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L’anno in cui imparai a raccontare storie – Lauren Wolk

9788869186806_0_0_0_75Dopo aver terminato questo libro mi sono dovuta prendere alcuni minuti per pensare. Titolo e copertina, devo essere sincera, sono molto fuorvianti. Senza leggere la trama si potrebbe pensare che il libro racconti dell’importanza delle storie, una sorta di “Olga di carta” in cui la fantasia salva dalla realtà. In verità il libro parla di tutt’altro. Racconta della giovane Annabelle (uno dei protagonisti femminili migliori che abbia incontrato fin ora) e di come la sua vita tranquilla venga stravolta quando, a scuola, arriva una nuova studentessa: Betty. Ragazza di città con tanta rabbia e cattiveria dentro, troverà in Annabelle una valvola di sfogo. Ragazzi…non vi dico quanto avrei voluto entrare nel libro e prendere a schiaffi Betty. Davvero. Penso che solo in “Espiazione” io abbia trovato un personaggio tanto detestabile.

La lettura prosegue con un susseguirsi di colpi di scena, bugie, accuse e voglia di arrivare alla fine per capire se quella matassa di cattiverie potrà mai essere dipanata. E’ un romanzo, questo, che ho letto in un solo giorno perchè: DOVEVO SAPERE. Sentivo la necessità fisica di essere rincuorata del fatto che le cose, qualche volta, possono andare per il verso giusto. Che il lupo travestito da pecora possa essere stanato e rivelarsi a tutti per quello che in realtà è.

Da mamma, provo davvero una forte angoscia quando leggo storie che hanno come argomento principale la piaga del bullismo. Rimango turbata pensando a ciò che potrebbe accadere se, ciò che viene raccontato in quelle pagine, dovesse capitare a mia figlia. L’autrice, per fortuna, ha messo la storia in mano a una protagonista che riesce a gestire bene ciò che succede. Fino all’ultimo confidi in Annabelle. E’ un romanzo che dovrebbe essere inserito nelle scuole come titolo da leggere insieme in classe. Insegna molto e per una volta ci troviamo davanti un libro per ragazzi che non addolcisce la pillola: ad ogni azione corrisponde una reazione e l’happy ending nella vita reale non esiste. O almeno, non dev’essere dato per scontato.

Chiudo la recensione con tanta amarezza. E’ un libro bello, ma che fa male. Il mio sentirmi triste mi induce a fare i complimenti all’autrice perchè è riuscita a raccontare, senza banalità, qualcosa di difficile su un tema trattato tante, tante volte. Grazie alla Salani per averlo pubblicato e grazie alla bellissima copertina per avermelo fatto notare.

Wolf Hollow era anche il posto in cui avevo imparato a dire la verità, l’anno prima di compiere dodici anni. A dire la verità su cose da cui era impossibile fuggire. Impossibile e perfino sbagliato. Malgrado la tentazione fosse forte.

SCHEDA LIBRO: 

Editore: Salani
Pagine: 278
Prezzo:
14.90€

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La vita fino a te – Matteo Bussola

9788806236359_0_0_0_75“La vita fino a te” di Matteo Bussola è un libro sull’amore, anzi: sugli amori. Quelli vissuti, quelli sperati, quelli esasperati e quelli durati giusto il tempo di un bacio “che sapeva di vigorsol e di birra” una sera d’estate in Spagna, fino ad arrivare “all’amore che resta”, quello per la sua compagna Paola e per le tre figlie: “la luce dei suoi giorni”.

Chi segue Matteo su facebook ormai ha imparato a conoscere bene il suo stile di scrittura, sapendo che dietro un sorriso e una risata potrebbe nascondersi la trappola di un finale che strappa via una lacrima o un brivido di commozione. Unico nel suo genere, Bussola è la cosa più bella che ci abbia regalato un social network: nasce disegnatore, per una lettera scritta a Fedez diventa un fenomeno virale e poi fenomeno e basta. E’ la parte bella del web, è ciò di cui noi lettori avevamo bisogno per tornare a respirare dolcezza con qualcosa – made in Italy -. Questo suo ultimo libro racconta, con la sua solita spontaneità, stralci di vita, episodi accaduti e pezzi di dialoghi in cui i dettagli fanno la differenza anzi, sono la componente fondamentale: leggi e ti sembra che quelle stesse persone ti stiano comparendo davanti, quasi le vedi, quasi riesci a toccarle. Ti immedesimi nelle situazioni che vive, talvolta comiche altre volte un po’ meno e ti fornisce gli spunti necessari per riflettere su cose sopra cui spesso non ti soffermi.

Bussola ha una grande capacità: monopolizza il lettore, lo coinvolge senza però stancarlo. Riesce a farti piangere e ridere contemporaneamente. Chiami la tua amica per dirle, tra le lacrime e le risate “No, davvero, questo libro DEVI leggerlo per forza” e stai già lì a piazzarle il romanzo dentro il carrello di Amazon.

 Il senso di questo libro è racchiuso tutto nel finale, lo capisci soltanto nelle ultime pagine dopo un percorso fatto di brevi ma significativi paragrafi, e riesce a sorprenderti ancora una volta, anche quando ormai sei pronto a deporlo in libreria e invece lo riapri e ricominci da capo.

“Sono rimasto sentendo che l’amore che resta può fondarsi anche su quello che non torna, ma solo se permetti all’amore che non torna di essere la strada che ti porta verso l’amore che resta.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Einaudi
Pagine: 202
Prezzo:
17,00€

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31° Salone Internazionale del libro di Torino

Buongiorno lettori, oggi vogliamo raccontarvi il nostro Salone del libro di Torino! Per tutti gli amanti dei libri e della letteratura è un appuntamento immancabile; io ho avuto modo di andarci anche negli ultimi due anni, ma quello di quest’anno è stato speciale perchè avevo con me le mie colleghe e amiche Sara, Daniela, Patrizia e Barbara. Di seguito riporteremo le nostre impressioni e i nostri pareri, oltre ovviamente alle foto di tutto il gran popò di roba che abbiamo ovviamente acquistato 😀 In blu scriverò io, Lydia. Purtroppo dovendo far combaciare anche gli impegni familiari ho potuto partecipare al Salone solo il sabato, è stata una giornata molto impegnativa ma proficua.

Innanzi tutto c’è da dire che sicuramente per potersi godere appieno il salone del libro sono necessari ALMENO due giorni, per riuscire a incastrare il libero girovagare e acquistare libri e fare le file per gli eventi e i firmacopie. Ma racconterò con ordine la giornata di sabato!

Sono partita da Cuneo alle ore 8.12 e sono arrivata a Torino Porta Nuova alle 9.40. Ad aspettarmi c’erano Sara, Daniela e Patrizia; dopo una ricca colazione al McDonald della stazione siamo corse a prendere la metro, direzione Lingotto. A causa della moltitudine di gente ci siamo dovute dividere su due treni e, dopo le file per entrare, io, Sara e Daniela eravamo alle 11 davanti allo stand Bao, obiettivo: firmacopie e sketch della coppia Turconi-Radice. Accanto le file per Daniel Cuello e ZeroCalcare. Purtroppo dopo mezz’ora abbiamo dovuto abbandonare la fila e rimandare il tutto alle 14, troppe persone davanti. Ho quindi approfittato del momento per fare alcuni acquisti: Stronze si nasce di Felicia Kingsley (in vista del firmacopie di autrici romance della Newton compton del pomeriggio) e I doni della vita di Irene Nèmirovsky, dallo stand Newton&Compton editori,  la nuova edizione di W.I.T.C.H. uscita in questi giorni per Panini, con la nuova cover di Mirka Andolfo. Poi di corsa in sala BookStock per la conferenza di Stefano Turconi e Teresa Radice su Non stancarti di andare, in collaborazione con Emergency alle 12.

Tappa successiva è stato lo stand di La Corte editore, per comprare il nuovo romanzo di Alessia Coppola in anteprima assoluta, Vision che uscirà solamente in autunno in libreria (e ovviamente la foto e l’autografo di rito erano d’obbligo :D)

Dopo un pranzo leggero, io e Daniela siamo andate di corsa allo Stand Bao per il nostro sketch e autografo di Non stancarti di andare. Come sempre Stefano Turconi è bravissimo e mi ha regalato una bellissima Iris che disegna. Mentre Daniela proseguiva facendo la fila per Daniel Cuello, io, Sara e Patrizia siamo andate a trovare lo stand di ABE Editore, dove ci siamo immerse in mezzo a copertine e libri bellissimi e abbiamo acquistato le bellissime Imbustastorie, di cui prossimamente vi parlerò sempre qui sul blog. Ho comprato inoltre un libro di racconti giapponesi. Alle 15 sono cominciati gli sketch di Mirka Andolfo, autrice di graphic novel come Contronatura Sacro/Profano, allo stand Panini: mi sono fatta disegnare una simpaticissima Irma.

Dopo essere passate dalla Giulio Perrone editore e aver avuto modo di provare i loro nuovissimi e coloratissimi gadget, con il logo BOOK PUSHER, attimo di pausa e riposo sotto la magica torre di libri, meditando sul nuovo stato di povertà acquisito in poche ore. Ma le 16.30 si avvicinavano e con questo orario anche il firmacopie organizzato dalla Newton&Compton con tutte le sue autrici di romance. Ricevute le dediche di Lucrezia Scali e Felicia Kingsley di corsa allo stand feltrinelli e ho fatto il mio ultimo acquisto della giornata: A panda piace questo nuovo libro qui di Giacomo Bevilacqua, da cui ho avuto il piacere di ricevere uno splendido sketch e con cui ho fatto una bellissima foto. 

E il mio salone si è concluso così: stanca, sudata, più povera, ma molto più soddisfatta e felice. Salutandovi con la foto del mio bottino, lascio la parola alle mie colleghe!

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Salve a tutti, lettori! Sono Daniela e adesso vi racconterò la mia personalissima esperienza al Salone Internazionale del Libro di Torino. Non entrerò nel merito della giornata in cui il gruppo di Leggendo a Bari era “operativo” in massa (ovvero il sabato) perché ve ne ha già abbondantemente parlato Lydia. 

Più che altro vorrei cercare di raccontarvi la fantastica atmosfera che si respira tra quegli stand. Gli espositori, gli autori, gli editori, I LETTORI! Si respira un’aria di festa, sembrava quasi un mondo parallelo. Per me, al mio primo anno, è stato quasi come abitare un sogno. Credo di aver finalmente capito come possa essersi sentito Pinocchio al suo ingresso nel Paese dei Balocchi. E credo anche di aver capito come si sia sentito nel momento in cui si trasforma in un ciuchino: è stata la stessa sensazione che ho percepito io rientrando a Bari con il portafoglio quasi completamente vuoto (ma, si sa, nel nostro disperato status di lettori compulsivi povertà is a state of mind)! 

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Il mio bottino del SalTo18

Ho passato due giorni fantastici tra stand, firmacopie e conferenze. Ho ritrovato fumettisti che adoro riuscendo ad avere un loro sketch (ma rinunciando ad altri… sigh!), ho scoperto nuovi autori, incontrato persone ma, soprattutto, ho vissuto quest’esperienza speciale con persone speciali: le mie amiche del gruppo di lettura!

Vi lascio con i tre sketch ricevuti da autori che ritengo abbiano un talento enorme: Daniel Cuello (meravigliosa scoperta), i coniugi Teresa Radice e Stefano Turconi (sempre più teneri e sempre disponibili) e Giacomo Bevilacqua (sempre più simpatico e caciarone).

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Insomma, è stato un Salone magnifico! E, parafrasando il titolo di quest’anno, chissà se un giorno, tutto questo… potrà ripetersi! (Piccolo spoiler: stiamo già lavorando per l’anno prossimo! Incrociamo le dita!)

 

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Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano

20180516_112618Buongiorno lettori, oggi vi parlo della graphic novel “Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano” che mi ha fatto compagnia durante il mio viaggio di ritorno da Torino. Prima di salire sull’aereo la scena è stata più o meno questa:

“Uh che bella Babi, quando la leggerai?”
“Mhm ora vediamo”
*Un’ora e venti minuti dopo…*
“Ragazzeeee io l’ho già finita *-* “

Intanto voglio iniziare dicendo che la cosa che più ho AMATO di questa lettura è stata…la musica. No, non sono pazza (o almeno, non lo sono più del solito). All’interno delle tre storie che compongono “Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano” è tutto un suonare di jingle pubblicitari e canzoni che negli anni 90 ci hanno fatto perdere la testa. Una trovata davvero geniale che aiuta il lettore a immergersi completamente nell’epoca in cui è ambientato il libro. Voi non avete idea di quanto sia stato difficile non canticchiare durante la lettura con il rischio di far scappare i miei vicini di posto. Stare lì, leggere e concedersi qualche secondo di “Com’è che faceva?” per poi ritrovare il ritmo giusto e farsi una risata ripensando a ciò che facevamo quando in radio girava quel pezzo musicale.

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Altra cosa fantastica sono stati i tantissimi riferimenti a quei magici anni (sono una nostalgica, sì). La smemo, il walkman, le videocassette, i poster con Leonardo di Caprio in regalo con Cioè, Spice Girls su mtv ect. Sfido chiunque sia cresciuto in quel periodo a non emozionarsi di fronte alle “chicche” che le due autrici hanno inserito tra le pagine di questa graphic novel:

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“Non bisogna dare attenzioni alle bambine che urlano” è diviso in tre storie. La prima è quella di Giulia, occhialuta ragazzina timida che brama dalla voglia di diventare amica della popolare Federica. Assisteremo al suo salto “sociale”, a ciò a cui in quell’età sei disposto a fare pur di piacere a chi, senza un vero motivo, idolatri. Il finale vi farà sorridere, assicurato!

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Anna

La protagonista del secondo racconto invece è Anna. Conosciamo lei, i suoi amici skater e il tornando che presto stravolgerà la sua vita: Marilena. Quest’ultima è la classica ragazza difficile, quella che non viene mai a scuola, che senti litigare in macchina con il padre a cui si rivolge neanche fosse l’amico stronzo. Con lei farà le sue prime follie e con lei scoprirà se stessa per poi…Ehy, mica vorrete lo spoiler no?

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Clarice

Clarice è l’ultima a chiudere questo ciclo di racconti ed è anche la più cazzuta. L’ho A D O R A T A. Però ragazze, carissime autrici, voi mi avete fatto soffrire da morire quando ha preso in mano quelle dannate forbici. Cioè mi sono sentita male io per lei e ho dovuto spiegare ai miei capelli lunghi che quelle brutte cose non succedono davvero. Scherzi a parte, Clarice è diversa dalle due ragazzine che l’hanno preceduta. Clarice non è una bambina che urla, non cerca di piacere, non vuole essere la prima se non quando è sulla pista a gareggiare. È determinate come poche e rimarrà coerente fino alla fine ponendo la ciliegina sulla torta a questa godibilissima graphic novel.

Che altro dire? Abbiamo tantissime domande da fare alle due autrici. Che dite, proviamo a intervistarle??

SCHEDA LIBRO

AUTORI:  di Eleonora Antonioni e Francesca Ruggiero
EDITORE: Eris Edizioni
PAGINE: 176
PREZZO: 17.50 euro

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Gli angeli dei libri di Daraya – Delphine Minoui

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“Vorrei scrivere un libro sulla biblioteca di Daraya […] Un giorno, alla fine del 2013, i suoi amici gli chiedono aiuto. Tra le rovine di una casa sbriciolata, hanno trovato dei libri che vogliono assolutamente recuperare. “Libri?” ripete lui stupito. Nel cuore della guerra, quell’idea gli sembra assurda. Che senso ha salvare libri quando non si riescono a salvare vite?”

Io faccio parte di quella categoria di lettori che solo in rarissimi casi legge la trama preferendo piuttosto scoprire il libro durante la lettura e lasciarsi guidare all’acquisto dal titolo o dalla copertina. In questo caso il murales dello street artist siriano Abu Malek al-Shami e il titolo hanno fatto immediatamente l’occhiolino in mia direzione convincendomi a tornare indietro e recuperare il libro dallo scaffale della libreria.

“Gli angeli dei libri di Daraya” è un libro che racconta, tramite la penna dell’autrice e giornalista Delphine Minoui, la storia di alcuni ragazzi siriani e del loro fantastico progetto di realizzare una biblioteca durante l’assedio della cittadina di Daraya durato ben quattro anni.

Quattro anni di bombe. Quattro anni di terrore. Quattro anni in cui questi ragazzi giravano tra le macerie in cerca di libri da portare in salvo e stipare nella loro biblioteca sotterranea. Al sicuro dalle bombe. Fuori dalla portata dell’oppressione.

“Mi parla di bombardamenti incessanti. Di pance vuote. Di minestre di foglie con cui ingannare la fame. E di quelle letture sfrenate per nutrirsi la mente. Davanti alle bombe, la biblioteca è la loro fortezza nascosta. I libri, le loro armi d’istruzione di massa.”

Un autore che stimo molto una volta disse che i libri servono anche a raccontare la verità là dove facciamo finta di non vedere. Potremo nasconderci, credere a ciò che i giornali raccontano, fare come gli struzzi e mettere la testa sotto la sabbia ma lì, sopra la mensola di una libreria, ci sarà sempre questo testo a raccontare il terrore di quegli anni e ciò che è accaduto. La verità dei reietti. Dei senza voce.

“Chiudere gli occhi significa condannare al silenzio. Assad ha voluto mettere Daraya tra parentesi, chiuderla tra le virgolette. Io vorrei eliminare le une e aprire le altre.”

Senza romanzare niente, l’autrice ripercorre i primi contatti con i ragazzi della resistenza di Daraya e a mano a mano che la storia prosegue impariamo a conoscere loro e le loro peculiarità. Ahmad sarà il primo a comparire sul monitor del computer per parlare, tramite Skype, di ciò che sta accadendo. Da lì verranno fuori nuovi nomi, altre storie. Leggere questo libro al sicuro, nella propria casa, in un paese in cui il massimo della preoccupazione è tutta concentrata a ciò che succede nel reality di turno trasmesso in tv, è davvero strano. Pensare che ci siano persone che in quello stesso momento vivono in uno scantinato cercando di sfuggire a delle bombe che, senza motivo apparente, piovono sulle loro case, ti fa sentire – sbagliata -. Pensare che nel 2018 ci sia ancora chi è costretto a subire mentre che i paesi più potenti, quelli che avrebbero i mezzi per intervenire, rimangono invece a guardare fa male. Sapere che l’Onu è solo una sigla senza nessun valore o potere effettivo ti fa riconsiderare tutta la tua esistenza.

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Questo è un libro che insegna molto. Che apre gli occhi.

“In quella sacca di libertà che si sono creati, la lettura è il loro nuovo sostegno. Leggono per sondare il passato occultato. Per imparare, Per evitare di impazzire. Per evadere. I libri come sfogo. Una melodia di parole contro il diktat delle bombe.”

Barili bomba, gas sarin, razzi, cannonate, napalm. Assad non si è risparmiato contro questa città fino ad ottenere la resa totale e incondizionata. Ma noi lettori arriveremo alla fine del libro sapendo che il popolo della Siria sta provando a rialzare la testa e vedremo, seppur ancora lontana, una luce di speranza per il futuro di quella terra.

“Un libro dev’essere la scure che spacca il mare gelato dentro di noi”

Scheda del libro

Editore: La nave di Teseo
Pagine: 172
Prezzo: 17.00 euro

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La signora della morte di Terry Goodkind

goodDi streghe ce ne sono tante, e nella mia vita da amante del genere fantasy ho letto di streghe di ogni tipo. Ma mai avevo incontrato, tra le pagine di un libro, una strega così forte, bella e temibile come Nicci, la protagonista di La signora della morte di Terry Goodkind, primo libro di una trilogia tutta dedicata a questa figura femminile che non deve mai chiedere per farsi rispettare.
Il romanzo è il primo di una trilogia, sì, ma il mondo in cui è ambientata questa storia fantasy vecchio stile è comune a quello di una lunghissima saga scritta dallo scrittore, e che sicuramente i lettori più fedeli del genere conosceranno, visto che ne è stata tratta anche una, seppur breve, serie tv: sto parlando della saga La spada della verità.
Nonostante, appunto, questo libro sia l’inizio di una nuova avventura, il mondo magico in cui le vicende si srotolano è lo stesso, ricco di un passato intricato che è possibile esplorare con gli altri volumi.
La storia è molto “classica”, e Nicci, una strega potente, bellissima e spietata, ma, ormai, volta al bene, si ritroverà a intraprendere un viaggio con due accompagnatori particolari. Durante il proseguimento di questo viaggio, non mancheranno di incappare in vari ostacoli e difficoltà magiche da risolvere: perché il mondo ha da poco mutato le sue leggi, la magia è cambiata e le profezie sono scomparse. Nonostante ciò, proprio una profezia indica Nicci e Nathan, uno dei suoi accompagnatori, ex profeta e mago che ha perso il controllo della sua magia, come il fulcro di un cambiamento più netto e, addirittura, della salvezza del mondo.
Lo stile dello scrittore è carico di descrizioni, ricco di spessore, e a tratti può risultare lento, come i grandi e vecchi fantasy più classici, ma non per questo la lettura non procede con facilità e, anzi, risulta molto piacevole. I dettagli più macabri e sconveniente non vengono tralasciati, e spesso viene utilizzato un linguaggio secco che non lascia spazio all’immaginazione. Le tematiche trattate sono, tra le più importanti, la subordinazione tra più forte e più debole, ma anche tra uomo e donna: Nicci stessa si è ritrovata e si ritrova tuttora a dover fare i conti con le discriminazioni verso il genere femminile e la violenza. Inoltre, importante è la tematica della magia come potere ma anche come fardello e responsabilità.
Un’altra caratteristica molto apprezzabile della scrittura di Terry Goodkind è che spesso mostra il punto di vista di più personaggi, e non solo dei protagonisti; abbiamo scorci di pensieri, riusciamo a comprendere e a venire a conoscenza delle intenzioni persino dei nemici di Nicci e della sua compagnia, degli esseri più immondi e dei mascalzoni più vili. Nonostante siano, spesso, personaggi secondari che portano solo grane, è bella l’intenzione dell’autore di portare il lettore nella mente anche degli avversari minori, e non solo di quelli importanti, come se, appunto, il pensiero di tutti i pezzi della scacchiera della storia sia importante.
La strega della morte è un libro colosso, perché porta su di sé il peso di continuare le vicende in un mondo già ben costruito, che vive da sé nelle prime saghe dello scrittore ma che, nonostante ciò, ha ancora tanto da dare, tanto da raccontare.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 572
Prezzo: 14.90€

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Festa del papà: quali libri regalare?

A volte penso che mio padre sia una fisarmonica. Quando lui mi guarda e sorride e respira, sento le note.
(Markus Zusak)

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Quest’anno abbiamo deciso di lanciare il nostro “booksegnale” e chiedere aiuto agli amici della libreria Libriamoci per farci dare qualche consiglio su dei libri da regalare ai papà in previsione della loro festa il 19 marzo. Stefania e Christian si sono dimostrati come sempre di grande aiuto ed ecco alcuni dei titoli che ci hanno segnalato. Sono tutti libri illustrati pieni di colori ed emozioni, sicuramente adatti a papà che hanno bambini con cui poter condividere la lettura,  accoccolati sul divano,  sfogliando insieme queste perle fatte di immagini e parole ❤

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Gaetano e Zolletta – Un posto perfetto
Di Silvia Vecchini e Sualzo
Bao publishing

Gaetano, un papà intraprendente e dalle mille risorse, è disposto a tutto pur di trovare un posto unico e speciale da condividere con il suo piccolo Zolletta. Lo condurrà perfino sulla Luna, prima di scoprire che in fondo, per suo figlio, il posto perfetto non è poi così lontano da raggiungere, anzi è lì, proprio tra le sue braccia. Un fumetto dolce e divertente che con grande naturalezza racconta l’avventura di un papà e del suo bambino alla ricerca di un’esperienza speciale che li unisca ancora di più.

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Di Anthony Browne
Orecchio Acerbo

Non è sempre tutto rose e fiori il rapporto tra padri e figli. In questo meraviglioso albo dell’artista Anthony Browne, Anna ha un papà troppo occupato per badare a lei e questo la getta in uno stato di profonda solitudine. L’unica compagnia sono i gorilla, quelli dei suoi libri, dei suoi disegni. È talmente ossessionata che per il suo compleanno ha chiesto un gorilla vero, ma tutto quello che trova nel cuore della notte ai piedi del suo letto è un gorilla giocattolo. Dopo la delusione iniziale, il gorilla inizia a crescere fino a diventare vero. Così vero (e gentile) che l’accompagnerà a vivere tutte quelle piccole esperienze che avrebbe tanto voluto vivere con suo padre. Al termine di questa notte meravigliosa, Anna troverà ad aspettarla un papà affettuoso e bendisposto. Gorilla è un libro che abbatte i muri della realtà per dare voce all’immaginazione e all’inconscio di una bambina dai desideri inappagati, un libro incantevole in cui i bambini (e forse anche i genitori) si immedesimeranno con grande facilità.

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Chiedimi cosa mi piace
Di Bernard Waber e Suzy Lee
Terre di mezzo

Potrebbe essere una giornata come tante quella raccontata in “Chiedimi cosa mi piace”, in cui un papà e una bambina vanno fare una passeggiata nel parco, ma basta poco perché si trasformi nella giornata ideale. La narrazione è basata interamente su un gioco, un rapido susseguirsi di domande e risposte in cui il papà chiede (dietro comando) e la bambina risponde. Questo dialogo serrato lascia emergere l’energia e la spensierata felicità della bambina che piano piano contagerà il papà. Vengono fuori i gusti, le riflessioni spontanee e la grande intimità tra i due. A incorniciare il tutto i colori caldi e vibranti dell’autunno, le foglie che cadono e le anatre che emigrano.

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Assassinio sull’Orient Express – Agatha Christie

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È uscito, alla fine dello scorso anno, il nuovo adattamento cinematografico del celebre romanzo Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie. Dopo essere rimasta folgorata dalla visione del film, ho deciso di procedere con la lettura del romanzo. Devo dire che non avevo proprio avuto una buona impressione della tanto acclamata autrice, dopo aver letto Dieci piccoli indiani, che mi era parso troppo macchinoso.

Con Assassinio sull’Orient Express, però, devo dire che mi sono ricreduta, e penso che il merito vada quasi totalmente alla figura carismatica e particolare di Hercule Poirot.

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La narrazione risulta essere, specialmente all’inizio, molto impersonale, in terza persona; è eccezionale notare, però, come si arricchisca di momenti estremamente introspettivi, specie del protagonista, che catturano il lettore. Nonostante ciò, Poirot, come eccezionale personaggio il quale è, si svela soprattutto nei dialoghi e nel parlato, mostrando la propria psicologia e il proprio metodo di indagare ma, soprattutto, di pensare. E si rivela essere, appunto, una mente estremamente interessante.

Successivamente al delitto, fino al quale la narrazione procede lenta e tranquilla, si arriva nel cuore delle vicende, e una cosa che ho trovato molto accattivante è l’espediente utilizzato per far conoscere ai lettori i vari personaggi, tramite, appunto, gli interrogatori condotti da Poirtot. I sospettati coinvolti sono tutti molto diversi e variegati, sia per quanto riguarda il loro lavoro e aspetto, sia per quanto riguarda la loro nazionalità. Nonostante ciò, si nota, comunque, una nota di fondo di razzismo e intolleranza, anche presente in Dieci piccoli indiani: questo potrebbe, appunto, ricondursi al periodo storico in cui la scrittrice narrava, ma viene comunque da chiedersi se non rispecchiasse le proprie idee.

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La narrazione procede veloce e accattivante fino a giungere al finale, dove si ritrovano delle tematiche già presenti in Dieci piccoli indiani, evidentemente cari alla Christie. Stavolta, però, emerge prepotente non solo il concetto di giustizia, ma anche un grande conflitto morale, che Poirot è costretto, in qualche modo, ad affrontare e sbrogliare.

Assassinio sull’Orient Express mi ha meravigliato e tenuto attaccata alle pagine: si è rivelata essere una lettura avvincente e appassionante persino per me, che non sono amante, in particolare, di questo genere.

 

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Mondadori
Pagine: 215
Prezzo: 13,50 euro

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Il Mago – Lev Grossman

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Cosa succederebbe se nel nostro mondo, spesso grigio e triste, esistesse la magia? E se esistesse una scuola per maghi? No, non parlo di una scuola come quella di Harry Potter. Ma più come un’università, dove spesso non tutto è rose e fiori…

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È ormai da un paio d’anni che va in onda, in America, la serie tv The Magicians, tratta da questo romanzo, che parla di Quentin, un ragazzo molto intelligente e dotato, ma che si trova male nel mondo reale e preferisce sfuggirvi, tramite la lettura di libri fantasy. E che scopre, quando viene invitato alla scuola di magia di Brakebills, che si trova male nel mondo reale perché lui fa parte di un altro mondo, più entusiasmante, ma anche denso di pericoli.

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Il libro, abbastanza diverso dalla serie tv, è molto riflessivo, inizia con una nota grigia che è in linea con lo stato d’animo del protagonista: Quentin è un personaggio atipico, psicologicamente complesso e depresso, che non si vergogna di ammettere a se stesso le sue parti e pensieri più oscuri. L’ammissione alla scuola di Brakebills arriva come un’ancora che lo salva da un baratro, una fuga verso il “senso”.

Quentin, infatti, può risultare essere un protagonista difficile, a causa del suo mal di vivere, del suo bisogno costante di un motivo che dia una svolta e un senso alla sua vita, e la sua tendenza innata a rovinare tutto ciò che possiede a causa del suo senso di insoddisfazione. Nonostante entri in contatto con numerosi e interessanti personaggi, resta sempre lui il centro di tutto.

Questo libro non è il classico fantasy: certo, vi è la magia, vi sono cose ed eventi straordinari. Ma va oltre. Tratta di temi come l’infelicità, l’emarginazione, la competizione, il sentirsi superiori alla massa, ma soli.

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La magia, poi, è caratterizzata come se fosse una scienza misteriosa, cosa che rende il tutto più reale, ma anche più inquietante.

Sicuramente, questo libro è un approfondimento godibile, specie psicologico, e fondamentale per gli amanti della serie tv, ma presenta alcune lacune e risulta lento e confuso in certi punti. Rimane, comunque, un bel libro da leggere, specie per gli amanti dell’introspezione e per chi cerca un fantasy diverso, con un protagonista atipico e più simile alle parti più oscure di noi stessi.

 

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Pagine: 430
Prezzo: 14,00 euro

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Il colore della magia – Terry Pratchett

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Chi abbia mai letto un libro di Terry Pratchett conosce il suo fantasy peculiare, dall’umorismo pungente, e non vede l’ora di tornare, di romanzo in romanzo, nuovamente ad Ankh-Morpork, nel Mondo Disco: un luogo al confine della magia, dove la terra è piatta e posa sul dorso di A’Tuin, un’enorme testuggine che nuota lentamente nel golfo interstellare.

Il colore della magia è il primissimo romanzo che ha dato il via a questa saga senza limiti e confini, dove Terry Pratchett ambientò una serie di personaggi e creature fantastiche, ma, al tempo stesso, buffe e dai tratti peculiari. Che comunque si sposano bene e rispecchiano magnificamente la psicologia di persone che, durante la lettura, ci sembra di vedere in carne e ossa davanti agli occhi e con cui possiamo facilmente immedesimarci.

Il Mondo Disco è un posto dove si possono incontrare personaggi bizzarri: maghi inetti, eroi grossolani, ladri scapestrati e assassini vanitosi, e persino Morte in persona, che certe volte fatica a star dietro alla sua prossima vittima.

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In questo mondo fantastico, il nostro protagonista, Scuotivento, un mago non particolarmente dotato, si trova a fare da guida a un forestiero che sembra sprigionare magia e ricchezze da ogni poro: che fine farebbe, in una terra piena di mascalzoni, questa innocente creatura di un altro mondo? Ma la vera protagonista della storia è pur sempre la magia, che ha quasi forma, volontà e, soprattutto, un colore particolare.

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Tra fughe, missioni impossibili, giochi pericolosi e inganni, i nostri due improbabili protagonisti si ritrovano ad affrontare un’avventura, sotto le mosse di Dei capricciosi, sognando sempre un mondo “diverso”, terribilmente simile al nostro.

Ogni libro di questo autore, purtroppo scomparso ormai da qualche anno, è un viaggio al limite dell’immaginazione, ma è anche una riflessione sulla vita, sulla morte, sull’inettitudine, sul bene e sul male. Sempre una garanzia, che non delude mai.

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SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Salani
Pagine: 206
Prezzo: 13,90 euro