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Juvenilia – Jane Austen

Jane Austen è una delle più famose e conosciute autrici del panorama letterario inglese. Tutti conosciamo almeno una delle sue opere, forse la più famosa e la più amata Orgoglio e Pregiudizio. Molti, invece, sono dei veri e propri amanti di questa scrittrice. E, a questi lettori, non può certo mancare questa piccola perla.

Juvenilia è una raccolta di racconti che la Austen ha scritto approssimativamente tra il 1787 e il 1793 ovvero quando l’autrice aveva tra i dodici ed i diciotto anni.

Questi racconti, insieme alle lettere, sono un piccolo tesoro prezioso per tutti i janeites. Le versioni originali sono raccolte in tre volumi attualmente consultabili che si trovano presso la Bodleyan Library di Oxford e la British Library a Londra.

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In questo volume troviamo quindi quelli che si potrebbero definire i primi esperimenti della Austen: brevi racconti, piccoli testi teatrali, lettere e piccole odi. Si tratta, in alcuni casi, di testi incompiuti. Tutti gli scritti qui raccolti sono indirizzati, tramite dediche, a delle persone ben precise: fratelli, sorelle, genitori e nipoti.

La lettura è molto scorrevole e semplice, si nota molto il fatto che si tratti di lavori acerbi ma, per chi conosce bene la scrittura di Jane Austen, si riconosco i tratti distintivi di questa grande autrice.

Troviamo anche qui il suo modo di scrivere i dialoghi rendendoli come dialogo diretto, epistolare o con il dialogo indiretto libero. La vena ironica con cui prende in giro la società dell’epoca è sempre molto spiccata e concede una lettura leggera e spensierata.

Come dicevo prima, si tratta di un piccolo gioiello che gli amanti di questa scrittrice non si devono assolutamente far scappare soprattutto ora che è così facilmente reperibile.

Si spera che, in futuro, anche le ultime opere introvabili vengano pubblicate e siano alla portata di tutti.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Rogas Edizioni
Pagine: 372
Prezzo: 23,90€

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La vita in due – Nicholas Sparks

Aspettavo questo libro da quando ne fu annunciata l’uscita l’anno scorso. Pre-ordinato ho dovuto attendere circa una settimana rispetto alla data di uscira per averlo tra le mani. Ma ne è valsa la pena.

Russ Green è un pubblicitario che vive a Charlotte, nel North Carolina. E’ sposato con Vivian e hanno una bambina di nome London. La sua vita sembra perfetta: ha un buon lavoro, una moglie fantastica, una figlia che non smette mai di sorprenderlo e una famiglia presente. Cosa si può volere di più?

Ma, un giorno, tutto comincia ad andare a rotoli. Russ perde il lavoro e decide di mettersi in proprio. Questa decisione andrà ad influire sulla situazione finanziaria della famiglia e non solo. Infatti, Vivian si trova improvvisamente a dover economizzare tutto e, presa da una grande insoddisfazione, deciderà di tornare a lavorare. Ma questa decisione segnerà l’inizio della fine.

Infatti, con il passare dei giorni, la situazione subirà un capovolgimento e da essere Russ l’uomo di casa, colui che provvede al mantenimento della famiglia, si ritroverà a fare il mammo e il casalingo mentre Vivian provvede a tutto il resto. Ma questa situazione spingerà lei tra le braccia di un altro uomo e, di conseguenza, alla decisione di lasciare Russ.

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Ma non tutto è perduto. In questa situazione tutt’altro che facile Russ troverà qualcosa a cui appigliarsi: sua figlia London. Le numerose assenze di Vivian porteranno i due a costruire un rapporto davvero unico e speciale, un rapporto in cui Russ non solo imparerà ad essere una figura presente e di riferimento ma, soprattutto, che la felicità della vita si nasconde nelle piccole cose. E vedere la propria figlia crescere e imparare ad affrontare la vita con le sue gioie e le sue avversità è sicuramente una fonte di felicità.

Con il suo stile inconfondibile, Nicholas Sparks ci regala un’altra bellissima storia d’amore. Ma stavolta si tratta di quell’amore tenero, puro ed incondizionato che solo un genitore può provare. Una storia che vede i protagonisti alle prese con la vita e la routine di tutti i giorni come la scuola ed il lavoro ma anche con le cose più grandi con cui prima o poi tutti abbiamo avuto a che fare: l’abbandono e la perdita.

Con una narrazione scorrevole, con piccoli flash back all’inizio di ogni capitolo, ci viene raccontata la vita di un uomo che cambia radicalmente nell’arco di un anno ma che si tiene ben ancorato a quelli che sono i valori fondamentali, primo tra tutti la famiglia. Ma non temete, ci sarà spazio anche per l’amore romantico a cui Sparks ci ha sempre abituati.

Non è la prima volta che Nicholas Sparks racconta di un rapporto padre – figlia (non dimentichiamo il romanzo Ogni giorno della mia vita) ma stavolta è proprio questo che costituisce il perno principale della storia, il punto da cui si dirama tutto. Questa è una storia di quelle che fa provare tanti sentimenti: dalla dolcezza alla rabbia, passando per momenti anche divertenti. Ma che alla fine lascia un messaggio di speranza: i momenti bui capitano ma, alla fine del tunnel, tornerà a splendere il sole.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 505
Prezzo: 19.90€

 

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Una stanza piena di gente – Daniel Keyes

Parlare di questo romanzo è complesso quasi quanto lo è la storia stessa. Innanzitutto non si tratta di un vero e proprio romanzo, ma una sorta di biografia, quasi un’inchiesta. L’autore sembra raccontare una verità, quella di Milligan. William Stanley Milligan è stato un criminale statunitense la cui storia è diventata un caso mediatico che ha sconvolto gli Stati Uniti d’America alla fine degli anni settanta. Il suo caso è stato molto importante anche a livello giuridico: per la prima volta infatti, un criminale è stato assolto (sebbene colpevole) poiché non responsabile delle azioni compiute. La mancanza di responsabilità era dovuta ad una patologia mentale chiamata disturbo dissociativo dell’identità, più comunemente “disturbo di personalità multipla”.

A livello narrativo avrei preferito questo romanzo più tecnico in alcuni aspetti e più romanzato in altri. Ad esempio mi sarebbero piaciuti chiarimenti più approfonditi sulla patologia e le cause che la determinano, dato che qualche dubbio in proposito mi è rimasto. Capisco però il tentativo di rimanere il più possibile fedele alla vera storia di Billy e quindi forse la necessità di utilizzare questo stile giornalistico.

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Veniamo dunque alla trama. Nella prima parte abbiamo l’introduzione  delle ventiquattro (ebbene sì, ventiquattro!) personalità del protagonista  divise in “i dieci” e ”gli indesiderabili”. La coscienza di Billy infatti è governata da alcune “persone” ovvero individui con nomi e caratteristiche molto diverse tra loro che convivono in una stessa coscienza e in un unico corpo.

Ma com’è possibile? Esattamente quello che mi sono chiesta anche io. Pagina dopo pagina viene raccontata la vita di Billy a partire dalla sua prima frammentazione (ovvero la prima volta in cui una personalità è venuta alla luce). L’autore ci racconta come l’infanzia di Billy sia stata segnata dalla morte del padre e soprattutto dagli abusi da parte del patrigno, situazione che ha contribuito fortemente al determinarsi della patologia.

Scopriamo poi come ogni personalità abbia un ruolo diverso nella vita di Billy, come ad esempio Danny, il guardiano del dolore, che viene fuori per farsi carico della sofferenze, o Ragan, il guardiano dell’odio di origini slave, che prende possesso della coscienza in situazioni pericolose. Il suo compito è quello di proteggere Billy e il resto della “famiglia”, in particolare donne e bambini. Accanto a queste personalità le altre più importanti sono:  Allen il manipolatore, abile del raggiro, il quale più spesso tratta con gli esterni; Tommy, l’adolescente artista della fuga e Arthur, razionale e intelligente, che parla con uno spiccato accento britannico e decide quale membro della famiglia può uscire sul posto” prendendo così il controllo della coscienza. Arthur stabilisce che ogni personalità deve dedicarsi alla crescita personale, che sia dipingere, studiare o qualsiasi cosa possa beneficiare alla famiglia, chi invece non è in grado di controllare i propri istinti ed ha dei comportamenti dannosi viene bandito e non può più avere a che fare con il mondo esterno. Non tutte le personalità sono a conoscenza delle altre e possono quindi con esse comunicare, spesso infatti chi prende il posto lascia vuoti di memoria alla personalità successiva.

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(Un quadro dipinto dallo stesso Billy Milligan in cui ha disegnato alcuni dei residenti nella sua mente)

I diversi soggetti sono stati presentati in maniera molto precisa e sono talmente caratterizzati che pare davvero di aver a che fare con ventiquattro persone distinte. Ho ammirato sinceramente la loro ricerca di stabilità e di controllo anche in una situazione così complessa. Le personalità dominanti cercano infatti di gestire al meglio ogni situazione esponendo chi è più in grado di gestire la situazione da affrontare. Ci sono però anche momenti  di confusione in cui le personalità indesiderate prendono il posto e per Billy nulla è più certo. Grazie all’aiuto di un team di professionisti che credono nella veridicità del suo stato, Billy pian piano sembra fondere le varie personalità riunendosi nella figura del “Maestro” cioè colui che ha memoria di ogni cosa e che aiuta a ricostruire tutta la storia.

Il Maestro spiega di sentirsi inadeguato dopo la fusione, poiché ha solo una parte delle conoscenze delle altre personalità quindi in un certo senso è meno degli altri;  è però un’entità unica capace di gestire le emozioni e da un punto di vista terapeutico, più sano.

A fine lettura la storia lascia perplessi e dimostra ancora una volta che la verità non è mai una sola. Chi è quindi Billy Milligan? un mostro? un attore? una vittima?  Non è a noi che spetta il giudizio.

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Personalmente non ho potuto non provare empatia per Billy perché nella sua storia ho trovato un parallelismo con la sofferenza che in qualche modo tutti noi conosciamo. Quando soffriamo ci sembra di frammentarci per poi ricomporci lentamente e con difficoltà, spesso  anche grazie all’aiuto di qualcun altro. Ho ammirato la sua forza, anzi la loro forza, la capacità di non perdersi mai completamente nonostante le atroci violenze subite, ma cercare in qualche modo di venirne fuori come meglio è possibile, proprio come si fa in una famiglia.

Una storia vera, toccante, e che ci si creda o no, ci si ritrova a pensare che forse Billy aveva solo bisogno d’aiuto, come del resto tutti noi.

 

SCHEDA LIBRO:

Editore: Nord
Pagine: 544
Prezzo:
19,00 euro

 

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Victoria – Daisy Goodwin

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Una delle ultime uscite Sonzogno è la biografia romanzata di una delle regine più amate del Regno Unito, Victoria, scritta dalla creatrice della serie tv omonima, Daisy Goodwin. Ripercorriamo l’adolescenza della giovane, fatta di solitudine, sotto il controllo della madre, la duchessa di Kent e del suo segretario e consigliere Sir Conroy, allietata solamente dalla presenza del cagnolino Dash. A soli 18 anni Victoria diventa regina della monarchia britannica e si trova a dover affrontare nuove regole, etichette e responsabilità, sotto gli occhi di un regno abituato a vedere al governo un uomo. Nel romanzo vengono approfonditi i gusti e le inclinazioni ingenue e passionali della giovane, dall’amore per il suo primo ministro Lord Melbourne, alla pietà per i ribelli Cartisti del Galles, fino alle diverse emozioni che le si smuovono nel cuore quando approfondisce la conoscenza di suo cugino Alberto. Possiamo così meglio capire la vita e l’ambiente di corte, con le sue vicissitudini e il clima in cui si trovava a regnare una donna.

Conoscevo già la storia della regina soprattutto dopo aver visto il film “The young Victoria”, quello che forse mi sarei aspettata di più a livello di trama era un maggior spazio riservato alla politica e al contesto storico, invece che concentrarsi quasi esclusivamente sui complotti per manovrare Victoria e trovarle un marito. Mi è piaciuto molto il ruolo svolto da Lord Melbourne: ama la regina, la serve ma è disposto a mettersi da parte per il bene della monarchia e non accettare la sua proposta di matrimonio. Troppo frettolosa invece la parte finale e poco approfonditi i sentimenti di Victoria nei riguardi di Alberto: ho avuto l’impressione che si stesse comportando come un’adolescente che tenta di fare breccia nel cuore dell’innamorato dopo averlo inizialmente trovato insopportabile.

Belle alcune frasi, che ad una romantica come me non potevano non piacere, eccone un esempio:

“Lo sapevate, Maestà, che le cornacchie scelgono un unico compagno per tutta la vita? Ogni anno, quando è il momento di fare il nido, ripetono i riti di corteggiamento con lo stesso compagno dell’anno precedente, rinnovando i voti nuziali e tenendo sempre viva la scintilla della vita di coppia. Potremmo imparare così tanto da loro.”

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Scheda libro: 

Pagine: 430
Editore: Sonzogno
Prezzo: 19.50€

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Prendiluna – Stefano Benni

9788807032400_quartaStefano Benni è uno dei pochi autori italiani che ti spingono a entrare in libreria, chiedere l’ultimo suo romanzo e comprarlo senza neanche prendersi il disturbo di leggere la trama. Questo perché lui ha la capacità assoluta di saper raccontare qualsiasi storia con ironia e la giusta dose di follia che ti farebbe apprezzare tutto, anche il bugiardino dell’Oki.”vide per la prima volta la luna piena e la sorpresero mentre saltava e gridava perché voleva afferrarla e tirarla giù. Fu così che era nato il suo soprannome, Prendiluna.”

La protagonista di questa storia è un’anziana maestra.

Già dalle prime pagine sai che tra te e lei scatterà il colpo di fulmine: te ne innamori subito. Le viene affidata una missione dal suo gatto/fantasma Ariel. Angelo o allucinazione? Ariel le dice che la fine del mondo è vicina e che per evitare l’arrivo dell’apocalisse dovrà consegnare i Diecimici (che sono, effettivamente, dieci gatti) a dieci Giusti. Prendiluna ha pochi giorni per farlo, per trovare dieci persone degne. Parallelamente alle avventure della vecchia signora, leggeremo le vicende di altri due protagonisti d’eccezione: Dolcino e Michele

Questi due improbabili eroi fuggono dal manicomio nel quale sono rinchiusi perché devono cercare Dio e…picchiarlo. Già. L’impresa blasfema dei due è proprio quella di trovarle l’Onnipotente per dirgliene quattro visto che, nel mondo, ci sono troppe cose che vanno male e lui sembra non interessarsene.

Inutile dire che questi sono solo alcuni degli strani personaggi che incontreremo in questa storia. Tutti, dal più buono al più cattivo riusciranno a strapparti una risata o una riflessione.

Non posso dire che questo sia il libro più riuscito di Benni e, durante la lettura, non ho potuto neanche evitare di pensare che ci siano delle parti confusionarie tipiche di questo scrittore che, per le stesse ragioni, non mi hanno fatto apprezzare in toto alcuni suoi libri. Se avete amato “La compagnia dei Celestini” troverete in questa avventura le medesime dinamiche, lo stesso modo di proporre al lettore situazioni assurde che però rispecchiano perfettamente i fallimenti della società in cui viviamo. Incontriamo “haters” del web, stampa corrotta, persone intossicate dagli smartphone.

Però Benni non si perde d’animo, ci mostra anche la parte bella, quella in cui nel peggior cattivo si nasconde in realtà l’ultimo dei giusti; ci fa vedere che la lealtà esiste, anche tra le pareti di un manicomio.

E poi ci fa ridere, sempre:  “E quelle serie americane? Ma vi sembra possibile che da un pelo del culo in mano alla vittima riescano a capire che l’assassino è un trentenne bianco scapolo bisex collezionista di caramelle succhiate con il padre che lo picchiava? E questi serial killer quanti sono? Potrebbero fare un sindacato. Ed è possibile che non ammazzino mai uno e basta, devono tagliuzzarlo, estrargli gli incisivi, asportargli il duodeno, infilargli una bibbia in gola? E poi cos’è questa mania di sporcare i muri con le scritte di sangue? A me in vent’anni nessuno ha mai scritto un messaggio organico su un muro, solo una volta GARBUGLIO CORNUTO, ma era il mio vicino di casa con un pennarello. E come mai i delinquenti che becco io non citano Dante e Blake, ma leggono Tex?

E naturalmente non mancano mai, come in tutti i suoi libri, le parti in cui ti sale un brivido lungo la spina dorsale. Emozionarsi, con i suoi libri, è un marchio di fabbrica:

Un pallone vero ce l’hanno in tanti, ma solo i bambini e pochi altri sanno trovare il Pallone Invisibile. Con il Pallone Invisibile puoi giocare tutto il tempo che desideri e in ogni posto che vuoi, un grande prato o un corridoio di ospedale. Se impari a giocare col pallone vero puoi diventare un campione, ma se sai giocare col Pallone Invisibile sei quello che vuoi tu, sei tutti i campioni che ci sono al mondo.

SCHEDA LIBRO

Autore: Stefano Benni
Titolo: Prendiluna
Pagine: 224
Editore: Feltrinelli
Prezzo: 16.50€

(In collaborazione con Thrillernord)

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Leggiadra stella – John Keats

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John Keats è stato uno dei massimi esponenti del romanticismo inglese e ci ha lasciato alcuni dei più bei versi esistenti. Questa recensione è dedicata alle lettere d’amore scritte alla sua Fanny. Keats e Fanny Brawne si conobbero e si innamorarono, la loro relazione rimase sconosciuta per molti anni, fino a che nel 1878 fu pubblicato il carteggio delle lettere del poeta (quelle di Fanny furono distrutte dagli amici di Keats dopo la sua morte). Dalle lettere traspare un erotismo e una passione del tutto nuovi, disdicevoli per l’epoca vittoriana in cui furono edite a stampa. Keats riversa le sue emozioni nell’inchiostro sulla carta: è molto malato, morirà di li a poco e combatte contro la morte rinchiudendosi entro quattro mura e ristorandosi solo degli sguardi e dei biglietti della buonanotte della sua dama.

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I toni sono dolci, violenti, a tratti morbosi e grotteschi; ci permettono di conoscere appieno il cuore di quest’uomo. Di seguito alcuni passi:

Lettera del 3 luglio 1819: “Chiedi a te stessa, amore mio, se non sei crudele per avermi irretito così, per aver distrutto così la mia libertà. Confessalo nella lettera che devi scrivermi immediatamente e dì tutto ciò che puoi per consolarmi -falla ricca come un filtro di papaveri per inebriarmi- scrivi le parole più tenere e baciale, che io possa almeno posare le mie labbra dove furono le tue. […] Vorrei che fossimo farfalle e vivessimo tre soli giorni d’estate -tre giorni così, con te, sarebbero più colmi di delizie, di quante ne potrebbero contenere cinquanta anni di vita ordinaria.”
Lettera del 10 luglio 1819: “Mia dolce Fanciulla, la  tua lettera mi ha dato una gioia che nessun’altra cosa al mondo eccetto tu stessa può darmi. In verità sono stupito che una persona assente possa avere sui miei sensi quel voluttuoso potere che sento. Anche quando non ti penso ricevo il tuo influsso e una grande tenerezza mi pervade.”

Il momento del viaggio in Italia è sempre più vicino, così come il momento dell’addio e, purtroppo, della morte del giovane

“Sono contento che esista una cosa come la tomba -sono sicuro che non avrò requie che là. In ogni caso mi concederò la soddisfazione di non vedere più Dilke e Brown e nessuno dei loro amici. Vorrei essere fra le tue braccia colmo di fiducia, o che un fulmine mi colpisse.”

Consiglio la visione anche del film di Jane Campion del 2011, “Bright star” con Ben Whishaw e Abbie Cornish.

SCHEDA DEL LIBRO
Autore: John Keats (Prefazione di Nadia Fusini)
Titolo: Leggiadra stella – Lettere a Fanny Brawne
Pagine: 83
Editore: Archinto
Prezzo: 10.50€

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Jane e la disgrazia di Lady Scargrave – Stephanie Barron

downloadJane e la disgrazia di Lady Scargrave è un libro di Stephanie Barron, primo di una serie di romanzi gialli che vedono la famosa scrittrice inglese Jane Austen al centro delle indagini.

Jane è ospite presso una sua cara amica, la bellissima e facoltosa Lady Isobel Scargrave. I festeggiamenti per il recente matrimonio della nobildonna sono presto interrotti dalla tragica morte del marito,  Lord Scargrave. Dell’improvvisa scomparsa dell’uomo, avvenuta in circostanze sospette, viene presto incolpata la stessa Lady Scargrave. Sicura dell’innocenza dell’amica, Jane inizia ad indagare, raccogliere indizi ed elaborare ipotesi che la porteranno a fare luce sulla vicenda.

Il romanzo è costruito su un’espediente letterario ideato dall’autrice. Stephanie Barron nella prefazione, si presenta come una semplice curatrice dell’opera. Racconta di essere venuta in possesso del diario e di alcune lettere della scrittrice inglese indirizzate alla sorella Cassandra, scritti durante il periodo di permanenza presso casa Scargrave. Il libro è infatti scritto sotto forma di diario ed è intervallato dalla corrispondenza epistolare di Jane con la sorella.

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Leggendo questo libro si ha come l’impressione di rincontrare una vecchia amica. L’autrice è stata infatti capace di scrivere un romanzo che sembra essere realmente frutto della penna di Jane Austen. Lo stile narrativo, il pensiero critico con cui la protagonista descrive le vicende e i vari personaggi, sono elementi che hanno sempre caratterizzato non solo le protagoniste femminili dei romanzi della Austen ma anche lei stessa e sono elementi che l’autrice ha saputo abilmente trasporre nel suo romanzo. L’arguzia e l’intelligenza di Jane, a volte un pò eccessivamente esaltati, saranno infatti decisi per la risoluzione del mistero che grava sulla morte di Lord Scargrave.

Jane e la disgrazia di Lady Scargrave è un vero e proprio giallo ambientato nel ‘700; non mancano infatti la suspance, i colpi di scena e perfino ritrovamenti di cadaveri. Ha tutti gli elementi per essere una lettura piacevole e mai noiosa, in compagnia di una delle più grandi scrittrici di tutti i tempi, che per la prima volta diventa lei stessa protagonista di un libro. Gli amanti della Austen non possono lasciarsi sfuggire l’occasione di tornare ancora una volta nell’elegante  e frizzante mondo, profumato di tea dei salotti inglesi del ‘700.


Scheda del libro

Titolo: Jane e la disgrazia di Lady Scargrave
Autore: Stephanie Barron
Pagine: 314
Prezzo: 12 euro
Editore: Tea

Altri libri della serie “Le indagini di Jane Austen“:

  • Jane e il mistero del reverendo
  • Jane e il segreto del medaglione
  • Jane e lo spirito del male
  • Jane e l’arcano di Penfolds Hall
  • Jane e il progioniero di Wool House
  • Jane e i fantasmi di Netley
  • Jane e l’eredità di sua signoria

 

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Challenger-Guillem López

 

#73

Challenger

Cape Canaveral, Florida 11:38 a.m.

Il conto alla rovescia è iniziato.Sono successe molte cose da quando gli occupanti della navicella spaziale Challenger sono saliti a bordo e hanno occupato i loro posti. Cose che sono strettamente legate a questa storia, anche se sono successe in altri posti, in altri momenti. È una cosa complicata che dipende, come tutto ciò che è complicato, dalla fede e dell’immaginazione.”

Non mi è capitato spesso di leggere qualcosa che non riuscissi a classificare. Challenger di Guillem López non ha una sola anima; non può essere limitato al genere romanzo di fantascienza, ma è qualcosa di più. Tutto parte il 28 gennaio 1986 con il lancio della navetta spaziale che ha dato il titolo al romanzo.


Ma le cose non andranno come da programma; la navetta infatti dopo soli 73 secondi dal suo decollo esploderà, riempiendo il cielo della Florida dei suoi detriti e illuminando con la forza della sua esplosione, pochi istanti della vita dei protagonisti attraverso lo schermo delle televisioni dalle quali i vari personaggi seguiranno la vicenda. Sì, perché questo è un racconto corale, un dipinto che per completarsi ha bisogno di vari colori, distinti, ognuno con la sua sfumatura precisa.

L’autore deciderà di dividere la narrazione in settantatré brevi racconti, ognuno autoconclusivo certo, ma legato ai successivi grazie a particolari elementi. Ed è questo ciò che più ho amato, il fatto che nonostante i vari microsistemi siano racchiusi nei confini del singolo racconto, siano solo il pezzo di un puzzle più grande e complesso, quello della Miami nella quale tutto si muove con la sua pluralità di voci e di storie.

Proprio per questo al libro è allegata la mappa della città, con i nomi dei vari protagonisti ed una timeline sulla quale ci si può appuntare l’ora in cui hanno luogo i numerosi eventi raccontati, e come un moderno Sherlock, cercare di trovare il bandolo della matassa.

“Che valore può avere la vita di un singolo in confronto alla rivoluzione? Che valore ha il suo beneficio in confronto al beneficio della specie? Che valore ha la sua sofferenza in confronto al mutamento delle coscienze di una nuova era?”

Oltre alle storie, nelle quali trovano voce tutti, dai bambini, alle liceali, ai professori, agli immigrati, molte sono le riflessioni di una profondità che non ci si aspetta.

Ecco una delle mie preferite

“Esiste un inizio? Esiste davvero? Come si può riconoscerlo nell’infinita catena di cause, conseguenze, previsioni? Il tempo ad esempio. Avrà una fine? Cosa c’era prima? Ci sarà qualcosa dopo? Ah, il tempo. La vera dimensione sconosciuta. La variabile ingannevole, contorta, schiva, gelatinosa che ci si insinua dentro, nelle viscere. (…)La realtà è là fuori, oltre lo specchio, è quel numero infinito di possibilità che si ripercuotono sul caos onnipresente, è ovunque e in nessun posto. Siamo figli dell’incertezza, in balia del nostro io più primitivo e vittime della casualità.”

Se vi piacciono le letture particolari, originali di quelle che ci sorprendono ad ogni pagina, leggetelo e consigliatelo a vostra volta.

“Vivere significa mantenere l’equilibrio e cercare di cadere il più tardi possibile, perché alla fine tutti cadiamo, tutti. Per questo è impossibile decidere la rotta dell’esistenza. Gli asteroidi viaggiano senza meta, spinti e attratti dalla gravità di altri corpi celesti. A volte si disintegrano l’uno contro l’altro. Nascere significa lanciarsi spinti dalla forza d’ inerzia del nostro retaggio, fatto di principi morali e di abitudini, in questo caotico ballo di forze invisibili e fluttuare da una parte all’altra della galassia, dell’asilo alla pensione. A che serve negarlo? Nessuno controlla niente.”

SCHEDA LIBRO

Editore: Eris Edizioni
Pagine: 401
Prezzo: 20 euro

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Il suono del mondo a memoria – Giacomo Bevilacqua

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Sam decide di fare un esperimento: vivere due mesi a New York senza rivolgere la parola a nessuno per poi scriverne un articolo. Ma come fare a mantenere il silenzio? Un’ armatura fatta di cuffie e la stessa canzone a ripetizione nelle orecchie è tutto ciò che serve. Sam capisce che il silenzio dà uno sguardo differente sulle cose e in quanto fotografo ha un punto di vista privilegiato, ha imparato a guardare il mondo attraverso il mirino e riesce a regalarci un ritratto atipico della grande mela: una città muta e un luogo dove si può essere anche molto soli. Così mentre Sam si destreggia tra le attività quotidiane in assoluto silenzio, l’esperimento procede e noi impariamo a conoscerlo poco per volta attraverso i suoi occhi e i suoi pensieri.

La narrazione avviene quasi interamente tramite didascalie, ma i pensieri di Sam si intrecciano poi ad una seconda voce, quella di Joan, che fa presto breccia nel cuore del protagonista.

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Da lettrice di romanzi, “leggere” le tavole non è stato facile, ero un po’ scettica e invece mi sono dovuta ricredere.  Ho sfogliato il suono del mondo a memoria più volte e ogni volta che mi soffermavo a guardare i colori o leggere le vignette mi immaginavo insieme a Sam tra strade affollate di New York, poi a Central Park di cui mi sembrava quasi di sentire gli odori. Soprattutto dal punto di vista grafico è stata una meravigliosa sorpresa, il romanzo sembra composto da una serie di istantanee fotografiche che si susseguono raccontando una storia.

1-jzf0MDmRzUBgjB3vmFmTkAAlla fine però ero insoddisfatta, mi sono chiesta: “sono io a non aver capito?”  ed è solo dopo una rilettura attenta che sono riuscita a cogliere altri dettagli.

Ciò che rende particolarmente bella quest’opera è il fatto che sia composta da piccoli tasselli, che vanno a ricomporsi perfettamente in un mosaico brillante visibile solo alla fine del racconto.

suono-del-mondo-a-memoria_5L’aspetto che più mi ha colpito è che Sam ha una strana abitudine: scatta foto e non le riguarda, poi chiude gli occhi e cerca di immaginarsele, come in attesa che il vissuto diventi ricordo per poi esaminarlo con occhi più maturi e riuscire a coglierne le diverse sfumature. Tutto ciò l’ho trovato molto poetico così ho deciso di seguire il consiglio del protagonista: ho letto le ultime pagine, poi in silenzio ho posato il libro sul comodino e abbassando le palpebre, l’ho ricostruito nella mia memoria.

 

 

 

SCHEDA LIBRO

Autore: Giacomo Bevilacqua
Editore: Bao Publishing
Pagine: 192
Prezzo: 21,00€

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La figlia di Odino – Siri Pettersen

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E’ con questa dedica che si apre “La figlia di Odino” un romanzo pubblicato da Multiplayer Edizioni che ha tenuto noi appassionati del genere fantasy incollati allo schermo del computer in attesa di scoprire la data di uscita. Inizialmente, non conoscendo ancora la trama, credevo che il libro parlasse in maniera approfondita della mitologia norrena che tanto amo. Invece, l’autrice, ha deciso di presentarci un mondo ex novo con divinità e usanze del tutto inventate. Non posso negare di aver avuto qualche difficoltà durante i primi capitoli nel cercare di sbrogliare la matassa che avvolgeva l’ambientazione. Si parlano di Orbi, del Rito, del potere, del Veggente e tutto questo viene citato durante la lettura senza spiegare chi o cosa sono. L’autrice ha sapientemente scelto di portare avanti la storia lasciando scoprire al lettore tutto quello che serviva man mano che si andava avanti. Come una partita a poker, le carte sono state scoperte con molta, moooolta calma per accrescere la suspance narrativa.

19988963_10155447288437410_1001456862_nI protagonisti di questa storia sono Hirka e Rime. Fin da subito scopriamo che Hirka è un essere che non fa parte del mondo in cui vive. E’ una senzacoda, è quello che viene giudicato un nemico da eliminare. O almeno, questo è quello che pensano tutti tranne l’uomo che l’ha trovata quando lei era in fasce. Lui decide di salvarle la vita e cucirle addosso una bugia:

“La coda ti è stata portata via dai lupi”

Come tutte le bugie però arriva presto il momento in cui bisogna fare i conti con la verità. A Hirka manca il dono, caratteristica unica del popolo con cui vive e presto, quando verrà chiamata a mostrarlo al Consiglio, tutti se ne accorgeranno e per lei sarà la fine. E’ così che inizia la sua fuga ed è così che inizia anche la storia dolcissima di un’amicizia, quella con Rime, che va oltre ogni cosa: la differenza di classe, di razza, di credo.

La Multiplayer Edizioni ha ancora una volta scovato una saga che saprà appassionare il lettore.  Di contro, potrebbe succedere che la storia possa impiegare diversi capitoli prima di risultare avvincente per chi la sta leggendo e il mio consiglio è di non lasciarsi sopraffare e continuare la lettura. Verrete ripagati dell’attesa 😀

SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: La figlia di Odino
Autore: Siri Pettersen
Editore: Multiplayer Edizioni
Prezzo: 21,00 €
Pagine: 631