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Luminescence – Elena Magnani

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Oggi vi parlo di un libro di Luminescence, libro scritto dall’autrice Elena Magnani. Luminescence è un romanzo che rientra nel genere Fantasy ed è ambientato in Italia, tra Genova e il comune di Dalli Sotto.

Protagonista del romanzo è Alessandra, giovane ragazza la cui adolescenza viene sconvolta da una tragedia avvenuta durante un’escursione di trekking con i suoi amici di sempre. Durante questa escursione, Luisa, una delle ragazze del gruppo, precipita da un burrone, morendo sul colpo, sotto gli occhi impotenti di Alessandra, che non riesce a fare nulla per salvarla. Gli amici reputano Alessandra responsabile della sorte di Luisa e non le crederanno quando affermerà di aver visto una misterioso ragazzo accanto a lei, mentre tentava inutilmente di salvare l’amica. Da quel momento i rapporti di Alessandra con il gruppo si incrineranno e i ragazzi prenderanno strade diverse. Quattro anni dopo la morte di Luisa, il gruppo di ex amici decide di ritrovarsi per un’escursione in memoria dell’amica scomparsa. Qui Alessandra si troverà nuovamente faccia a faccia con quel misterioso ragazzo, bellissimo ed estremamente pericoloso, Haiki, che tenterà di far tornare a galla dei ricordi sepolti di Alessandra, che possono svelarle la sua vera natura.

La vicenda prosegue dunque con il cammino di Alessandra alla ricerca dei ricordi che l’aiutino a scoprire chi è lei in realtà, sempre accompagnata da Haiki, con il quale si instaurerà man mano un rapporto sempre più intimo.

La storia è avvincente e appassionante, soprattutto per quanto riguarda i capitoli iniziali. I vari personaggi sono descritti e caratterizzati in maniera davvero magistrale e l’autrice ha uno stile di scrittura molto scorrevole che rende la lettura molto piacevole.

Nonostante il libro nel suo complesso mi sia piaciuto, l’elemento in cui ha peccato è stato proprio l’elemento fantasy. Nella descrizione degli esseri sovrannaturali e del mondo di cui fanno parte si ha come l’impressione che manchi qualcosa, un elemento unico e caratterizzante che renda vivido quel mondo soprannaturale e che sia in grado di rimanere impresso nella mente del lettore. Alcuni eventi e aspetti sono a mio parere poco chiari e andavano approfonditi maggiormente.

Nel complesso ne consiglio la lettura e spero che, nel caso in cui vi sia un sequel, vengano raffinati quegli aspetti del fantasy che in questo primo libro appaiono un pò grezzi.


Scheda del libro

Editore: Lettere animate
Pagine: 258
Prezzo: 12,75 euro

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Sissy Boy – Franca De Angelis

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“Quello che noi faremo, nella prossima ora, è: coltivare una speranza. La speranza che nonostante tutto quello che possono averci fatto, consapevolmente o no, quando eravamo piccoli, nonostante i condizionamenti che possiamo aver subito, nonostante gli infiniti tentativi di soffocare la nostra vera personalità, nonostante le sevizie, sì, le sevizie e le violenze che ci hanno inferto in nome del nostro bene… noi tutti possiamo farcela. Non soltanto a sopravvivere, ma a vivere. Noi tutti possiamo, dobbiamo, riprenderci la vita e godercela. Viverla fino in fondo secondo la nostra natura.”

 

Buongiorno lettori, oggi vi parlo di un piccolo libro che racconta una grande (grandissima) storia. Nato per il teatro, Sissy Boy ha debuttato in diverse piazze italiane prima di diventare un libro da cui oggi, noi fortunati lettori, possiamo attingere per far nostre alcune importanti lezioni di vita. Partiamo comunque dall’inizio.

“Sissy boy” è il termine americano con cui si appellano quei bambini o ragazzi che si dimostrano poco virili. Il – sissy boy – della nostra storia è Sergio Bello. Il libro inizia con il monologo della madre di Sergio, la vediamo sfogliare annoiata una rivista mentre è dal parrucchiere fino a quando, il suo sguardo, non ricade su un annuncio a fondo pagina.

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Qui, Sergio, entra in scena raccontandoci cosa la madre abbia visto su quella rivista. Qui, per noi lettori, inizia una discesa verso un mondo marcio fatto di situazioni tristi, che mai nessuno al mondo dovrebbe vivere o sopportare, non un bambino, soprattutto. La diversità di Sergio è vista come una malattia da curare da entrambi i genitori e così, grazie (si fa per dire) all’aiuto di uno psicologo cercano di “estirpare” dalla sua anima i suoi desideri. Il desiderio di essere un maschiofemmina in libertà, di amare le bambole, di essere diverso… di essere e basta. Assistiamo alla manipolazione mentale a cui viene sottoposto e ci sentiamo male per lui, perché il senso di giustizia che alberga dentro ognuno di noi non può che urlare; sì, è vero, quello che stiamo leggendo è solo “finzione”, ma sappiamo bene che queste cose sono successe e probabilmente succedono ancora da qualche parte nel mondo.

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La bellezza di questo testo, oltre al modo magistrale con cui è stato reso dalla bravissima Franca De Angelis, sta nella particolarità della trascrizione. Realizzato per il teatro, viene facile, grazie alle descrizioni, immedesimarsi non solo come lettore, ma anche come spettatore. Ci si sente parte della platea, si viene catapultati in mezzo al pubblico che assiste, affascinato, al monologo dell’attore. Il finale, poi, è da alzarsi in piedi e applaudire e piangere. Bello, davvero bello. Dovete comprarlo e leggerlo per voi e per i vostri figli, per capire quanto voi siete importanti per loro e per la loro formazione, per sapere che i vostri errori hanno un peso che finirà dritto sulle spalle di quel piccolo e innocente individuo che si fida di voi e solo di voi.

Scheda del libro

Editore: More Nocturne Books
Pagine: 89
Prezzo: 10.00 euro

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Ogni respiro – Nicholas Sparks

Se mai qualcuno dovesse domandarmi qual è, secondo me, il miglior autore di storie d’amore contemporaneo ancora in vita io non avrei alcun dubbio sulla mia risposta: Nicholas Sparks.

Non perdo nessun suo romanzo nonostante sia capitato, anche con lui, di rimanere delusa da qualche sua storia. Ma errare è umano e poi la delusione è un fattore soggettivo quindi perché negargli altre possibilità?

Il suo ultimo lavoro, edito Sperling & Kupfer, s’intitola Ogni respiro (titolo originale Every breath) ed è arrivato nelle nostre librerie il 26 giugno 2018.

Ogni respiro è la storia di Tru Walls, quarantenne nato e cresciuto nello Zimbawe, un uomo che per vivere fa la guida nei safari e che non ha mai avuto una vita facile: non sa chi sia suo padre e, quando sua madre morì quando lui aveva poco più di undici anni, rimase con il nonno paterno (un uomo burbero e senza morale) ed il suo patrigno. Ma forse qualcosa sta per cambiare: infatti sta per partire per il North Carolina per la prima volta in vita sua avendo ricevuto una lettera da parte di un uomo che dice di essere suo padre.

Ma Ogni respiro è anche la storia di Hope Anderson, una donna sopra la trentina che sta vivendo un momento di incredibile confusione nella sua vita: mentre tutte le sue amiche si sposano e hanno figli lei è intrappolata in una storia con Josh un uomo che, alla soglia dei quarant’anni, non vuole saperne di dare una svolta alla sua vita che procede nella direzione di quella di un ventenne. Inoltre suo padre ha appena scoperto di essere gravemente malato e questo la porta a rifugiarsi nella villa al mare di proprietà della sua famiglia.

Ed è nel North Carolina, esattamente a Sunset Beach, che queste due anime in conflitto si incontrano. E tra loro nasce subito una scintilla: entrambi si trovano a loro agio nelle loro chiacchere e ben presto si ritrovano a condividere pensieri, segreti e preoccupazioni.

Bastano pochi giorni per far capire ad entrambi di essersi innamorati, un amore un po’ folle, improvviso, ma che porta con sé tutto quello che entrambi hanno sempre cercato e sognato: passione, condivisione e fiducia. Ma a volte l’amore non basta e, nel momento in cui questo deve far fronte a quella che è la vita reale, il suo “potere” sembra svanire per sempre.

Ma basterà davvero la cruda realtà a dividere per sempre due anime che sembrano destinate l’una all’altra?

Per saperlo non vi resta che leggere il romanzo!

Ogni respiro

Con la sua inconfondibile scrittura Sparks ci riporta ancora una volta sulle coste del North Carolina e sulle sue spiagge spazzate dal vento di inizio autunno e ci racconta la storia di un amore alle prese con delle scelte che il dovere ci porta a fare.

La narrazione è, come sempre, molto fluida e scorrevole. Si “passeggia” tra i vari capitoli dedicati a fasi alterne a ciascuno dei due protagonisti in maniera molto facile. E, come sempre, ci si trova invischiati in sentimenti e decisioni che profumano di mare e di sole.

Un libro ideale per questo ultimo stralcio d’estate e per passare questi ultimi giorni di ferie (ammesso che qualcuno lo sia ancora) sotto l’ombrellone.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 385
Prezzo: 19.90€

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Kids with guns – Capitan Artiglio

Vi ricordate, durante le varie dirette “sclero” dal Salone del Libro, quando la nostra Pat mi ha definita la Signora delle Graphic? Bene, io vorrei tanto smentire questa cosa ma proprio non posso. Perché io amo le graphic novel, amo i disegni, i colori, le storie. E sono alla continua scoperta di questo fantastico mondo.

La mia ultima scoperta, di qualche mese fa, è stata la graphic firmata da Capitan Artiglio (al secolo Julien Cittadino classe 1993) ed edita da Bao Publishing dal titolo Kids with guns.

La cosa che salta subito all’occhio, già solo guardando la copertina, è la presenza dei dinosauri. Ebbene si. Veri e propri dinosauri.

La storia si svolge su un pianeta non ben precisato dove, in location degne del vecchio Far West, cowboy alieni, banditi e cercatori di taglie con impianti bionici percorrono in lungo ed in largo il deserto in groppa a dinosauri.

Ma la storia vera e propria riguarda tre fratelli, i Doolin, gangster alle prese con una misteriosa eredità che consegna loro degli strani poteri e una strana bambina di cui non si sa nulla tranne che è molto veloce a sparare.

Kids with guns

Ed è in quest’ambientazione, tra palesi riferimenti al mondo anni Ottanta (cartoni animati, videogame e tanto altro) e in un’atmosfera quasi fantascientifica, che Capitan Artiglio costruisce una storia degna di nota.

Oltre alla storia, ovviamente, meritano un plauso anche i disegni: linee pulite ed essenziali e dei colori che sono una vera meraviglia.

Primo volume di una (già annunciata) trilogia, Kids with guns è la graphic ideale per gli amanti del western, dell’avventura e dei dinosauri. Che sia solo una di queste motivazioni, o più di una, o tutte e tre vi consiglio davvero di dare una chance a questo bellissimo libro.

Capitan Artiglio, come molti fumettisti prima di lui, ha iniziato a rendere pubblico il suo lavoro sul web dal 2016. Questa è la sua prima opera ed io ho avuto la fortuna di incontrare questo giovanissimo e talentuosissimo autore proprio qui a Bari in occasione del BGeek 2018.

Insomma, se non vi ho ancora convinti, vi consiglio di recarvi in libreria o in fumetteria e di prendere tra le mani e sfogliare questo volume. Annusatene la carta, ammiratene i colori, accarezzate la copertina. E vedrete che ve ne innamorerete come è successo a me!


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Bao Publishing
Pagine: 206
Prezzo: 20.00€

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Via dalla pazza folla – Thomas Hardy

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Non avevo mai letto nulla di Hardy e l’anno scorso, in preda ad uno dei miei soliti attacchi di acquisto compulsivo, ho comprato “Via dalla pazza folla”, attratta dalla copertina di questa edizione BUR (ma ricordo che esistono tante altre edizioni di altrettante case editrici). Complice la volontà di vedere il film di qualche anno fa, ho deciso di intraprendere questa lettura la cui lunghezza (più di 480 pp) mi spaventava un po’.

Veniamo alla trama: Gabriel Oak è un fattore, un giorno conosce Bathsheba Everdene, giovane e bellissima donna di condizione sociale più bassa, verso cui comincia a provare attrazione. Dopo una proposta di matrimonio fallita, le strade dei due personaggi sembrano separarsi. Un paio di mesi dopo, complice il fallimento della sua attività, Gabriel deve lasciare il suo villaggio e trasferirsi non molto lontano, in un villaggio in cui reincontrerà Bathsheba, diventata ormai ricca proprietaria terriera e fattrice grazie all’eredità dello zio defunto. Gabriel diventerà suo fattore e i fili delle loro vite si intrecceranno di nuovo.

William Boldwood è uno scapolo, vicino di casa di Bathsheba, unico uomo su cui sembra che il fascino della giovane non abbia effetto. Un gesto scherzoso con un’implicita richiesta di attenzioni farà accendere la fiamma della passione e dell’amore in quest’uomo che non aveva mai provato attrazione per una donna.

E poi c’è Francis Troy, sergente dell’esercito, con una buona educazione culturale, dotato di charme, che si innamorerà anche lui di Bathsheba. Di contorno tutti i lavoratori e gli abitanti del villaggio, che assisteranno alla vita di questi quattro personaggi, tra scandali, unioni, avventure pastorali e atmosfere di campagna.

Bathsheba è un personaggio particolare: è giovane, vuole essere indipendente, la è economicamente, è orgogliosa, vorrebbe fare tutto quello che vuole e con i suoi gesti a volte troppo impulsivi tende a rendersi antipatica al lettore stesso (ammetto di aver provato odio in alcuni momenti nei suoi confronti, un po’ come l’odio che un lettore moderno potrebbe provare per un personaggio come Isabel Archer del jamesiano “Ritratto di signora”). Ma è anche una donna dai sentimenti profondi, dalla grande forza d’animo, subirà una maturazione e formazione in solitudine, prendendo autocoscienza delle conseguenze delle sue decisioni. Magari non tutti la ameranno o odieranno alla fine, ma non si potrà che essere contenti per lei.

Lo stile di Hardy è complesso, lento all’inizio del romanzo, non attira molto l’attenzione del lettore che dovrà andare oltre ai primi capitoli per entrare nel clou della storia e per provare la sensazione di essere trascinato fino alla fine. In conclusione è un romanzo che mi è piaciuto, sicuramente leggerò altro di questo autore!

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: BUR Rizzoli
Pagine: 484
Prezzo: 14€

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La porta – Magda Szabo’

IMG_20180814_134425Ci sono libri  che lasciano il segno e altri che non lo lasciano. Probabilmente questo dipende da molti fattori come la bellezza intrinseca della storia o l’abilità narrativa dell’autore, non per ultimo però c’è anche la sensibilità del lettore. Ebbene sì, se è vero che non possiamo apprezzare tutto ciò che viene considerato oggettivamente bello, è anche vero che non sempre abbiamo la capacità di sentire appieno una certa storia. Non sempre la nostra recettività è al massimo.

Di questo me ne sono resa conto più volte, quando ho dovuto interrompere una lettura perché non era il momento giusto o perché la mia testa era altrove. Alcuni libri però sono capaci di guarirti, di affinare la tua capacità di ascolto delle parole scritte anche quando non è il momento giusto. Beh, in quel caso hai tra le mani un romanzo che ti sta facendo un grande dono ed è questo che io posso dire de La porta di Magda Szabo’, che mi ha fatto un grande dono.

La porta è un romanzo non troppo famoso al grande pubblico (non quanto meriterebbe almeno!) che ruota attorno al conflittuale rapporto tra Emerenc e Magda. Magda è la narratrice della storia, loquace, scrittrice di professione e moglie di uno scrittore. Emerenc invece è una portinaia, una donna anziana che di parole ne spende pochissime e non crede nel valore della cultura (ritiene insulso il lavoro di Magda che, a suo dire, consistente unicamente nel continuo battere a macchina), considera con sospetto tutti i lavori non manuali, soprattutto odia gli intellettuali, i fogli di carta, i libri, espressione di un mondo di chiacchiere e superficialità che non le appartiene. Sa a malapena leggere e scrive con grande fatica, per lei il mondo è diviso in chi comanda e chi esegue, chi scopa e chi fa scopare.

Emerenc e Magda si conoscono quando quest’ultima decide di assumere una donna che la aiuti nei lavori domestici e un’amica le fa il nome della portinaia. Emerenc però è una donna difficile, stacanovista ma insolente, non viene assunta nel senso stretto del termine perché non lava i panni a chiunque ma dopo aver ricevuto le giuste referenze, decide se accettare o meno i datori di lavoro. Già dal loro primo incontro Magda capisce che la donna è un personaggio sui generis, che si offre incondizionatamente ma a sua volta esige molto.

Emerenc prende distanza dal mondo segnando un confine invalicabile, confine rappresentato dalla porta della casa in cui abita in completa solitudine, non lascia entrare nessuno ed esce solo se necessario. Lei stessa non solo è chiusa, ma impenetrabile. La porta è quindi un confine fisico, ma anche e soprattutto mentale, imposto senz’appello da Emerenc a Magda; essa diventa quindi simbolo, struggente metafora di un’esistenza molto provata, se non di un cuore indurito dagli orrori vissuti.

Emerenc racconta raramente e solo a pochi fidati aneddoti frammentari del suo passato, il più delle volte è il suo trascorso che muove il suo agire, malcelando un vissuto pieno di sofferenze e di perdite. Il ritratto che ne viene fuori è di una donna scorbutica, piena di fissazioni senza senso apparente, a tratti ostinata sino a rendersi insopportabile, le sue azioni però lasciano trasparire un’intima e radicata bontà d’animo, un forte senso di giustizia e una qualche ferita che ha segnato la sua vita per sempre. Il personaggio di Emerenc è un ottimo protagonista perché è umanamente profondo, ricco di contraddizioni e dotato di un’intelligenza sottile, si potrebbe dire che lei sa come stare al mondo.

La forza e la cocciutaggine che la contraddistinguono inoltre, la porteranno a detenere un ruolo di dominanza nel rapporto odio-amore tra lei e Magda. Quella tra le due donne sarà una relazione fatta di sottili giochi di potere ma al contempo di sincero affetto. Le due donne si scontreranno spesso per poi scoprirsi ancora più vicine, sino a quando la loro relazione diventerà indispensabile per entrambe, anche se in modo diverso. Il loro appare quasi un rapporto madre figlia, in cui spesso ci si vuole bene senza capirsi fino in fondo, costantemente sul filo del rasoio, conflittuale fino alla fine, ma al contempo imprescindibile.

La porta è un libro profondo che, sullo sfondo drammatico dell’Ungheria del Novecento, indaga sulle contraddizioni dell’esistenza umana. Un romanzo vivo, toccante, che, in un crescendo di intimità e ferite riaperte, parla di condivisione e di solitudine, di amore, di dolcezza e di segreti. Pieno di simbolismi e dialoghi pungenti, da voce ad un’autrice che ha saputo esprimere, soprattutto attraverso i suoi personaggi, la propria grandezza.

 

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Einaudi
Pagine:  252
Prezzo: 12.00 €

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Una coppia quasi perfetta – Emily Eden

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Buongiorno lettori, passato un buon ferragosto? Oggi voglio parlarvi di “Una coppia quasi perfetta” di Emily Eden (attenti all’omonimia con il romanzo di Nina R. Sadowsky), romanzo rimasto fino a poche settimane fa inedito in Italia, pubblicato nel 1860 in Inghilterra. Emily Eden fu una grande appassionata dei romanzi di Jane Austen e, oltre a citarla all’interno del racconto, ha intrapreso la strada di una possibile continuazione della vita di coppia dopo il matrimonio. Tutti coloro che hanno letto la Austen sanno che la fine dei suoi romanzi coincide con il matrimonio e il lieto fine per le sue protagoniste; in “Una coppia quasi perfetta” invece cominciamo dal matrimonio dell’eroina, Helen Beaufort.

Helen, terza figlia femmina della famiglia Beaufort, abitante al castello degli Eskdale, sta per sposare Lord Teviot, giovane di buona famiglia ed erede di una grandissima ricchezza. Questo matrimonio è sulla bocca di tutti i vicini di campagna, dei Douglas soprattutto, che commentano la scelta frettolosa di questa unione come una decisione presa prettamente per interesse, anche se, agli occhi di tutti, Lord Teviot è innamorato pazzo di Helen, che sembra però non ricambiarlo.

I due giovani si sposano e si trasferiscono nel castello di St. Mary. Qui però Helen, giovane diciottenne innocente, ingenua e viziata in una famiglia dove riceveva sempre attenzioni e affetto, non sa come comportarsi nei confronti dell’uomo che ha sposato per volere dei genitori. Lord Teviot a sua volta prova gelosia nei confronti della moglie e grande invidia per i suoi sentimenti nei confronti di tutta la famiglia, affetto che vorrebbe ella riversasse interamente su di lui.

Non è un buon inizio per la giovane coppia, che sembra mal sopportare la reciproca presenza. E’ l’occasione giusta per invitare amici e conoscenti al castello, per divertirsi e passare il tempo in compagnia, fuggendo la noia e la solitudine coniugale.

E’ l’occasione per far entrare in scena una serie di personaggi caratteristici dell’alta borghesia e nobiltà: Miss Forrester, Eliza Douglas, Lady e Lord Eskdale, il colonnello Beaufort e il cugino Lord Beaufort, Mr. G, Mr LaGrange e altri esponenti politici e uno dei personaggi che, nella sua vanità e furbizia, tenterà di invischiarsi in tutte le situazioni cercando l’attenzione dei commensali, Lady Portmore.

Tra innamoramenti, questioni di eredità, battaglie elettorali e malattie, assistiamo alla maturazione di questa giovane coppia all’interno di una società di cui vediamo pregi e difetti: dalla cortesia, all’ipocrisia e all’egoismo. Helen maturerà e da ragazzina viziata e ingenua diventerà una donna dalla grande forza e temerarietà.

E’ un romanzo fresco, denso di quella stessa ironia che personalmente ho amato in Jane Austen, offre un possibile seguito realistico a ciò che vien dopo il “vissero felici e contenti” tanto caro alle fiabe in cui un uomo e una donna che si amano convolano a nozze. Helen e Lord Teviot in questo romanzo all’inizio non sono felici, anzi, sono profondamente infelici e il loro matrimonio non è l’apice di un’unione d’amore, ma chissà, forse quel “quasi” del titolo potrebbe sparire nel corso della lettura.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Elliot
Pagine: 240
Prezzo: 17,50€

 

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Le ragazze – Emma Cline

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“Notai prima di tutto i capelli, lunghi e spettinati. Poi notai i gioielli che brillavano al sole. Erano in tre, erano così lontane che vedevo solo la periferia dei loro lineamenti, ma non importava: capii subito che erano diverse da tutte le altre persone del parco. […] Le ragazze con i capelli lunghi sembravano scivolare su tutto quello che le circondava, figure tragiche e isolate. Come una famiglia reale in esilio.”

 


Evie
è una ragazza di 14 anni e come tutte le ragazzine della sua età, problemi più problemi meno, desidera sentirsi parte di qualcosa. Desidera le attenzioni del fratello della sua amica, desidera sentirsi grande con una birra in mano e desidera scappare dagli sguardi di sua madre. Ci troviamo alla fine degli ’60 e all’inizio dell’estate. Evie, genitori appena divorziati, soliti problemi adolescenziali, sa già che alla fine della stagione verrà spedita in un collegio femminile e il mix di tutte queste sensazioni, più il fatto che la madre ha iniziato a frequentare altri uomini e che la sua migliore amica Connie non le rivolge più la parola, le fa sentire un senso di vuoto, di perdimento, se vogliamo, abbastanza tipico di questa età e di certi contesti.
Ciò che non sa però, è come verrà sconvolta la sua vita all’incontro di Suzanne e delle persone del ranch, con le quali la protagonista ci si ritroverà quasi per caso, per colpa di una bicicletta rotta e per colpa di una specie di enigmatico effetto calamita verso un gruppo di ragazze viste al parco. Capelli lunghi, vestiti sporchi e sguardi fieri.

Inizia così la partecipazione di Evie alle attività del ranch, uno sgomitolarsi di eventi fino al climax finale, a cui l’autrice già ci prepara anche grazie all’alternarsi della narrazione con una Evie ormai sessantenne che rievoca fatti, sensazioni e persone.

Cosa rende questo libro speciale? Sicuramente è affascinante l’accostamento delle vicende di questo romanzo a quelle realmente accadute della famiglia Manson. Si sa che noi lettori siamo attratti dalle “storie vere”, da quelle di cui non ci si capacita che siano realmente accadute. Potrebbe essere questa la prima scintilla che fa sì che “Le Ragazze” venga preso tra le mani e letto. Ma cosa fa sì che il lettore venga completamente catturato senza tregua dalle pagine di questo romanzo? Io dico la scrittura. Senza ombra di dubbio Emma Cline sa come costruire ad hoc l’esperienza del lettore, un’esperienza che diventa visiva, uditiva, olfattiva. Riesce a farti immergere nel degrado degli odori e delle situazioni del ranch, si sofferma sui particolari e li trasforma enfatizzandoli e rendendoli pericolosamente evocativi.

Sono rimasta folgorata da quanto questo libro sia stato scritto bene. Per tutto il corso della storia mi sono sentita avvolta dall’atmosfera decadente descritta dalla Cline, mi sono lasciata immergere nell’aria malsana di degrado e di imminente tragedia che pervade tutto il romanzo. È assolutamente necessario e doveroso parlare quanto più possibile di questa sorprendente scrittura acuta ed estetica che elabora e svela tutti gli aspetti necessari alla composizione della storia. Le metafore sono originali ed efficaci e contribuiscono al delineamento forte e deciso dei personaggi che vengono dipinti in una maniera tale che li si riesce a vedere perfettamente tramite gli occhi adoranti di Evie. È un punto importantissimo, perché è tramite questa abilità che Emma Cline riesce a non far vedere quasi mai con disprezzo questi personaggi tutti estremamente negativi. C’è quasi una punta di infatuazione e di adorazione anche nel lettore per dei personaggi che dovrebbero (e alla fine sono) assai detestabili nelle loro azioni e nei loro pensieri.

Ho adorato questo romanzo, la sua lucida analisi del cambiamento e dei pensieri più reconditi della protagonista, la fascinazione di certi avvenimenti e di certe sensazioni, perché “Le ragazze” è un libro così, che parla a sensazioni, forte nella sua semplicità struggente e tremenda.

Lo consiglio come libro-esperienza e spero presto di poter leggere qualcos’altro di questa sorprendente e giovanissima scrittrice.

 

[…] Presero il nome di The Family (“La Famiglia”), o anche The Manson Family, sebbene Manson abbia sempre negato di aver dato egli stesso quel nome al gruppo. L’uomo riuscì a raccogliere un cospicuo numero di adepti, circa cinquanta persone: molti di loro erano ragazzi che avevano avuto una vita dura come Charles, con problemi familiari e spesso di disadattamento sociale. Manson era da questi considerato un leader religioso oltre che morale: affermava infatti di essere la reincarnazione di Gesù Cristo e di Satana insieme e i suoi adepti gli erano molto devoti. Oltre che per la connotazione religiosa, il suo gruppo differiva dalle “comuni” hippy per il palese e dichiarato disprezzo che nutriva nei confronti dei neri. Manson profetizzava infatti che ci sarebbe stata una guerra civile interrazziale tra bianchi e neri, alla fine della quale i prescelti della Famiglia avrebbero assunto il comando. The Family, sotto la sua attenta guida, sopravviveva grazie a furti e altre attività criminali. Tra una rapina e l’altra, i membri della setta suonavano la chitarra, praticavano sesso di gruppo e facevano uso di stupefacenti, in particolare hashish e LSD. Le loro attività criminali con il tempo non si limitarono ai furti, ma si estesero agli omicidi. (da: Wikipedia)

 


 

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Einaudi
Pagine: 334
Prezzo: 18.00€ / 13.00€

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La famiglia Aubrey – Rebecca West

Estate: tempo di sole, mare, vacanze, relax e… tante belle letture a tenerci compagnia sotto l’ombrellone (o anche nei grandi boschi e nei verdi prati se preferite altri tipi di mete per le vacanze).

Per numerosi e svariati motivi quest’anno ho abbandonato il mio adorato mare ma non ho rinunciato alle belle letture. La mia ultima lettura è stata una delle nuove uscite con cui la Fazi Editore ha allietato queste giornate di afa e caldo infernale: La famiglia Aubrey di Rebecca West.

Primo volume di una trilogia, ci troviamo alla presenza di un’altra saga familiare che si appresta a conquistare il cuore dei lettori come precedentemente fatto dalla saga de I Cazalet.

La famiglia Aubrey

Voce narrante è quella della piccola Rose Aubrey, la terzogenita della famiglia, una ragazzina molto arguta ed intelligente ma anche molto cocciuta e dedita all’ira.

Attraverso i suoi occhi conosciamo tutti gli altri protagonisti: il signor Aubrey, capo famiglia, giornalista di gran talento ma dedito alle scommesse in borsa e, in generale, allo sperpero del denaro che guadagna; la signora Aubrey è una donna scozzese dedita al piano e in generale alla musica che cerca di barcamenarsi tra i conti e le pendenze in cui, inevitabilmente, si ritrovano invischiati a causa del marito; Cordelia, la primogenita, ragazzina assolutamente priva di talento musicale ma che si ostina a suonare il violino credendo di essere una grande artista e che tratta le sorelle dall’alto del suo essere “la maggiore”; Mary, secondogenita, la più vicina a Rose e bravissima al piano come la sorellina minore; ed infine Richard Quin, il piccolo uomo di casa, bambino vivace ed intelligentissimo che restituisce a tutti un po’ di innocenza e spensieratezza.

Attorno a questa famiglia girano altri personaggi come le cugine Constance e Rosamund, la domestica Kate, l’insegnate di Cordelia la signorine Beevor e molti amici del signor Aubrey. Tutti avranno un ruolo fondamentale nella vita di questa strana famiglia e tutti provocheranno dei sentimenti molto forti.

Rebecca West racconta, usando il punto di vista da bambina di Rose, la storia di questa sfortunata famiglia di artisti sempre in bilico usando un linguaggio semplice e scorrevole.

La narrazione è piena di perspicacia e le descrizioni sono molto realistiche. Si tratta di un romanzo ambientato in un Europa alle soglie del Novecento e l’autrice, amalgamando politica, musica e vita privata, riesce a tracciare un quadro che è una sorta di premonizione per gli eventi futuri.

Unica pecca: ho trovato una certa ridondanza nelle descrizioni. Più volte viene fatto cenno alle stesse caratteristiche fisiche di alcuni personaggi (tipo Cordelia o Rosamund) come se, descriverli una volta, non fosse sufficiente.

A parte questo posso affermare che questo romanzo è davvero ben scritto e ne consiglio assolutamente la lettura a chiunque ami le saghe famigliari. Preparatevi ad affezionarvi, innamorarvi ed arrabbiarvi con Rose e tutta la sua famiglia. Alla fine della lettura ne sentirete la mancanza come se fossero dei vecchi amici.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Fazi Editore
Pagine: 579
Prezzo: 18.00€

 

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Iron Flowers di Tracy Banghart

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Le storie, e la Storia, sono piene di esempi di regni carichi di oppressione e discriminazione verso alcune “categorie” di persone, colpevoli di essere diverse a causa del colore della pelle, della nazionalità, delle opinioni politiche. E, ancora, del genere di appartenenza.

È quello che succede anche a Viridia, il regno dove si svolge la storia di Nomi e Serina: due sorelle, inseparabili, che si trovano ad affrontare una situazione più grande di loro, in un mondo in cui il libero arbitrio per le donne è solo un miraggio, e in cui sono costrette a scegliere le opzioni meno dannose per sopravvivere all’oppressione. Ma le cose non vanno come pensavano.

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Nomi e Serina arrivano al palazzo reale per la scelta dell’Erede, il figlio del Supremo di Viridia, che sceglierà tre ragazze per farle diventare sue “Grazie”, prime componenti del suo harem personale. Serina ha studiato tutta la vita per diventare una Grazia, mentre Nomi per diventare sua ancella. Ma quando la ribelle Nomi, la sorella minore che sa leggere nonostante sia proibito, risponde in modo insolente a una domanda dell’Erede, le cose cambiano drasticamente. E si troverà lei stessa a fronteggiare il ruolo tanto odiato di Grazia, una donna completamente nelle mani del proprio possessore: L’Erede, il freddo e temibile Malachi.

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Ma le due sorelle, tra invidia e strani sentimenti contrastanti, si troveranno inesorabilmente a venire separate da una condanna ingiusta. Il patriarcato, l’oppressione, rischieranno di soverchiarle.

Ed è a Monte Rovina che Serina dovrà mettere da parte la sua conoscenza del ballo, delle buone maniere e la sua arte della sottomissione, per imparare a sopravvivere, nel più duro e cruente dei modi.

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Nomi, da parte sua, cercherà un modo di ritrovare sua sorella e di sfuggire al suo ruolo che, per una ragazza come lei, incurante delle regole e insofferente, è peggio di una tortura. Asa, il fratello di Malachi, potrebbe forse rappresentare un’ancora di salvezza?

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Tra ballo e sotterfugi al palazzo reale, e battaglie sanguinolente e ingiustizie a Monte Rovina, le due sorelle separate con la forza lotteranno per ritrovarsi, per resistere all’oppressione maschile, per non lasciarsi spezzare e cambiare drasticamente da un mondo che le vuole silenziose, che vuole piegare la loro testa e farle subire come se fossero solo un oggetto sessuale e decorativo. Viridia non è sempre stato questo.

Si tratta di una storia appassionante, piena di intrighi, emozioni, ingiustizie, amori impossibili, e amori fittizi. Ma ricordatevi che non ci si può fidare di tutti, in un mondo pronto a sfruttare le tue debolezze.

Il finale è un tumulto di colpi di scena da togliere il fiato, e ti lascia con mille interrogativi che solo nel prossimo libro verranno risolti. Non ci resta che attendere, con il fiato sospeso!

 

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: De Agostini
Pagine: 382
Prezzo: 15.90€