Rosamund di Rebecca West è il capitolo conclusivo della trilogia de La famiglia Aubrey pubblicata in Italia da Fazi Editore.
È arrivato in libreria il 12 settembre ed io, avendovi già parlato sia de La famiglia Aubrey che di Nel cuore della notte, non potevo esimermi dal parlarvi anche di questo ultimo romanzo (non fosse altro che ero comunque curiosa di poter esprimere un parere completo sull’intera trilogia).
In questo romanzo ritroviamo quello che è rimasto della famiglia Aubrey alle prese con i vari sviluppi sia sul piano personale che su quello professionale.
Rose e Mary ormai sono delle affermate pianiste che girano il mondo con i loro concerti e, pur se con uno spirito non propriamente adatto, partecipano alle varie feste del bel mondo (soprattutto in America).
Intorno a loro girano tutti gli altri personaggi, amici e familiari, che abbiamo incontrato negli altri romanzi. Anche loro, come le protagoniste, subiscono dei cambiamenti molto importanti: c’è chi, inevitabilmente, invecchia e muore; chi si sposa e mette al mondo figli; chi cerca di portare avanti la propria esistenza nonostante un evidente vuoto in essa.
Una vicenda in particolare segnerà le sorti di questo romanzo: il matrimonio di Rosamund, l’adorata cugina delle sorelle Aubrey. Infatti, da infermiera devota e bravissima, Rosamund si troverà a vestire i panni della moglie di un arricchito straniero, borioso e meschino. Questo matrimonio allontanerà le tre giovani non solo fisicamente (Rosamund andrà a vivere all’estero) ma soprattutto moralmente, segnando uno strappo nella psicosi soprattutto di Rose.
Per tre quarti del libro lo stile di Rebecca West è quello che abbiamo conosciuto nei precedenti romanzi: uno stile rilassato, una penna che senza fretta ci racconta la vita di questa famiglia e delle giovani donne che la compongono. Ma poi, all’improvviso, sembra che l’autrice voglia arrivare subito al finale e iniziano ad accadere eventi che nessuno avrebbe mai immaginato perché arrivati senza nessun preavviso.
Per quanto riguarda, invece, i personaggi devo confermare quello che avevo già avvertito in precedenza: non sono riuscita a simpatizzare con nessuno. L’amore viscerale che unisce i vari personaggi non riesce a sovrastare quella che, secondo me, è la realtà e cioè che tutti, chi più e chi meno, siano enormemente egoisti e concentrati su loro stessi.
Questa impressione mi viene data soprattutto da Rose, colei a cui è affidato il compito di raccontare le vicende: se nei primi romanzi attribuivo alcuni suoi atteggiamenti alla giovane età (prima bambina poi adolescente), in quest’ultimo non ho trovato alcuna scusa ai suoi atteggiamenti. Rebecca West dipinge una donna ancora estremamente infantile, egoista, egocentrica e capricciosa.
Naturalmente questo è anche un pregio: seppur non apprezzandola, i personaggi hanno una spiccata connotazione psicologica e questo è sicuramente un grande merito da riconoscere a Rebecca West.
Tra l’altro, a mio modesto parere, quest’ultimo romanzo è una conclusione/non-conclusione: troppe sono ancora le vicende e le domande lasciate in sospeso. E questo è un altro elemento che mi ha dato la sensazione che l’autrice volesse chiudere velocemente la sua storia con la famiglia Aubrey.
Rosamund ha confermato il mio pensiero su questa trilogia familiare: una storia banale con personaggi per la maggior parte odiosi, una narrazione che nel primo volume annoia mentre negli altri due, pur migliorando, presenta diversi “buchi”.
SCHEDA DEL LIBRO
Editore: Fazi Editore
Pagine: 421
Prezzo: 20.00€
Voto: 5/10