Il disprezzo di Alberto Moravia è un romanzo del 1954 pubblicato attualmente da Bompiani.
La lettura di questo romanzo ha sancito il mio primo approccio a Moravia e alle sue opere.
Riccardo ha ventisette anni e il sogno di poter creare opere teatrali. Purtroppo questo sogno viene presto infranto contro i vetri delle necessità giornaliere: il matrimonio, le rate della casa e dell’auto, il mantenimento della coppia. Per questo si ritrova ad accettare di scrivere sceneggiature per Battista, noto produttore di una casa cinematografica.
Dopo un primo contratto Riccardo è sicuro che ne arriverà un secondo, Battista l’ha promesso, e questa volta si tratterà di una cosa più grande e con un compenso più elevato. Ma gli ideali sono sempre lì, appena appena sepolti dalla sabbia, e basta poco per farli tornare a galla e per mettere in dubbio un lavoro sicuro.
Ma ancora più degli ideali quello che installa il tarlo del dubbio, non solo sul lavoro ma su tutto il suo futuro, è il comportamento della moglie Emilia: all’improvviso lei ha cambiato atteggiamento, sembra stare meglio quando sono lontani, accetta gli approcci sessuali con un’immobilità glaciale ma, soprattutto, nei suoi occhi ormai Riccardo vede che l’amore è andato via.
Inutile sarà cercare di parlare, accettare questo grande lavoro per avere più denaro, portarla insieme a lui a Capri e sperare che cambi qualcosa. Ormai Emilia è irremovibile: non lo ama più. Anzi, peggio, lo disprezza.
Ma come si è arrivati a questo punto? Riccardo si interrogherà a lungo su questo punto e si fornirà anche delle risposte da solo pur non avendone mai conferma dalla diretta interessata.
Alberto Moravia scrive un romanzo dal forte impatto psicologico.
Tutto il romanzo è pervaso da una vena quasi pessimistica: il protagonista sembra accettare tutto quello che gli viene proposto e che gli capita, non lotta per avere quello che realmente desidera e spreca tempo lamentandosi.
Al lettore tutto appare molto chiaro e cristallino: sin da subito si intuisce cosa possa essere andato storto nella storia matrimoniale eppure, seguendo i ragionamenti del protagonista, tutto appare allo stesso tempo sfocato e fuori fuoco.
C’è una fissità nella narrazione, un raccontare fatti in maniera sequenziale, quasi senza punti di riferimento. Salvo però sviscerare comportamenti e fatti, passati e presenti, nel tentativo invano di trovare un colpevole (che sia lo stesso protagonista o altri che girano attorno a questa storia).
Quello che principalmente risalta è come, in un rapporto di coppia, l’annullarsi per accontentare l’altro, le incomprensioni e il silenzio, cullato dalla convinzione che tutto vada bene, possano essere cause micidiali per sfaldare irrimediabilmente il rapporto.
Lo stile di Moravia è asciutto, grammaticalmente perfetto, privo di difetti eppure, a volte, risulta prolisso. Il ritmo è lento seppur privo di qualsivoglia digressione. Nessuno scossone rischia di risvegliare il lettore dall’atmosfera creata che risulta ovattata.
Persino il finale, che ammetto essere inaspettato, stravolge più di tanto quel senso di quiete e di introspezione che il romanzo regala.
Il disprezzo di Alberto Moravia è sicuramente un romanzo ricco di spunti riflessivi, con una forte componente psicologica che però non è consigliabile a tutti i lettori.
SCHEDA DEL LIBRO
Editore: Bompiani
Pagine: 288
Prezzo: 13.00€
Voto: 8/10