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Wolf. La ragazza che sfidò il destino – Ryan Graudin

Navigando qui e lì nell’internet, tra un blog e un forum, mi sono imbattuta nella trama di questo libro accostata ad uno dei film che più ho amato negli ultimi anni ovvero Captain America della Marvel.

Ad incuriosirmi, oltre all’accostamento al film, è stata anche la copertina: un bel rosa shocking per una storia che di scioccante ha molto e non nel senso positivo. Ma andiamo in ordine.

Innanzi tutto chiariamo che questo libro nasce come un distopico per ragazzi. La storia è ambientata in un ipotetico anno 1956 in una Germania dove Hitler e i suoi seguaci hanno vinto la guerra e il nazionalsocialismo regna sovrano su quasi tutta l’Europa e su buona parte dell’Asia. La protagonista è la sedicenne Yael.

Yael era una bambina di otto anni quando fu deportata, insieme alla madre, nei campi di concentramento nazisti. Al suo arrivo venne reclutata come merce per esperimenti. Esperimenti che le procuravano enorme sofferenza ma che, paradossalmente, le avevano concesso anche un dono: riuscire a prendere le sembianze di qualsiasi donna o ragazza volesse.

Grazie a questo dono e ad una delle ragazze rinchiusa con lei nella Baracca 7 del campo, Yael è riuscita a scappare da quell’inferno ed è approdata, dopo vari eventi, nel cuore della Resistenza il cui obiettivo è rovesciare il governo e tornare liberi.

Dopo anni di preparazione l’occasione per dare il via alla grande rivolta viene offerta, involontariamente, proprio dal governo. Infatti, ogni anno, per festeggiare la Grande Vittoria, viene organizzata una grossa corsa motociclistica che attraversa due continenti unendo così le due capitali Germania (l’ex Berlino) e Tokio. Questa gara, chiamata Tour dell’Asse, permette al vincitore di avvicinare il sorvegliatissimo Fuhrer.

Sarà facile, per Yael, prendere le sembianze di Adele Wolfe, partecipare alla gara, vincerla e, durante il Ballo del Vincitore, uccidere Hitler in diretta tv. O almeno questo è quello che pensa.

Perché Yael non ha fatto i conti con il suo cuore e con i suoi sentimenti. E nemmeno con quelli di Adele. E l’improvvisa partecipazione alla gara del fratello gemello di Adele, Felix, insieme alla presenza di Luka con cui Adele sembra avere un legame che va ben oltre la rivalità, renderanno la sua gara molto difficile. E l’attuazione del suo piano sembrerà messa in serio pericolo.

Ryan Graudin ha avuto la straordinaria capacità di disegnare per noi uno scenario che ha dentro di sé tutta la crudeltà e l’incoerenza di una bruttissima pagina della storia: il nazismo e la deportazione degli ebrei. E lo fa con parole semplici e con una prosa scorrevole e decisa.

La storia di Yael poteva essere vera storia se solo le cose, settant’anni fa, fossero andate diversamente. L’approfondimento della psiche dei singoli personaggi è veramente ben fatta. Anche il combattimento interiore della giovane Yael alle prese con i suoi rimorsi e con quelli che sono i sentimenti della ragazza di cui ha preso il posto, vengono narrati in maniera vivida e perfetta.

Inoltre è proprio la storia in sé per sé che trasmette tanto pathos e tiene incollato il lettore alle pagine, capitolo dopo capitolo, fino ad arrivare alla fine.

Questo libro è il primo di una trilogia. Va da se, quindi, che il finale è aperto e vi lascerà con un grande punto interrogativo. Ovviamente non sta a me svelarvi quale sia questo punto interrogativo. Però posso dirvi che ho già recuperato il secondo volume, Wolf 2. Il giorno della vendetta, e che non vedo l’ora di divorarlo come ho già fatto con il primo.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: De Agostini
Pagine: 400
Prezzo: 10.90€