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Vite mie – Yari Selvetella

Uscito da qualche settimana per Mondadori, Vite mie è l’ultimo romanzo di Yari Selvetella pubblicato. Nella storia del nostro blog abbiamo già parlato di questo autore, con il suo Le stanze dell’addio Qui. Torniamo a parlare in queste pagine di vita e famiglia.

L’autore si fa voce narrante e protagonista del racconto, chiamandosi con il nome di Claudio. Claudio racconta come riflettendoci ha la sensazione di aver smesso di amare, di non essere più in grado, di andare avanti nella vita in casa per equilibri precostituiti. Ci racconta della grande famiglia allargata che vive sotto lo stesso tetto: abbiamo Carlo e Tiziano, il primo dottorando di astrofisica, il secondo studente universitario di cinema, entrambi figli di G., la prima moglie di Claudio. G. è morta circa dieci anni prima per una leucemia, lasciando un grande vuoto nella vita di tutti. Nella casa poi vive Nico, il figlio che G. e Claudio hanno avuto assieme, Agata, la nuova moglie di Claudio e Micol, la loro figlioletta.

Così i rapporti che normalmente verrebbero considerati staccati, qui vengono tenuti assieme da un collante affettivo che va a smussare i contorni predefiniti di famiglia. Agata è diventata madre e consigliera di tutti, Claudio è un padre anche per i più grandi. Leggiamo le centinaia di sfumature della vita di Claudio: il lavoro alla radio, le preoccupazioni per i figli, le aspettative sul futuro dei più grandi, che prima o poi andranno via di casa, per cercare il loro posto nel mondo, le abitudini, la sigaretta serale con Agata, e tante altre cose.

In questa costellazione di persone, momenti, Claudio cerca se stesso e si ritrova nel volto del passante sotto casa con un foulard, nei tratti dell’automobilista che per poco lo investiva, nell’inquilino della casa che è andato a visitare, nell’aspetto dell’agente immobiliare che vorrebbe vendergli casa. A fare da sfondo una città, Roma, che conserva e dimentica, nel suo disordine, nella sua magnificenza.

A farla da protagonisti in questo romanzo sono i sentimenti e l’amore, amore che si esprime nella volontà di vivere il dolore della perdita per G., restituirle qualcosa, un viaggio, una mappatura di oggetti e luoghi, per ricordarla anche se non c’è più.

Vite mie diventa un romanzo che ha molto dell’autobiografia e che diventa traccia e ricordo di amore, credo sia un atto bellissimo da regalare ai propri figli: un romanzo che parli di loro e a loro, che se anche il tempo dovesse cancellare, avrebbe risposto alla volontà dell’autore.

Voglio portare con me la mia famiglia, voglio parole per raccontare l’amore che abbiamo costruito insieme.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Mondadori
Pagine: 250
Prezzo: 18,50€
Voto: 7/10

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Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno – Benjamin Stevenson

Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno di Benjamin Stevenson è un romanzo giallo pubblicato da Feltrinelli Editore l’11 ottobre 2022.

Si tratta del terzo romanzo del giallista australiano e i diritti sono già stati opzionati per trasformare questo romanzo in una serie tv per HBO.

Ernest Cunnigham, per gli amici e familiari Ernie, è uno scrittore di manuali su come scrivere i romanzi gialli. A lui le riunioni di famiglia non piacciono proprio soprattutto da quando, tre anni prima, ha denunciato e fanno condannare per omicidio suo fratello Michael.

Ma adesso la zia Katherine ha organizzato tutto per bene: un bel week end in famiglia, in concomitanza con la scarcerazione di Michael, in un resort in montagna. Cosa mai potrebbe andare storto? È presto detto.

A nemmeno ventiquattro ore dall’arrivo dei Cunnigham viene ritrovato sul pendio il cadavere di un uomo: ha le vie respiratorie ostruite dalla cenere, come se fosse vittima di un incendio, ma nessuna ustione sul corpo. Sul posto arriva un agente solo, mandato in avanscoperta.

L’agente però si vede che è parecchio inesperto. Inoltre una bufera si abbatte sul resort tenendo intrappolati i Cunnigham. Strano, ma vero, toccherà a Ernie scoprire cosa sta succedendo e prima che muoiano tutti: chi, nella sua famiglia, è il colpevole?

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Benjamin Stevenson ha scritto un romanzo che unisce la suspence del tipico giallo alle atmosfere da commedia.

La storia è raccontata in prima persona e la voce narrante è quella del protagonista Ern: sarà lui a parlarci della sua famiglia, dei loro legami e dei caratteri di ognuno di loro. Così come sarà lui a tenere le fila dell’indagine per la morte dello sciatore sconosciuto.

Il tutto con un modus alquanto bizzarro: all’inizio del libro il lettore viene già avvisato su quando incapperà nei vari morti tramite la comunicazione dei numeri delle pagine. Inoltre nel racconto il narratore non lesina spoiler o indica al lettore una cosa da tenere a mente per le pagine successive.

Si tratta di una narrazione sui generis, più volte si ha la sensazione di sentire il racconto dalla voce di un amico che riesce a tenerti sulla corda senza dimenticare di strapparti un sorriso.

Lo stile di Stevenson è preciso, serrato e descrittivo, con un linguaggio semplice e alla portata di tutti. Un giallo dinamico e coinvolgente.

Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno di Benjamin Stevenson è un ottimo libro che si legge tutto d’un fiato e che consiglio anche agli amanti del classico giallo.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Feltrinelli Editore
Pagine: 355
Prezzo: 19.00€
Voto: 8/10

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Le strane storie di Fukiage – Banana Yoshimoto

Le strane storie di Fukiage è l’ultimo romanzo di Banana Yoshimoto uscito in Italia. La protagonista della storia è Mimi, una ragazza che da Tokyo torna a Fukiage, il suo paese di origine, in cerca della sorella scomparsa da qualche giorno. Mimi e Kodachi sono due gemelle con un grande trauma alle spalle: dieci anni prima durante un incidente d’auto era morto il padre e la madre era finita in coma. Le due ragazzine erano state accolte a casa dello zio Kodama e della zia, proprietari di una gelateria artigianale del posto.

Dopo tanti anni Mimi aveva sentito il desiderio di allontanarsi dal paesello, dalla drammaticità del coma della madre, dalla casa degli zii dove non si sentiva particolarmente al suo posto e si era trasferita con la sorella a Tokyo. Questo equilibrio precario viene messo in discussione dalla scomparsa di Kodachi, che ha lasciato un biglietto in cui ha scritto di voler tentare di risvegliare la madre. Mimi torna quindi a Fukiage e comincia per lei un viaggio dentro se stessa, alla scoperta della sua paura della perdita, del suo timore di imparare davvero a conoscere se stessa e i suoi poteri.

Infatti Mimi ha una sensibilità particolare, che a tratti può essere scambiata per negromanzia: ricorda di aver avuto un presentimento quando dieci anni prima c’era stato un incidente, ha sogni frequenti che riesce a interpretare ed è attratta da una dimensione spirituale a cui non stenta a credere. Così si rifugia alla Casa dell’Arcobaleno, dove due sorelle, una molto giovane e una molto anziana, predicono il futuro in cambio del pagamento che ognuno si sente di dare. Ricordi, sensazioni, emozioni e responsi suggeriscono a Mimi la strada da intraprendere, mentre comincia anche il processo di consapevolezza. Mimi andrà al cimitero dalla tomba del padre e conoscerà il Guardiano, poi si recherà al castello dell’erede di alcuni proprietari terrieri storici della zona, Isamu, che per il suo aspetto bestiale non esce mai di casa. Così ascolterà le storie di Fukiage, storie che hanno del leggendario, collegate ad un mondo alieno, ad una realtà Oltre, da cui sarebbero arrivati i proprietari terrieri e si sarebbero accoppiati con gli umani dando vita ai mezzosangue, creature metà umane e metà aliene dotate di poteri. E in mezzo a queste storie si nasconde la verità e chissà, forse il modo per svegliare la madre e ritrovare Kodachi.

Banana Yoshimoto torna a parlare con leggerezza e con quel pizzico di surrealismo di famiglia, di vita, morte, speranza, regalandoci una storia che ha dell’incredibile. Particolare menzione va alla bellissima copertina realizzata da Elisa Menini, sui toni dell’arancio e del viola.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Feltrinelli
Pagine: 156
Prezzo: 15.00€
Voto: 7/10

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All your perfects – Colleen Hoover

All your perfects. Un ricordo ti parlerà di noi di Colleen Hoover è un romanzo pubblicato da Sperling & Kupfer lo scorso 16 marzo.

Si tratta di un romanzo autoconclusivo, il secondo pubblicato da questa casa editrice.

Quinn e Graham si sono conosciuti nel giorno peggiore della loro vita e tra loro è subito scattato qualcosa. Dopo qualche mese da quel terribile giorno si sono rincontrati e non si sono mai più lasciati.

Il loro rapporto è nato e cresciuto a velocità esponenziale, in un turbinio di emozioni che li ha travolti e trasportati, dando un nuovo senso alle loro vite.

Ma adesso, a distanza di anni, tutto questo sembra essersi perso nel trascorrere del tempo: gli errori, i segreti, i colpi della vita, tutte le imperfezioni del loro matrimonio stanno venendo implacabilmente a galla e rischiano di rovinare il loro amore.

Perché tra Quinn e Graham l’amore è ancora forte solo che è messo a dura prova. E non serve a niente fingere che vada tutto bene, far credere agli altri che tutto è come sempre stato. Si tende a credere che un matrimonio finisca solo quando rabbia e disprezzo prendono il posto dell’amore. Ma tra loro non è così.

Non serve nemmeno litigare, fare a gara a chi ha più colpe. Tutto questo è inutile e deleterio. Purtroppo sono cambiati e faticano a riconoscersi per quello che sono diventati.

Cosa fare quando si è ad un passo dal baratro e la fine sembra inevitabile? Basta una promessa fatta anni addietro e un ricordo di quello che erano per far si che l’amore possa ritrovare la sua strada.

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Colleen Hoover, che già mi aveva convinta con il precedente It ends with us, con questo romanzo mi ha definitivamente conquistata.

Quinn e Graham sono una coppia come tante, una coppia reale in cui è facile impersonarsi. I primi mesi di amore e passione in cui tutto sembra bellissimo e possibile, i sogni e le fantasie sul futuro, iniziare a realizzare una vita insieme. Ma la vita non è una fiaba e l’incontro con il cattivo non si esaurisce in poco tempo. Soprattutto quando quella parte è insita in noi stessi.

I problemi della vita di coppia a volte tendono a diventare mostri silenziosi e iniziano a logorare il rapporto. E l’errore più grosso è proprio quello della mancata comunicazione: non si parla, si lascia correre, si finge che tutto vada bene per evitare discussioni e per evitare che quei mostri nella nostra testa diventino reali.

In questo clima di logoramento psicologico anche il più saldo dei rapporti di coppia, anche l’amore più forte, trova degli ostacoli che possono sembrare insormontabili. Talvolta lo diventano davvero e quindi il matrimonio giunge alla fine. Altre volta una spinta, un guizzo, permette di recuperare e andare avanti.

La Hoover affronta questo argomento con estrema delicatezza ma anche con decisione: decide di non edulcorare nulla, di sviscerare i sentimenti, le azioni, di entrare il più possibile in profondità per non lasciare nessun dubbio.

Il romanzo, sin dalle prime pagine, è un’altalena di emozioni, un perenne giro sulle montagne russe del cuore e della ragione, commovente e destabilizzante.

Il tutto grazie ad uno stile diretto, senza inutili fronzoli, scorrevole e di facile lettura, accompagnato da una notevole proprietà di linguaggio.

All your perfects. Un ricordo ti parlerà di noi di Colleen Hoover è uno splendido viaggio nell’animo umano, un racconto reale per gente reale. Il lettore potrà solo immedesimarsi e imparare a guidare l’amore verso la giusta strada.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 275
Prezzo: 15.90€
Voto: 9/10

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Uno chalet tutto per me – Elizabeth Von Arnim

Uno chalet tutto per me si inserisce nel filone dei romanzi autobiografici scritti da Elizabeth Von Arnim. Siamo nel luglio 1919, la Grande Guerra è finita da pochi mesi, il fratello di Elizabeth è morto l’anno prima. Questo fatto e l’insieme degli orrori della guerra hanno causato una profonda tristezza nella nostra protagonista, che ha deciso di rifugiarsi in solitudine nel suo chalet svizzero.

Qui Elizabeth comincia a tenere un diario, per avere un amico a cui confidare i suoi pensieri, le sue pene e riflessioni. Così racconta dei domestici, gli Antoine: l’uomo serviva la casa già da prima della guerra, e continua ad occuparsi di essa assieme alla moglie. Nella proprietà ci sono animali da cortile, mucche, galline, un cane, Mou-Mou, che fa la guardia alla tenuta, in cantina dei prosciutti che prima erano maiali. Elizabeth ci racconta dell’astuzia dell’uomo, del divieto fatto anni prima di possedere animali nella casa e di come il divieto sia caduto con la prolungata assenza della donna.

Poi ci vengono raccontati i paesaggi, le calde giornate di agosto, scandite dalle comodità: gli Antoine tolgono ogni incombenza alla loro padrona, anche quando vanno a trascorrere la giornata da parenti e amici. Si avvicina il giorno del compleanno di Elizabeth, il 14 agosto, ma sembra essere un giorno destinato alla solitudine: i domestici infatti si dimenticano della ricorrenza, Elizabeth si trova completamente da sola in casa, sempre più arresa alla tristezza. Tutto cambia quando sente un rumore fuori: il cane Mou-Mou sta abbagliando a due estranee in abito nero e con un ombrello in mano.

Le due sconosciute sono due vedove, Mrs Barnes e Mrs Jewks, rispettivamente di cinquanta e quasi quarant’anni. Le due sono ospiti di una pensione molto calda, infestata dalle mosche e hanno intrapreso una passeggiata, perdendosi tra i sentieri di montagna, alla ricerca di un alloggio più fresco. Elizabeth invita Mrs Barnes e Dolly, la donna più giovane, a entrare nella sua casa, per riposarsi e pranzare prima di intraprendere nuovamente il loro percorso. L’invito viene accettato e l’animo di Elizabeth viene sconquassato dalla curiosità, dalla gioia di avere qualcuno con cui parlare e, purtroppo, dalla noia, dal momento che le due sconosciute si addormentano sul divano prima del tè, rimanendo assenti per un paio di ore.

Una volta risvegliate Elizabeth propone loro di dormire allo chalet, così grande e vuoto, fresco, ottimo per ovviare alla calura estiva; il soggiorno viene poi prolungato fino a che Mrs Barnes e Dolly non troveranno il caso di doversene andare. La presenza delle due donne porterà accanto alla gioia di avere finalmente una compagnia, anche un velo di ipocrisia e buone maniere a cui Elizabeth si sottoporrà. Mrs Barnes infatti è una donna austera, che ride poco e che sembra tenere al guinzaglio la sorella Dolly, limitata da questo legame ma attratta comunque dal nuovo. Dolly asseconda in tutto le richieste della sorella ed Elizabeth si adegua ad esse.

Così trascorrono le giornate, tra letture in giardino, tazze di tè, buone maniere, poca spontaneità, passeggiate, il tutto raccontato dall’ironia di Elizabeth Von Arnim che ci regala in Uno chalet tutto per me il ritratto di una donna messa in crisi dagli usi della società, dalla solitudine e dalla smania di essere se stessa.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 206
Prezzo: 12,50€
Voto: 7/10

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A touch of darkness – Scarlett St. Clair

A touch of darkness di Scarlett St. Clair è un romanzo pubblicato a febbraio di quest’anno dalla Queen Edizioni.

Si tratta del primo volume di quella che è, attualmente, una tetralogia che rivisita, in chiave moderna, il mito di Ade e Persefone.

Persefone è una giovane dea della primavera, figlia di Demetra. Il problema è che il potere di Persefone è l’opposto di quello che ci si aspetterebbe da lei: appena tocca un fiore, questo avvizzisce.

Per cercare di sfuggire alla vita da reclusa che Demetra le fa vivere, decide di trasferirsi a Nuova Atene e qui studiare come una comune mortale per diventare una giornalista.

Nella stessa città, il dio dei morti Ade, ha costruito un vero e proprio impero economico basato su locali lussuosi dove si pratica il gioco d’azzardo. E, si sussurra, il gioco più pericoloso lo fa proprio il dio, scommettendo con i mortali cose a quanto pare irrealizzabili. Se dovessero perdere la scommessa, ci rimetterebbero l’anima.

Una sera Persefone si trova in uno di questi locali e, involontariamente, si trova invischiata proprio in una scommessa con Ade: se lei riuscirà a creare la vita nell’oltretomba sarà libera dal patto; viceversa rimarrà per sempre con Ade. Il tutto entro sei mesi.

Furibonda per esserci cascata, Persefone decide che coglierà l’occasione al volo: quale miglior momento, se non questo, per smascherare definitivamente il dio dei morti attraverso un pungente articolo?

I mesi passano e di vita nell’oltretomba non se ne vede. L’unica cosa che Persefone riesce a coltivare, a suo dispetto, è il sentimento per Ade che cresce ogni giorno e che pare sia ampiamente ricambiato.

Ma amare il dio dei morti è pericoloso. Tutta la vicenda è pericolosa. Forze più grandi di quelle che conosce stanno giocando nell’ombra e lei pare essere la pedina adatta. O forse no?

Scarlett St. Clair ha dato vita ad una storia che molto si discosta dal mito per favorire dinamiche moderne e scontate.

Partiamo da qui: gli dei qui non sono venerati in quanto essere soprannaturali, sembrano per lo più idolatrati come dei personaggi famosi (attori, cantanti), il loro potere come creatori del mondo è quasi messo in secondo piano se non annullato del tutto.

Nonostante questo hanno bisogno dei comuni mortali: qui vengono istruiti in apposite università che li porteranno a servire un dio o una dea a seconda delle proprie capacità.

Naturalmente gli dei sono posti su un alto piedistallo anche economicamente parlando: ricchi, padroni di esclusivi locali, si mostrano ai mortali a gala di lusso nei loro abiti griffati.

In questo scenario si muove il personaggio di Persefone che viene dapprima presentata come una ragazza insicura di se, con grandi problemi di autostima e perennemente preoccupata di mantenere il suo travestimento da umana. Peccato che però basta poco perché questa descrizione crolli: già dal primo incontro con Ade la ragazza riesce a tenere testa al dio, lo sfida, ha un’alta percezione di sé e dell’effetto che ha su di lui.

Il personaggio di Ade è un cliché vivente: bello e dannato, sempre perennemente nervoso, cipiglio scuro e sorrisi che non arrivano agli occhi. Palesa immediatamente interesse per Persefone e ne diventa quasi ossessionato, attivando l’atteggiamento da padrone: sei roba mia e tutti lo devono sapere.

In questo mare di cliché e di colpi di scena andati male la fa da padrona l’aspetto spicy della storia: i due protagonisti, dal primo incontro, sembrano volersi spogliare con gli occhi. Anzi, sembrano proprio avere un rapporto sessuale solo con lo sguardo. Il resto del romanzo è fatto da loro che si baciano, che si spingono quasi a consumare salvo darsi indietro in una sorta di gioco perverso, fino a farlo e da quel momento non c’è luogo o superficie che si salvi.

Ovviamente il lieto fine è, più o meno, dietro l’angolo. La scrittrice si illude di aver messo abbastanza curiosità nel lettore per spronarlo a leggere i seguiti.

Infine parliamo dello stile: piatto, elementare e senza energia. Sembra di leggere un compito in cui bisognava inventare una storia e chi l’ha fatto si è impegnato giusto lo stretto indispensabile. Fortunatamente si legge velocemente.

A touch of darkness di Scarlett St. Clair è un retelling fallito, piatto e senza verve. L’avevo letto perché fenomeno sul booktok e perché volevo una lettura leggera per passare gli ultimi giorni d’estate ed è quello che ho avuto: un romanzo quasi senza basi che, a dispetto dei numerosi difetti, mi ha almeno divertito.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Queen Edizioni
Pagine: /
Prezzo: 15.90€
Voto: 4/10

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Il pittore di ventagli – Hubert Haddad

Il pittore di ventagli protagonista di questo romanzo è Matabei Reien. Matabei ha lasciato la città dopo aver investito una ragazza comparsa all’improvviso sul tragitto della sua auto. C’è appena stato il terremoto di Kobe e Matabei decide, anche se dopo il processo è stato scagionato e il suo è stato catalogato come un incidente, di scappare per immergersi tra la natura delle isole giapponesi.

Così approda nella regione dell’Honshu, nella contrada di Atora, dove viene ospitato nell’ostello di donna Hison, una ex cortigiana. Qui Matabei si immerge nei campi, nella natura quasi incontaminata che molte isole del Giappone ancora oggi sanno preservare e inizia a relazionarsi con gli inquilini della pensione della donna. Dalla cuoca ad una coppia di amanti che ha affittato senza scadenza una stanza, da donna Hison, di cui si apprende il passato di donna di piacere, diventata indipendente con la sua locanda e di cui Matabei diviene presto amante, al maestro Osaki.

Il maestro Osaki è un anziano pittore di ventagli che accompagna la pittura al giardinaggio, dedicandosi al giardino della pensione con anima e corpo. Matabei ne diviene presto allievo, imparando a trascrivere e dipingere gli haiku che la natura gli suggerisce su questi ventagli. La vita ad Atora trascorre lenta, scandita dal lento trascorrere del tempo, dalla morte del maestro Osaki all’eredità che Matabei si ritrova per le mani. Il tutto viene raccontato in maniera artificiosa, troppo poetica, con un linguaggio ricco di metafore che vanno ad analizzare elementi della vita delle persone che vivono la contrada.

Nella vita di Matabei arriveranno altri personaggi, da un aiuto cuoco che diventerà suo allievo, ad una giovane donna destinata a spezzare non pochi cuori, tra storie di passioni, conquiste, dolori e il dramma dello tsunami che avrebbe devastato il Giappone solo pochi anni dopo.

Il pittore di ventagli di Hubert Haddad, per quanto possa essere estremamente poetico in alcuni punti e per quanto possa regalare emozioni visive legate alla natura, risulta essere noioso e piatto per la maggior parte della storia. I capitoli sono brevi, non superano mai le tre-quattro pagine, ma si susseguono lasciando ben poca sostanza al lettore che ne assapora fugacemente le sensazioni per dimenticarle al capoverso successivo. Solo la violenza e le conseguenze dello tsunami regalano qualche emozione concreta che non si dimentica nell’immediato della lettura.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Ponte alle grazie
Pagine: 158
Prezzo: 13,90€
Voto: 5/10

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Ti aspetto a Central Park – Felicia Kingsley

Esce oggi in tutte le librerie e store online l’ultima fatica dell’autrice bestseller Felicia Kingsley: Ti aspetto a Central Park.

Il romanzo è raccontato dai punti di vista dei due protagonisti, Victoria Wender e Knight Underwood. Lei editor di successo, dal Texas si è trasferita a New York da poco, vive con la cugina sessuologa e ballerina di burlesque Alyssa, sta per diventare direttore editoriale della Pageturner Publishing, importante casa editrice newyorkese.

Lui ha fatto la gavetta in casa editrice, ha scovato con passione e impegno tanti autori di bestseller, sa che il direttore editoriale anziano sta per essere sostituito e aspetta con impazienza l’annuncio della sua promozione da editor senior. Certo non immagina che la bellissima donna dai capelli castani che è arrivata prima di lui al lavoro possa essere niente più che la sua nuova assistente.

Le speranze di Knight vengono demolite: la bella Victoria Wender, che ha incontrato proprio in ascensore, non sarà la sua assistente, ma il suo capo. Victoria ai suoi occhi è la lettrice di romanzi rosa tipo, genere che Knight trova insopportabile, ma Victoria rappresenta Miranda Stoller, una delle autrici di romance più amate dal pubblico femminile americano e internazionale e la casa editrice ha bisogno di aria fresca e novità.

Così comincia un rapporto di competizione, battutine, doppi sensi e bastoni tra le ruote tra i nostri due protagonisti, che saranno costretti a condividere anche l’ufficio. Victoria non conosce nessuno, è sempre stata una solitaria, legge e cerca di fiutare nuovi autori e autrici da inserire nel catalogo della casa editrice; Knight ha intuito e desidera vincere su di lei per ottenere il suo posto. I battibecchi continuano per settimane, Victoria ha il romanzo di Miranda Stoller, Cupido, dobbiamo parlare, in cantiere per la pubblicazione di san Valentino. Knight vorrebbe soffiare l’autrice a Victoria e parte per la casa dell’autrice, per corteggiarla ed ottenerne i favori.

Ma Victoria scopre il suo gioco e lo raggiunge presto: i due cominciano a litigare e a insultarsi, venendo interrotti da un tonfo nella stanza vicina. La scoperta di Miranda Stoller morta, soffocata da una pallina scambiata per un M&Ms scaraventa i nostri due protagonisti in un rapporto sempre più stretto e pericoloso. Miller è stato chiaro: conta sulle vendite di Miranda Stoller per risollevare le sorti della casa editrice. Ma il romanzo sul computer dell’autrice non esiste. Così Victoria e Knight decidono di prendere le redini della situazione e, senza dire a nessuno che la donna sotto le cui spoglie si nasconde il nome della Stoller è morta, assumere i panni di ghostwriters, per raccontare un romanzo con due protagonisti, un uomo e una donna, che si incontrano e vivono una storia d’amore piena di equivoci, elementi spicy e sentimenti, degni del nome dell’autrice che rappresentano.

Ti aspetto a Central Park diventa così un romanzo nel romanzo, per certi versi. Knight e Victoria si avvicinano sempre più, raccontando ognuno il punto di vista della sua controparte romanzata e inventando situazioni che li attraggono e legano sempre più l’uno all’altra. Durante la narrazione non mancano le scene piccanti, i momenti divertenti, drammatici e riflessivi. I protagonisti vengono descritti a tutto tondo: escono le debolezze e le insicurezze familiari di Victoria, assieme alla sua forza di carattere, intraprendenza; si percepiscono la tenerezza e dolcezza di Knight sotto la scorza di arrogante bellimbusto. Allo stesso tempo all’interno del romanzo troviamo tante tematiche importanti: sicuramente quelle legate all’editoria, agli scouting, alla caccia degli editor di nuove voci da portare sugli scaffali, i problemi etici che si pongono, le questioni di plagio, ghost writing e le loro conseguenze. Ma allo stesso tempo non mancano elementi legati alla questione di genere: si parla di endometriosi, di fertilità, di dolori mestruali, di cisti che possono portare una donna ad avere non pochi problemi, primo fra tutti quello legato alla maternità, cercata o meno, ma che diventa stigma spesso agli occhi della società.

Abbiamo la malattia, il cancro, tradimenti, critica, quest’ultima rivolta soprattutto ai membri delle classi sociali più ricche e agiate, circondate spesso da un alone di magnificenza che nasconde poi il vuoto dentro. Poi abbiamo una New York che si può vedere, leggendo queste pagine, con le sue atmosfere romantiche, la sua neve, il suo essere così ricca di storia letteraria novecentesca.

Se volete un romanzo ben scritto, con una bella storia d’amore e due personaggi ben raccontati e che non sono solo macchiette, se non vi dispiace la commistione di tematiche importanti e di un po’ di sano erotismo, Ti aspetto a Central Park è il romanzo adatto per queste giornate autunnali, che non posso fare a meno di consigliarvi. Correte in libreria!

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Newton compton editori
Pagine: 469
Prezzo: 9,90€
Voto: 9/10