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Il cielo di pietra – N.K. Jemisin

Il cielo di pietra di N.K. Jemisin è stato pubblicato il 2 febbraio 2021 sotto il marchio Oscar Mondadori Vault per la collana “Oscar Fantastica”.

Terzo ed ultimo volume della trilogia La terra spezzata, preceduto da La Quinta Stagione e da Il Portale degli Obelischi.

ATTENZIONE: LA RECENSIONE CONTIENE, INEVITABILMENTE, SPOILER DEI PRIMI DUE VOLUMI. SE NON LI AVETE LETTI SCONSIGLIO DI PROSEGUIRE LA LETTURA!

Alla fine del secondo volume avevamo lasciato Essun di nuovo in viaggio, con tutta la com ormai distrutta di Castrima, erede di un nuovo potere lasciatole da Alabaster. Potere che la sta inevitabilmente trasformando in pietra.

Dall’altra parte dell’Immoto, invece, Nassun intraprende un nuovo viaggio con Schaffa alla volta di Corepoint, l’ultima città ai confini dell’Immoto.

Entrambe hanno un compito che si sono prefissate. Peccato però che questo le renda, in qualche modo, quasi rivali.

Essun vuole usare il suo potere per ritrovare finalmente la figlia e riportare la Luna a splendere sull’Immoto così da dare una seconda possibilità all’umanità.

Nassun, d’altro canto, è arrivata alla conclusione che il mondo sia marcio, l’umanità cattiva e senza nessuna possibilità di redenzione. È per questo che il suo obiettivo è quello di distruggere il mondo conosciuto.

Nei loro rispettivi viaggi che le porteranno via via a riunirsi, loro malgrado, entrambe si troveranno ad affrontare sfide di non poco conto soprattutto con il loro essere. Sfide che le cambieranno, cambieranno ancora il loro essere e il loro sguardo sul mondo.

E, quando finalmente si ritroveranno, non tutto andrà come sperato.

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Con questo terzo volume N.K. Jemisin ci porta per mano verso un epilogo che, seppur scontato a tratti, lascia il lettore orfano di una storia bellissima.

In questo libro abbiamo, stilisticamente parlando, ci troviamo un mix perfettamente equilibrato tra tecnica ed emotività. La parte fantascientifica è molto particolare e ben descritta ma si amalgama senza problemi con il fattore emozionale dei singoli personaggi.

Le lotte interne che devastano entrambe le protagoniste sono parte fondamentale della narrazione e regalano quel tocco in più all’intera storia. Confermata la capacità straordinaria dell’autrice di caratterizzazione dei personaggi (sia principali che secondari).

Tre sono le voci narranti: Essun, Nassun e una terza voce che verso la fine del romanzo si rivelerà (seppur un lettore attento capirà molto prima l’identità di questa voce misteriosa).

La narrazione ha un ritmo serrato, incisivo e di facile lettura nonostante alcune parti siano molto tecniche. Indubbiamente c’è stato un ulteriore miglioramento rispetto ai due volumi precedenti.

Il cielo di pietra di N.K. Jemisin è la degna conclusione di una trilogia che ha fatto innamorare milioni di lettori. Anche chi, con la fantascienza, non andava molto d’accordo.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Oscar Mondadori Vault
Pagine: 437
Prezzo: 15.00€
Voto: 9/10

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L’inverno dei leoni – Stefania Auci

L’inverno dei leoni di Stefania Auci è uscito lo scorso 24 maggio per Editrice Nord.

Si tratta del secondo ed ultimo libro che, insieme a I leoni di Sicilia, vanno a formare la dilogia de La saga dei Florio, una saga familiare che si dipana dal 1799 al 1935.

In questo secondo romanzo ci troviamo a leggere delle vicende riguardanti la terza e quarta generazione della famiglia Florio, la famiglia che ce l’ha fatta, quella famiglia di barcaioli che è arrivata alle vette e che ora viene temuta e rispettata.

Ignazio, figlio di Vincenzo, sa che Casa Florio è il suo destino e sa come sacrificare tutto al bene degli affari. E se suo padre era riuscito a prendersi la Sicilia, ora lui punta in grande: vuole arrivare a Roma e poi all’Europa grazie anche a piccoli intrighi politici.

È un impero sfolgorante quello che Ignazio sta costruendo e non importa se, per il bene degli affari, ha dovuto rinunciare al vero grande amore della sua vita. Basta solo chiudere il cuore e guardare avanti.

Molto diverso sarà l’approccio del giovane Ignazziddu che del padre ha solo il nome. Lui questo impero non vuole gestirlo, ha vent’anni e vorrebbe solo giocare e vivere la sua vita senza obblighi. Eppure, quando si ritrova improvvisamente a capo di tutto questo, lui ci prova.

Ci prova a far andare avanti le attività ricevute da suo padre e suo nonno. Ci prova a dar lustro al nome dei Florio con nuovi progetti, nuovi cantieri e nuovi sogni. Ma non ce la fa: gli manca quel qualcosa che ha permesso ai suoi avi di far diventare grande il nome dei Florio.

E così, come avevano vinto tutto in passato, i Florio perdono tutto. Eppure, seppur fugace come l’apparizione di una folgorante cometa, il loro nome continuerà ad essere ricordato. Soprattutto in Sicilia.

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Stefania Auci ci riporta in Sicilia e ci racconta, in una sorta di parabola discendente, l’ultimo secolo della famiglia Florio.

Un secolo che non lesina grandi eventi storici: dall’Unità di Italia alla Prima Guerra Mondiale, l’avvicendarsi di grandi nomi alla guida dell’Italia, il dopoguerra e l’avvento del fascismo.

Come per il primo volume la Auci amalgama perfettamente la realtà storico-politica di quei tempi con fatti di pura invenzione. Il tutto con uno stile diretto, fluido e privo di inutili fronzoli. Il lettore viene a conoscenza di una Sicilia che forse non si sarebbe mai immaginato: una terra ricca di beni e di risorse ma fortemente penalizzata dalla politica e dalla nascita delle prime vere famiglie mafiose.

Ancora una volta ritroviamo, forte e fondamentale, una caratterizzazione psicologica di tutto rispetto che trascina e affascina il lettore facendogli provare le stesse emozioni dei personaggi. 

Ma, pur non essendo così evidente, le vere protagoniste sono le donne (Giovanna e Franca): la parabola discendente dei Florio colpisce soprattutto loro. E sono soprattutto loro a non arrendersi e a ergersi, belle, forti e luminose, come stendardo di una famiglia ormai in declino.

Con L’inverno dei leoni di Stefania Auci si chiude una storia, un’epoca, che ha segnato profondamente la Sicilia e che adesso segnerà, per sempre, ogni singolo lettore che si avvicini alla loro storia.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Editrice Nord
Pagine: 679
Prezzo: 20.00€
Voto: 9/10

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Su un letto di fiori – Banana Yoshimoto

Uscito a inizio settembre Su un letto di fiori è l’ultimo romanzo breve di Banana Yoshimoto, pubblicato in Italia da Feltrinelli editore. Protagonista è Miki, la cui vita particolare è cominciata abbandonata su un letto di alghe wakame vicino alla costa di un villaggio. Trovata dalla signora Ohira è entrata nella sua famiglia, composta da moglie, marito, zio e nonno. Il suo arrivo è stato miracoloso; poco tempo prima infatti era morta la nonna, inoltre i coniugi Ohira non potevano avere figli: trovarla vicino al mare è stato un segno che lei diventasse la figlia che non avrebbero mai potuto avere.

La vita della piccola Miki procede piena di pace e serenità, con accanto un nonno straordinario, amante dei Queen, figlio di una filosofia new age e con doti magiche. Infatti se si richiede qualcosa di particolare al nonno, senza esagerare, per magia sembra che quella cosa poi si materializzi. Inoltre i genitori di Miki hanno un bed & breakfast nella loro casa, costruito dal nonno, un cottage in stile inglese, gemellato con un altro b&b in Inghilterra. Vivono tutti insieme sulla cima della collina e dietro la loro casa c’è una costruzione diroccata abbandonata, appartenuta anni addietro da una donna innamorata del nonno Ohira.

Quando Miki ha ormai trent’anni, un giorno i suoi genitori hanno un incidente stradale: il padre si frattura le costole e la madre finisce in ospedale per un po’ di tempo. Nel mentre ricompare nella vita della famiglia Nomura, di un anno più grande di Miki, suo amico di infanzia e grande stimatore del nonno. Nomura si era trasferito in America, si era sposato ed è rimasto vedovo: ora ha comprato il terreno dietro casa degli Ohira. Iniziano ad avvenire strani fenomeni: sassolini che compaiono all’improvviso sul vialetto, sogni di conigli, incubi legati a caviglie tagliate.

In un’atmosfera magica conosciamo sempre di più Miki, che seguendo la filosofia del nonno morto da qualche tempo, vive in comunione con la natura, in una spiritualità sempre più vicina alla terra, dove cerca di coltivare sempre la felicità e l’amore per la sua famiglia.

La vita dovrebbe somigliare a un sonnellino su un letto di fiori. Il tuo pregio maggiore, Miki, è che conosci il valore della felicità. Vai bene così come sei. Vivi come in estasi, distesa su un letto di fiori. Certo la vita è difficile, dura, piena di sofferenze. Ma si deve vivere come su un letto di fiori, qualsiasi cosa ci dicano gli altri, anche se non dovessero comprendere.

Un romanzo in linea con il solito stile di Banana Yoshimoto, è Su un letto di fiori, che in realtà poco aggiunge alla sua letteratura. Ho preferito di gran lunga altri suoi romanzi, sicuramente molto di più quello uscito l’anno scorso, Il dolce domani. Questo è un piccolo spaccato di vita, molto breve, circa 100 pagine, che può essere visto come un inno alla vita che ci circonda, da accettare e accogliere a braccia aperte, coltivando i rapporti con le persone a noi vicine, condito con quel po’ di sovrannaturale tipico dei suoi libri.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Feltrinelli
Pagine: 115
Prezzo: 14.00€
Voto: 6,5/10

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Storia di due anime – Alex Landragin

Storia di due anime di Alex Landragin è stata la lettura dell’ultimo mese del gruppo di lettura dal vivo. Il volume che ci ritroviamo tra le mani ha una particolarità: è possibile leggerlo in due modi. All’inizio infatti, all’interno della prefazione, la voce narrante di un rilegatore ci spiega le origini di ciò che leggeremo. Incaricato da una ricca baronessa di rilegare tre manoscritti assieme, con l’ordine di non leggerli, questi si ritrova nel mezzo di un intricato mistero al cui centro ci sono proprio quelle pagine. La baronessa infatti viene trovata assassinata e senza più gli occhi: tutto ciò spinge il rilegatore a nascondere il testo, dopo averlo attentamente letto.

A questo punto ci vengono presentati tre testi, tre manoscritti rilegati uno dopo l’altro, che possono essere letti in ordine oppure seguendo una sequenza, denominata sequenza della baronessa, che fa compiere dei salti avanti e indietro nella lettura. La storia comincia alla fine del Settecento, su un’isola nell’Oceano Pacifico, vicino alle Isole Sandwich: Oaeetee. Qui vive un popolo di indigeni che segue i dettami della Legge: abbiamo un grande saggio che governa e tramanda ai discepoli l’arte dello Scambio delle anime. E’ possibile infatti, se si viene preparati, fissando negli occhi una persona, senza distogliere lo sguardo, scambiare la propria anima con l’altra persona. Gli scambi possono essere consapevoli o meno, ma la cosa importante è che l’ordine venga sempre ristabilito e che ogni anima ritorni nel proprio corpo. L’arrivo di una nave francese sull’isola e uno scambio compiuto per gioco da un ragazzo del popolo, Kohahu, scatena tutta una serie di conseguenze.

Kohahu infatti, che non aveva ancora compiuto il suo percorso di formazione con il saggio, scambia la sua anima con quella del medico di bordo, Roblet; ma lo scambio non è perfetto. Infatti l’anima di Roblet nel suo corpo ha un attimo di sbandamento in cui colpisce il suo corpo d’origine, portando come reazione da parte della ciurma francese un colpo di moschetto che uccide il corpo di Kohahu e di conseguenza l’anima di Roblet stesso. Kohahu nel suo nuovo corpo torna sulla nave e parte da Oaeetee, seguito dalla sua amata Alula, che dopo aver visto tutto, compie un gesto estremo: compie uno scambio cieco, inconsapevole al malcapitato, con il mozzo Jourbert e sale sulla nave all’interno di quel corpo maschile.

Cominciano così decenni di peripezie in cui Alula continuerà a cercare Kohahu e si ritroverà invischiata in una spirale di crudeltà, violenza ed egoismo. Lo scambio iniziale di Kohahu ha condannato la sua anima ad un’amnesia continua: dopo ogni scambio infatti dimentica la sua vita, le sue origini, che gli ritornano sotto forma di incubi ogni notte. Gli unici momenti di pace sono quando nel corso delle vite Kohahu viene ritrovato da Alula. La loro diventa una rincorsa, prima nel tentativo di ristabilire l’equilibrio, poi una corsa per ritrovarsi sempre, nonostante le difficoltà. Il loro destino rimane legato all’anima di Jourbert, del mozzo che dopo il primo scambio forzato ne impara l’arte e medita vendetta per decenni.

La trama è avvincente, ogni tessera del puzzle va ad incastrarsi perfettamente: i protagonisti però non ne escono positivamente. I loro sbagli iniziali scatenano squilibri, anime prescelte vengono distrutte, perchè ad ogni scambio il malcapitato ha uno shock psichico che porta molto spesso alla follia e alla malattia: i tre seminano distruzione dietro di loro e sembrano tendere sempre verso una felicità che non arriva mai.

I personaggi si susseguono, all’interno poi di un contesto storico che viene ben definito, tra la fine del Settecento e gli anni ’40 del secolo scorso; vengono toccati anche nomi importanti e la figura di Baudelaire ne esce protagonista. Come filo conduttore infatti è presente per tutto il romanzo: da incarnazione di Kohahu, con amante Jeanne Duval-Alula, da autore di un manoscritto mai pubblicato che racconta la storia degli scambi, a lui viene dedicata una società segreta che dalla fine dell’Ottocento agirà e funzionerà da copertura e la sua tomba sarà il luogo di incontro delle due anime dannate nel 1940.

La modalità di lettura che personalmente ho scelto è stata quella di seguire l’ordine di rilegatura; mi sono trovata quindi in ordine il manoscritto inedito e autobiografico di Baudelaire, il racconto del 1940, che assume anche tinte di giallo, di Walter Benjamin e Madeline Blanc e infine il racconto delle vite di Alula, con la spiegazione di tutto ciò che è avvenuto dal 1790 al 1940, racconti che tirano le fila di tutto. La mia scelta probabilmente ha inficiato le emozioni collegate alla lettura, che non è risultata drammatica; è venuto a mancare l’elemento di suspense che avrebbe reso queste pagine più dense di avventura. Non ho empatizzato con i protagonisti e più volte ho pensato che questo continuo rincorrersi portasse come conseguenza solo morte e sofferenza. In definitiva Storia di due anime è un romanzo sicuramente ben scritto e ben architettato, la cui trama però non mi ha destato sensazioni positive e non mi ha lasciato grandi cose. Sicuramente come romanzo d’esordio merita se non altro una possibilità.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Nord
Pagine: 388
Prezzo: 18.00€
Voto: 6/10

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Spin the Dawn – Elizabeth Lim

Spin the Dawn di Elizabeth Lim è arrivato in Italia lo scorso 30 agosto per la collana Oscar Fantastica di Oscar Vault.

Primo libro della dilogia “Il sangue delle stelle”, il suo seguito, Unravel the Dusk, è già in tutte librerie poiché sono stati lanciati in contemporanea.

Protagonista di questa storia è la giovane Maia Tamarin: unica figlia femmina, con tre fratelli maggiori, lavora come cucitrice nella bottega del padre che un tempo era un famosissimo sarto.

Il suo desiderio è quello di diventare la miglior sarta del Paese ma sa benissimo che questo le è precluso dal suo essere donna. L’unica cosa a cui può aspirare è un buon matrimonio.

Ma il destino ha in serbo altro per Maia: un messaggero reale arriva nella bottega di mastro Tamarin e lo convoca a palazzo per partecipare alla competizione che determinerà chi sarà il nuovo sarto di corte. Essendo suo padre gravemente malato, Maia si traveste da ragazzo e intraprende il viaggio per il Palazzo d’Estate spacciandosi per suo fratello.

Maia sa benissimo che, se venisse scoperta, sarebbe giustiziata. Quello che non sa è che, per diventare sarto di corte, l’aspettano prove difficilissime dove non basterà la sua abilità come sarta.

Soprattutto quando le verrà chiesto di cucire tre abiti magici che abbiano al loro interno la risata del sole, le lacrime della luna e il sangue delle stelle.

Accanto a Edan, lo stregone di corte, Maia intraprenderà un viaggio alla ricerca degli oggetti magici, ai confini estremi del regno, che la catapulteranno in situazioni che mai avrebbe immaginato. Ma, soprattutto, troverà qualcosa che mai si sarebbe aspettata di trovare.

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Per gli habitué del fantasy e per gli amanti della Disney ritroveranno, nel mondo creato da Elizabeth Lim, i “sapori” e i profumi di storie come “Mulan” e “Aladdin”.

Terre estremamente profumate e ricche di flora che si tramutano in aridi deserti che nascondono misteriosi templi in cui è facilissimo rischiare la vita; continuando il viaggio si incontrano ghiacciai e, andando ancora avanti, isole sperdute e dimenticate che richiedono un notevole prezzo per uscirne vivi.

Le descrizioni di questo mondo sono molto vivide e il lettore viene completamente catapultato in quei luoghi. Il tutto grazie anche ad uno stile molto semplice, di facile lettura, quasi colloquiale in cui si incastrano benissimo momenti d’azione.

Come per ogni storia che si rispetti è immancabile la storia d’amore ma, a differenza di altre storie, l’ho trovata un po’ fiacca: l’innamoramento è molto veloce, forse anche a causa del viaggio in cui i protagonisti rimangono a stretto contatto, ma la storia non è riuscita a far battere il cuore della me lettrice romantica.

La caratterizzazione dei personaggi è perfetta: la giovane Maia subisce una crescita enorme e matura quell’egoismo tipico delle giovani al primo amore. Ma non solo la protagonista, anche i personaggi secondari sono caratterizzati molto bene senza appesantire la narrazione e lasciando, su alcuni di loro, un piccolo alone di mistero.

Il primo centinaio di pagine, a livello di fatti narrati, è piuttosto piatto però superato questo scoglio il lettore si troverà davanti un romanzo piacevole con un cliffhanger di tutto rispetto.

Spin the Dawn di Elizabeth Lim è il perfetto antefatto per un storia che, secondo me, regalerà il meglio di se nel secondo capitolo. Fortunatamente non dovremmo aspettare molto per leggerlo!


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Oscar Vault Mondadori
Pagine: 394
Prezzo: 20.00€
Voto: 7.5/10

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Quando le montagne cantano – Nguyen Phan Que Mai

Quando le montagne cantano è un romanzo di Nguyen Phan Que Mai pubblicato all’inizio di quest’anno; ci racconta la storia dei Tran lungo il XX secolo in Vietnam, lungo due linee temporali che si alternano tra i capitoli. Conosciamo Dieu Lan, nata nel 1920 e sua nipote Huong nata nel 1960. Seguendo i loro due punti di vista ricostruiamo il racconto della loro famiglia e delle vicende che si sono susseguite in Vietnam.

Dieu Lan figlia di proprietari terrieri comincia a raccontare se stessa a Huong, soprannominata Guava come il frutto: il padre aveva garantito a lei e Cong, il fratello, un’ottima educazione tra gli anni Venti e Trenta del secolo, grazie ad un maestro di Hanoi: avevano imparato le lingue, tra cui quella del popolo invasore del periodo, i francesi. Dieu Lan aveva poi sposato Hùng da cui aveva avuto sei figli.

Nel 1942, quando in Vietnam c’erano anche i giapponesi a combattere contro i francesi, il padre di Dieu Lan era morto assassinato durante un viaggio verso Hanoi per vendere patate ai suoi clienti. I giapponesi avevano fatto un’imboscata e, mentre Dieu Lan e Cong erano riusciti a nascondersi, il padre era stato ucciso, sotto gli occhi di entrambi. A poco più di vent’anni Dieu Lan aveva quindi conosciuto già cos’era la violenza e la crudeltà della guerra.

Nel corso dei successivi tre anni sarebbero morti anche suo marito Hùng, avvelenato, e sua madre durante la carestia del 1945 che colpì il Vietnam del Nord e causò quasi due milioni di vittime. Dieu Lan e il fratello riuscirono a rialzarsi, rimettendo in piedi la loro attività agricola e portando avanti il loro lavoro. Ma nel 1953 cominciò la riforma agraria comunista nel Paese: ci fu chi riuscì a fuggire al Sud, ma i proprietari terrieri che rimasero nei loro villaggi furono accusati di sfruttamento dei loro lavoratori, furono arrestati e tanti morirono per mano dei contadini. La riforma agraria causò la morte di Cong, la fuga di Minh, il figlio maggiore di Dieu Lan e la fuga stessa della donna con i restanti cinque figli.

Questa fuga costrinse Dieu Lan a compiere scelte non sempre facili e soprattutto a prendere decisioni che portarono conseguenze importanti nella vita di ognuno. Quando il focus si sposta su Huong siamo negli anni Settanta del secolo: Huong è un’adolescente che vive con la nonna Dieu Lan: i genitori e tutti gli zii sono lontani, partiti per combattere contro gli americani e contro i vietnamiti del Sud, si trova a fuggire dai bombardamenti della città e, una volta che questi sono finiti, deve ricominciare la sua vita da capo, accanto alla nonna Dieu Lan che con coraggio e spirito di intraprendenza lascia il lavoro di insegnante e si inizia a dedicare al commercio illegale, pur di ricominciare a vivere dignitosamente, in attesa del ritorno dei suoi figli e del ricongiungersi della sua famiglia.

Capitolo dopo capitolo ricostruiamo quindi gli anelli di congiunzione di questa catena e di questa storia famigliare: Dieu Lan è un personaggio estremamente forte, costretto a vivere una guerra dopo l’altra, uno stravolgimento politico dopo l’altro, perdita, morte, ma riesce sempre a rialzarsi grazie all’amore per i suoi figli e al desiderio di riscatto. Huong cresce e vive rimanendo un po’ sullo sfondo di tutto, pensa e agisce da ragazzina prima, da giovane donna poi, ascoltando i racconti di chi le è accanto, in attesa, riportando poi quel racconto da adulta ai posteri, per far sì che le tragedie e le vicissitudini della sua famiglia in particolare e di un popolo in generale, non vengano dimenticate.

Lo stile del racconto rende in alcune parti gli eventi in maniera quasi scolastica, riuscendo a creare un certo distacco emotivo nel lettore, che probabilmente ne uscirebbe distrutto se fosse reso il tutto in maniera più drammatica. I personaggi della famiglia Tran coraggiosamente affrontano tutto quello che la vita gli pone davanti, senza tirarsi indietro, soffrendo in silenzio. Inevitabilmente ci si sente spettatori di una storia che non si conosce o che si conosce poco: occupazione francese, giapponese, statunitense, guerre, bombardamenti, distruzione, carestie, regimi politici quasi dittatoriali, utilizzo di armi chimiche sulla vegetazioni con conseguenze anche sui militari e civili. Dopo la lettura si ha la sensazione di aver appena assistito al racconto di una testimonianza molto importante, che era necessario conoscere. Personalmente ho preferito il racconto del passato, della carestia, della riforma agraria e in generale il vissuto di nonna Dieu Lan, più che il presente raccontato da Huong, che in paragone con la matriarca rimane un po’ sullo sfondo e quasi passiva. Il vero compito di Huong in definitiva sembra essere quello di raccogliere quarant’anni di vita e di raccontarli, per non dimenticare.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Nord
Pagine: 
380
Prezzo: 18,00€
Voto: 8/10

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Una gioia – Lea Landucci

Una gioia di Lea Landucci è stato pubblicato da Sperling & Kupfer lo scorso 27 aprile.

Si tratta del suo secondo romanzo: il primo, Mai una gioia. Amori e altri inciampi , inizialmente fu pubblicato in self e poi acquistato e ripubblicato da Sperling. Naturalmente i romanzi sono collegati tra loro.

Alessandro Rinaldi, per tutti Alex, sembrerebbe l’uomo ideale: è un ortopedico di successo, sexy, affascinante, gentile e premuroso. Però ha sulle spalle un bagaglio piuttosto pesante: una ex moglie viziata e superficiale, un ex suocero onnipresente e con manie di comando, una figlia super intelligente che riesce a dire sempre la cosa sbagliata nel momento sbagliato.

Quando incontra Cristina per lui è amore a prima vista. Per lei è una grande prova: reduce da una storia che le ha fatto molto male si rende conto che lei e Alex non potrebbero essere più diversi. Dopo una piccola battuta d’arresto decide di provare a far decollare questa storia.

Ma i problemi sono tanti, le differenze sono tante, le paure e le fragilità che Cristina sono radicate e difficili da superare. In più ci si mette in mezzo la pandemia, la convivenza forzata con persone estranee al loro rapporto e il rapporto con la piccola Gioia che stenta a decollare.

Riusciranno Alex e Cristina a portare avanti la loro storia?

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Lea Landucci ci riporta nel mondo di Cristina con questo nuovo capitolo della storia che ha conquistato moltissime lettrici con il suo primo capitolo.

In realtà non si tratta di un vero e proprio sequel ma bensì di un cross-sequel: il romanzo comincia nella stessa data di Mai una gioia ma da un altro punto di vista per poi proseguire la storia.

A dividere il palco con Cristina e Alex, oltre alle vecchie conoscenze (le amiche di Cristina e la cucciolona Carmen) abbiamo la piccola Gioia e altri personaggi di un certo peso che influiscono sulla trama.

Molte sono le tematiche affrontate in questo libro, alcune di rilevante importanza: innanzi tutto si parla di separazione e del peso che questa può avere sui figli. Si parla anche di maternità: essere madri non è qualcosa di obbligato e c’è chi diventa madre senza poi imparare ad esserlo; così come c’è chi madre non vuole diventarlo per diversi motivi. È uno di quegli argomenti molto delicati e Lea è riuscita a trattarlo in maniera magistrale.

Una scelta molto coraggiosa è stata quella di ambientare la storia in pieno lockdown: niente uscite, niente cene romantiche per recuperare il rapporto, niente fughe romantiche. I due protagonisti si ritrovano invischiati subito in una convivenza che non riguarda solo loro due e l’obbligo di rimanere in casa appesantisce tutte gli eventi.

Il tutto sullo sfondo di una Roma che resta muta e immobile in attesa che una parvenza di normalità torni ad abitarla.

Quindi è scontato sottolineare come la componente psicologica sia molto forte in tutto il romanzo senza però appesantire il alcun modo la storia.

Lo stile della Landucci è fresco, brioso, scorrevole. Grazie anche ad un linguaggio di facile comprensione e lettura, alla portata di tutti.

Una gioia di Lea Landucci non è il solito chick-lit: è un romanzo a tutto tondo che porterà a riflettere il lettore che avrà la fortuna di leggerlo.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 358
Prezzo: 12.90€
Voto: 9/10
 

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Harrow la Nona – Tamsyn Muir

Harrow la Nona di Tamsyn Muir è stato pubblicato il 6 luglio 2021 da Oscar Vault Mondadori.

Si tratta del seguito di Gideon la Nona più esattamente del secondo capitolo della trilogia The Locked Tomb. Se non avete letto Gideon forse sarebbe meglio non andare avanti nella lettura di questa recensione che, per ovvi motivi, potrebbe contenere degli spoiler.

Harrow è finalmente diventata Littrice ed è stata ingaggiata dall’Imperatore per combattere una guerra all’ultimo sangue. Ma c’è qualcosa che non va: a parte la compagnia obbligatoria della sua peggior nemica, Harrow si ritrova a combattere con quello che è il suo fisico. Si sente perennemente stanca, spossata, la sua spada le causa vertigini e il perfezionamento delle sue arti procede a rilento.

Inoltre l’atmosfera del Mithraeum non è delle più facili: l’Imperatore la tratta come un pulcino da viziare e i suoi insegnanti hanno un atteggiamento tutt’altro che amichevole nei suoi confronti.

Come se non bastasse è ossessionata dalle visioni: fantasmi appartenuti a gente che non c’è più, cadaveri che sembrano riprendere vita e poi sparire ed infine qualcuno che punta direttamente alla sua morte.

Riuscirà Harrow a rimanere viva e ad intraprendere la guerra a cui è destinata? E se invece dovesse morire, l’universo potrebbe essere un posto migliore?

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Con questo secondo capitolo della saga Tamsyn Muir sconvolge il lettore e tutto quello che ricordava del primo capitolo tramite una riscrittura dei ricordi della protagonista.

Per tutto il romanzo il lettore si troverà spaesato dagli eventi narrati, sia per quanto riguarda il presente che il passato.

Per quanto riguarda il mondo costruito in questo secondo capitolo è qualcosa di davvero innovativo: un mondo a parte, in qualche punto di una galassia non ben definita. Una sorta di palazzo/scuola con enormi stanze addobbate a seconda delle origini di chi li ospita, un luogo sospeso nel tempo in cui fluttuano le anime per cercare di combattere una guerra improbabile, personaggi oscuri dai mille segreti.

Si riconferma una penna graffiante e dissacrante, capace comunque di tenere incollato il lettore. Anche qui forte è la caratterizzazione psicologica di ogni singolo personaggio ma questo non aiuterà a capire il corso della storia, almeno fino ad un certo punto.

Harrow la Nona di Tamsyn Muir è un romanzo sopra le righe, partorito da una mente geniale ma di cui consiglio di affrontare la lettura dimenticando il suo precedente.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Oscar Vault
Pagine: 540
Prezzo: 22.00€
Voto: 8/10