nel periodo della Grande Depressione degli anni Trenta, periodo in cui imperversava la miseria e la vita, soprattutto per le minoranze etniche, era molto dura.

Partendo da questo presupposto crea Danny e i suoi amici: una sorta di Re Artù e Cavalieri della Tavola Rotonda poveri che preferiscono di gran lunga una nottata in prigione a smaltire una sbornia piuttosto che darsi da fare per guadagnarsi da vivere.

Per questi personaggi anche l’essere proprietario di una casa, avere un tetto sopra la testa, diventa fonte di problemi: possedere qualcosa può, ai loro occhi, deturpare le cose belle della vita come l’amicizia, il senso di condivisione e l’allegria.

Uno sguardo psicologico, questo, piuttosto anormale rispetto a quello che la società si aspetterebbe. Ed è infatti quello l’intento di Steinbeck: provocare i moralisti dell’epoca e dare loro una lezione ovvero che, proprio nel momento in cui non si ha niente, si è più propensi a condividere e ad onorare i propri amici.

La storia è tuttavia frammezzata: non c’è un vero e proprio excursus cronologico ma sono episodi presi qui e lì e raccontati con l’intento di divertire il lettore ed impartirgli, nello stesso tempo, una lezione.

Intento che, purtroppo, a me non è arrivato: ho trovato lo stile di Steinbeck piatto, privo di verve, nessun particolare che possa saltare all’occhio. Inoltre ho trovato i personaggi e il loro modo di vivere alquanto irritanti e noiosi.

La narrazione scorre lenta, priva di qualsiasi colpo di scena, una ripetizione sempre uguale degli stessi avvenimenti. Nessun guizzo che mi abbia condotto alla fine con piacere.

Pian della Tortilla di John Steinbeck è stato il mio approccio a questo autore e credo che, almeno per ora, rimarrà l’unico.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Bompiani
Pagine: 263
Prezzo: promo Bompiani 2×9.90€
Voto: 4/10

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Raggi di luna – Edith Wharton

Uscito in patria nel 1922 Raggi di luna di Edith Wharton è stata la seconda lettura del viaggio mio e di Daniela nel mondo dei classici poco conosciuti.

Abbiamo Susy e Nick Lansing: lei abituata al lusso ma senza mezzi, vive ormai da anni adattandosi a fare da chaperon alle sue ricche amiche, facendo loro favori non sempre leciti, in cambio di ospitalità; lui è uno scrittore spiantato, dai grandi ideali ma senza denaro. I due giovani si incontrano e piacciono, decidono di fare un patto: sposarsi e vivere finché sarà possibile grazie al sostentamento degli assegni matrimoniali e del gentile prestito delle ville degli amici. Quando avranno esaurito le loro possibilità economiche, oppure avranno incontrato qualcuno che potrà metterli a proprio agio esaudendo le loro necessità, si separeranno senza indugio.

Un compromesso quindi, che permette ai novelli sposi di trascorrere un mese sul lago di Como, presso la villa di Strefford, amico di Susy, nipote di un ricco Lord, con poco denaro, grande simpatia e spirito di scherno nei confronti degli amici ricchi. Qui il sentimento tra Nick e Susy sembra aumentare, tant’è che entrambi, sotto i raggi di luna della serata italiana, si sentono felici. Il soggiorno successivo, a Venezia, segna per entrambi una svolta.

Ellie Vanderlyn, moglie di Nelson Vanderlyn, ha prestato la villa ai coniugi, lasciando la figlia Clarissa alle loro cure ed è andata via con il suo amante, affidando a Susy quattro lettere da imbucare a cadenza settimanale, al marito. Susy è schifata dal compromesso a cui Ellie la costringe per vivere a casa sua, mantiene il silenzio con Nick, perchè si vergogna di essere a conoscenza di un adulterio e di prestarsi al suo mantenimento. Le settimane trascorrono, tra passeggiate in gondola, incontri con la comunità di amici americani giunti in vacanza per l’estate in città, il caldo italiano. Arrivano anche gli Hicks, con la figlia Coral, amici di Nick, appassionati di archeologia, Strefford e tanti altri.

L’idillio d’amore di Nick e Susy si crepa, quando torna a Venezia Ellie che, volendo ringraziare i due per l’aiuto a nascondere la sua tresca, regala a Susy un bracciale e a Nick una spilla, entrambi gioielli molto preziosi. Nick così scopre e capisce cosa ha dovuto fare Susy e se ne va con la promessa di tornare e farsi vivo in un paio di giorni.

Le loro strade a questo punto si dividono: Nick parte per Milano e poi per Genova, dove incontra nuovamente gli Hicks che stanno per partire per una crociera; Susy aspetta a Venezia ancora un po’ e poi si trasferisce a Parigi da un’altra ricca amica e trascorre i successivi mesi ad aspettare notizie di Nick. Nel mentre Strefford diventa ufficialmente Lord, si prospetta così per la nostra ragazza un’effettivo cambio di scenario e una nuova possibilità matrimoniale, che potrà effettivamente darle tutti gli agi a cui Susy non pensa di poter rinunciare.

Edith Wharton racconta con sguardo limpido e scevro da preferenze i due protagonisti, presentandone luci e ombre: nessuno è completamente positivo, ognuno agisce secondo abitudini, consuetudini, pensieri. Susy è abituata ad arrangiarsi sempre, motivo per cui, seppur soffrendone da un punto di vista morale, accetta di compiere determinate azioni e di sottomettersi alle amiche ricche che ne chiedono i favori, soffre per essere incompresa da Nick. Nick agisce quasi senza pensare, si aggrappa a certe convinzioni morali senza accorgersi che è grazie all’arrangiarsi di Susy se ha potuto avere determinati agi, poi lui per primo agisce pensando al suo tornaconto, passivamente e in balia degli eventi.

Attraverso Susy e Nick la Wharton fa anche una critica aspra della società di ricchi borghesi e nobili di cui i due fanno parte: non manca l’ipocrisia, l’interesse egoistico, la solitudine di chi sotto sotto vorrebbe cambiare la sua situazione ma fatica a riuscirci. Raggi di luna diventa così un romanzo psicologico e sociale, in cui ad essere prevalenti sono la società e la critica ad essa, i sentimenti e la psicologia di un’eroina, Susy, che si accosta molto facilmente alle altre protagoniste degli altri romanzi letti. Vi lascio di seguito i link alle altre mie recensioni presenti su questo blog e su 4.0 blog, dove ho collaborato per circa un anno e mezzo.

L’età dell’innocenza: https://leggendoabari.wordpress.com/2017/03/01/leta-dellinnocenza-edith-wharton/

La casa della gioia: https://40blogsite.wpcomstaging.com/2019/07/22/la-casa-della-gioia-di-edith-wharton/

Sorelle Bunner: https://40blogsite.wpcomstaging.com/2019/10/16/sorelle-bunner-edith-wharton/

La pietra di paragone: https://leggendoabari.wordpress.com/2020/01/21/la-pietra-di-paragone-edith-wharton/

La ricompensa di una madre: https://leggendoabari.wordpress.com/2021/01/18/la-ricompensa-di-una-madre-edith-wharton/

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Corbaccio (la copia in mio possesso, ora è stato ripubblicato da Bollati Boringhieri)
Pagine: 270
Prezzo: io l’ho comprato usato a 3/4€, in commercio costa 16,50€
Voto: 8/10

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Molto rumore per Peter – Jean Webster

Molto rumore per Peter è un romanzo di Jean Webster, tradotto e pubblicato da Vintage editore per inaugurare la collana Old Vintage, con traduzione di Maria Elena Salvatore.

Ho conosciuto Jean Webster grazie al cartone animato Papà Gambalunga, andato in onda su Italia Uno durante gli anni della mia infanzia; ne ho letto il romanzo e ho recuperato nel corso degli anni le altre storie pubblicate in Italia. Grazie alla collaborazione con la casa editrice ho potuto leggere questo piccolo gioiello.

Protagonista del romanzo è Peter Malone, irlandese di nascita, stalliere tuttofare al servizio della ricca famiglia Carter, composta da Mr e Mrs Carter, Miss Ethel e Robert, detto Bobby, il piccolo di casa. Accanto alla villa c’è la tenuta di Mr Jasper, con il figlio Harry, innamorato della giovane civettuola Ethel. Il microcosmo dei domestici della tenuta ha un suo equilibrio, una sua scala sociale: Peter ormai serve da più di dieci anni Joe e spera che presto ne potrà prendere il posto come cocchiere. Hanno però tutti qualche problema con le cameriere, che cambiano in continuazione, almeno fino a quando non arriva Annie, anche lei irlandese, da cui Peter viene attratto.

Leggiamo la quotidianità raccontata dal punto di vista di Peter: i capricci dei padroni che si ripercuotono sul dovere di adeguarsi della servitù, i disastri combinati da Bobby e dai suoi cugini, con cui ne combinerà di cotte e di crude, le piccole rivincite di Peter sull’orgoglio di Mr Carter, i litigi con la sua Annie, la nascita di un amore e infine il matrimonio. Dieci capitoli in cui viene raccontato uno spaccato sociale, quello di una famiglia ricca americana di inizio Novecento e della compagnia di uomini e donne al suo servizio.

Non mancano, accanto alle risate per le disavventure e i grattacapi a cui Peter dovrà trovare soluzione, anche riferimenti alla situazione sociale del periodo. Un membro della servitù infatti, un nuovo giardiniere, Vittorio, italiano di origini, comincerà a lavorare per i Carter, scatenando le gelosie di Peter, soprattutto quando lo vedrà gironzolare attorno ad Annie, suscitando sentimenti di pregiudizio nella piccola combriccola che vedrà nell’italiano qualcuno da attaccare. La situazione arriverà ad un punto di svolta quando si scoprirà che Vittorio ha combattuto ad Adua con i bersaglieri e tutto ciò porterà gli uomini a rispettarlo di più.

Molto rumore per Peter è un romanzo che si lascia leggere molto velocemente, con uno stile leggero, divertente, che incanterà il lettore che lo vorrà prendere in mano e ne vorrà intraprendere la lettura. Sicuramente leggerò altro di questa casa editrice, che ringrazio per aver portato questa traduzione di Jean Webster in Italia.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Vintage Editore
Pagine: 232
Prezzo: 15.00€
Voto: 7.5/10

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La metà scomparsa – Brit Bennett

La metà scomparsa di Brit Bennett è un romanzo uscito per l’editore Bompiani quest’anno. Protagoniste del romanzo sono le sorelle gemelle Desirèe e Stella Vignes. Le due ragazze vivono a Mallard, una piccola cittadina il cui nome neanche è indicato sulle mappe. Lì vivono solamente persone di colore, non color cioccolato, ma un marroncino più chiaro e vicino al bianco, una sfumatura non poi tanto diversa dalla pelle olivastra dei greci. Siamo negli anni Cinquanta, c’è il segregazionismo, ci sono le vite separate delle persone di colore e dei bianchi: e c’è un razzismo ancora più sottile, degli abitanti di questa città nei confronti dei neri. La madre delle gemelle Adele aveva sposato anni prima Leon, che sarebbe stato torturato e poi ucciso da un gruppo di bianchi, a casa sua, sotto gli sguardi delle due bambine che erano rimaste nascoste dietro la porta della stanza.

Desirèe è uno spirito ribelle, non riesce mai a stare ferma, le piace recitare e avrebbe ottenuto un ruolo importante nello spettacolo scolastico, se la figlia del sindaco non l’avesse avuto grazie ad un’importante donazione del padre alla scuola. Stella è più taciturna, silenziosa, misteriosa e ha già provato a fingersi bianca in un negozio, immagina una vita diversa. Nell’agosto del 1954 le gemelle abbandonano Mallard, scappano da una vita logorante, al servizio dei bianchi, da cui hanno cominciato a lavorare dopo aver abbandonato la scuola: hanno sedici anni e vogliono ricostruirsi un futuro lontano.

Così arrivano a New Orleans e cominciano a lavorare. Ma dopo pochi anni Stella sparisce nel nulla, senza lasciare traccia di sè. Le loro vite si separano per sempre: Desirèe sposerà l’uomo più scuro che incontrerà ed avrà da lui una figlia, June, con cui fuggirà nel 1968 da casa per tornarsene a Mallard, per allontanarsi il più possibile dalla violenza dell’uomo. Stella entrerà sempre più nel nuovo personaggio di orfana bianca e la attenderà un futuro pieno di bugie.

Entrambe le donne vivranno le loro vite ripensando continuamente ai fantasmi del loro passato, passando il testimone della narrazione alle figlie, June e Kennedy, i cui percorsi andranno ad intrecciarsi sempre di più, come due segmenti non perfettamente paralleli.

Brit Bennett ha scritto una storia familiare che dal 1954 ci porta fino alla fine degli anni Ottanta, attraverso tre generazioni di donne e ci racconta un contesto molto particolare: innanzi tutto ci parla di razzismo, sempre imperante quasi nella cultura americana. Razzismo dei bianchi nei confronti dei neri, dei neri nei confronti delle persone più chiare ma sempre di famiglia di colore, razzismo di questi ultimi nei confronti dei bianchi. Poi c’è una ricerca costante di scoperta della propria identità: Stella non sa chi è e fugge da ciò che la spaventa, si inventa una nuova Stella; Desirèe da moglie diventa madre, figlia e amante; June da figlia senza padre, abituata ad essere denigrata per il colore tanto scuro della sua pelle, sogna di realizzarsi grazie all’atletica prima e allo studio poi, si innamora di Reese. Reese, coetaneo di June, è nato Therese ed è fuggito da una famiglia che non era disposta ad accettarlo, non senza fatica cerca di costruire anche esteriormente la sua identità di uomo.

Kennedy, bionda, chiarissima, occhi viola, è stata abituata ad avere tutto quello che voleva, tranne l’affetto sincero della madre, da cui ha sempre sentito una distanza incolmabile, distanza fatta di menzogne e segreti: sogna di diventare attrice e abbandona gli studi universitari per dedicarsi al teatro.

Queste vite si incontrano, scontrano e intrecciano regalandoci una storia che scorre come l’acqua del fiume, pagina dopo pagina e che si lascia divorare dal lettore.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Bompiani
Pagine: 393
Prezzo: 19.00€
Voto: 10/10

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Mutevoli umori – Louisa May Alcott

Oggi vi parlo del romanzo d’esordio della mamma di Piccole donne, ovvero Mutevoli umori di Louisa May Alcott. Protagonista del romanzo è Sylvia Yule, giovane diciottenne di buona famiglia, ribelle e passionale per natura. Durante l’estate conosce Geoffrey Moor e Adam Warwick, grandi amici del fratello Mark: tutti e quattro partono per una gita in barca nel New England e, tra vestiti corti, feste di compleanno, pomeriggi sull’amaca, Sylvia ha modo di passare del tempo con Adam e di apprezzarne la natura austera, schiva, ma responsabile e tenera. Tra i due sembra nascere un qualcosa di silenzioso, ma Adam è legato da una promessa fatta mesi prima ad un’altra donna nell’Avana, a cui deve un incontro nel giugno dell’anno successivo. E Sylvia non riesce a capire quale sia la vera natura del loro legame, non riesce a distinguere bene l’amore e l’amicizia, quest’ultima a lungo desiderata.

Adam poi parte poco dopo la gita e Sylvia ha modo di conoscere e costruire un rapporto d’amicizia con Geoffrey, il quale ben presto si innamora di lei. Il No a sposarlo di Sylvia è molto duro, ma lei non lo ama, aspetta ancora notizie di Adam. Il rifiuto allontana il cuore deluso di Geoffrey che parte e raggiunge l’amico, lasciando sola una giovane piena di pensieri, a barcamenarsi tra i suoi mutevoli umori. L’incontro ad un ballo con Gabriel, ragazzo dalla carnagione mulatta, originario dell’Avana e la visione di Ottila, sua cugina, nonchè promessa sposa di Adam, causano una delusione cocente in Sylvia, che vede così svanito il suo sogno d’amore.

Il ritorno di Geoffrey, ancora innamorato di lei, la porta ad accogliere la sua proposta, per superare la solitudine, con la promessa del suo impegno per renderlo felice. Le nozze vengono celebrate nell’agosto successivo, assieme a quelle dell’amato fratello. La pace coniugale però è destinata a durare ben poco: durante il viaggio di nozze sulle montagne Sylvia rivede Adam.

Mutevoli umori è un romanzo che, come lascia presagire il titolo, affronta i sentimenti mutevoli di una giovane, che seguendo gli impulsi e compiendo scelte sbagliate, le affronta con coraggio, pur di fare del suo meglio per risolvere le situazioni difficili che si trova a vivere. Lo fa con grande forza e dedizione, indossando una maschera di impassibilità, soffrendo per se stessa e per chi la circonda. Ma i nodi prima o poi devono venire al pettine e Sylvia deve affrontare la verità del suo cuore.

Viene fuori da queste pagine un ritratto a tutto tondo, complesso, romantico, passionale e pieno di dolore: le decisioni prese da Sylvia non sono mai semplici, anche se prese nell’impeto del momento non sono superficiali, sono sbagli in cui può incappare chiunque. Adam e Geoffrey sono due amici molto diversi tra loro, eppure così affini e legati, che riescono ad innamorarsi della stessa ragazza, la ameranno e per lei patiranno entrambi.

Lo stile del romanzo, seppur d’esordio per Louisa May Alcott, è già pienamente sviluppato, ricco di intensità, riesce a trasportare dalla carta alla mente le sensazione e le atmosfere, regalando al lettore qualche ora ricca di affetto, sentimento ed empatia per i suoi personaggi.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: edizione in foto RBA, su licenza di traduzione della Lit Edizioni
Pagine: 247
Prezzo: 9,99€
Voto: 8.5/10

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Franny e Zooey – J.D. Salinger

Franny e Zooey è un romanzo diviso in due parti scritto da J.D. Salinger e pubblicato per la prima volta nel 1961. Ambientato nel 1955 conosciamo Franny e Zooey Glass, i figli minori della famiglia Glass: Les e Bessie i genitori, sette figli di cui due morti, uno dei due suicida. I figli Glass sono sempre stati dei piccoli geni della recitazione e, quando erano piccoli, tutti a turno hanno partecipato ad una trasmissione radiofonica.

La prima parte della narrazione è dedicata a Franny, la più giovane: ha vent’anni, frequenta il college ed è andata a trovare il fidanzato Lane per il weekend. Durante il pranzo ascolta passivamente quello che il ragazzo le racconta, rimane un po’ con la testa fra le nuvole: da giorni porta sempre con sè un libricino verde, il racconto di un pellegrino. Franny durante il pranzo non tocca cibo, iniziano a riscontrarsi in lei diverse condizioni fisiche di crisi: il tutto culmina con uno svenimento e il conseguente ritorno a casa, dove la ragazza viene lasciata a riposare su un divano in salotto con accanto il gatto acciambellato.

Nella seconda parte della narrazione il focus si sposta su Zooey, venticinque anni, attore, sta facendo un bagno mentre fuma una sigaretta e rilegge per l’ennesima volta la lettera scrittagli anni prima dal fratello maggiore Buddy. Questa seconda scena vede una seconda protagonista: Bessie. Mamma Glass infatti è molto preoccupata: intanto il figlio maggiore non vuole installare un apparecchio telefonico in casa sua e non sa mai come contattarlo, poi la sua bambina, Franny, ha avuto questa crisi, non vuole mangiare e continua a rifiutare le proposte di un po’ di brodo di pollo. Bessie si chiede la ragione di questo crollo, pensa alle possibili soluzioni e a chi potrebbe chiedere.

Comincia così una lunga discussione tra i due, alternata a momenti di lentezza in cui il lettore riesce a entrare nella stanza da bagno, con la tenda tirata, l’odore di fumo delle sigarette accese dai due, l’umidità, il lavandino con accanto il rasoio da barba. Zooey sa bene cosa è successo alla sorella, conosce il libricino da cui è partito tutto perchè anche lui anni prima lo ha letto; inoltre i più giovani dei Glass sono stati educati quando erano bambini da Buddy e da Seymour, uno dei due fratelli morti anni prima, ad un atteggiamento estremamente morale e religioso. La lettura del libro sul pellegrino sempre spingere chi lo legge a recitare continuamente una preghiera silenziosa a Dio e ha provocato a Franny una crisi spirituale nell’ultimo periodo.

I due parlano anche della recitazione e del lavoro di Zooey: proprio il giorno prima ha incontrato un produttore che gli ha proposto un copione. In un momento successivo alla discussione in bagno Zooey affronta la sorella, concludendo poi con lei una discussione attraverso il telefono.

Il romanzo si presenta quasi come una pièce teatrale: i due protagonisti principali si alternano e si incontrano sulle scene di un palcoscenico immaginario. Quella che si respira è un’atmosfera strana, quasi mistica in alcuni punti. Zooey definisce se stesso e Franny come due anormali in una famiglia che già di suo tanto normale non è. Allo stesso tempo nonostante la stranezza il racconto trascina, si vuole avere una spiegazione e si vuole entrare meglio nella vita dei due minori Glass.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Einaudi
Pagine: 155
Prezzo: 10.00€
Voto: 7/10