L’ultima bozza – Michele Scaranello

Lo scorso 26 gennaio ho avuto l’onore e l’onere di presentare assieme a Sara Minervini, nella splendida cornice di Palazzo Tupputi a Bisceglie, il romanzo L’ultima bozza dell’autore Michele Scaranello.

Dico l’onore perché essere coinvolta in un evento così prestigioso, con stampa e televisione, mi ha enormemente onorata. E dico l’onere perché è enormemente difficile dare a questo libro il giusto valore e riuscire a trasmettere tutto quello che questo romanzo riesce a dare in poche domande.

Ma io ora sono qui per parlarvi del libro e non della presentazione in sé. Di quella ve ne parla ampiamente e con maestria la nostra Sara in questo articolo, arricchito anche da un’intervista all’autore.

L’ultima bozza è la storia di Stefano, correttore di bozze, e di suo padre Franco.

Stefano è uno scapolo cinquantenne dedito a due cose: il suo lavoro e sua madre. La sua vita scorre su dei binari che corrono dritti senza mai deviare. E su questi binari trovano posto anche le sue due grandi passioni: la lettura e il jazz.

Non mi sono sposato: il mio aspetto è sempre stato troppo burbero e trasandato per avvicinare le donne. La miopia, il naso aquilino e il mento pronunciato hanno fatto il resto. I miei interessi da sempre si esauriscono nella lettura e nell’ascolto della musica jazz, di quella fantastica melodia che mi riporta al sogno americano accarezzato da ragazzo, quando mamma pensò di emigrare in cerca di miglior fortuna.

Ma il destino è beffardo ed ha, per Stefano, una grossa svolta in atto. E questa svolta si presenta sotto forma di romanzo. Una bozza di un autore esordiente che capita sulla scrivania di Stefano e che lo costringerà a mettersi in gioco e superare paure e limiti. Perché in questo romanzo si racconta la storia di Franco, soldato italiano di stanza sul fronte greco durante la Seconda Guerra Mondiale, che a seguito dell’armistizio venne deportato in vari campi di lavoro nazisti, prima, e russi, poi. E questa storia, questo soldato, ricordano proprio tanto la figura di suo padre disperso subito dopo l’armistizio.

E’ così che Stefano intraprende un viaggio lungo la costa adriatica, da San Benedetto del Tronto a Trieste giungendo infine in Grecia, alla ricerca di un diario disperso e di qualcuno che conservi memoria di suo padre. Ma, soprattutto, alla ricerca della verità.

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La struttura del romanzo è “mista”: vengono alternati capitoli narrati dal punto di vista di Stefano a capitoli scritti sotto forma di diario. Il diario che Franco scrive durante i suoi anni di prigionia e che ripercorre tutta la sua vita.

Con entrambi i punti di vista l’autore ci concede il dono di conoscere ed osservare l’animo umano, l’animo di due persone perse da tempo ma tremendamente simili nei modi e nei sentimenti.

L’orrore della guerra, vivido e pulsante, trova ampio riverbero grazie ad alcuni brani presi integralmente dal diario di Filippo Scavo, soldato barese fatto prigioniero l’otto settembre 1943, tornato in patria dopo la deportazione in sette diversi campi di concentramento.

A Michele Scaranello va riconosciuta la maestria nell’aver creato, intorno a questa testimonianza, la storia di un uomo cresciuto senza un padre che decide di mettersi in gioco e rivedere tutta la sua vita in nome di una verità per troppo tempo taciuta.

E tutto questo viene narrato in maniera fluida, scorrevole, trascinando il lettore in un fiume di sentimenti, in un saliscendi di emozioni che fanno riflettere e, soprattutto, ricordano che non ha senso dimenticare quello che è stato il passato anche se questo ha in sé tanta sofferenza.

Ormai, mi sono convinto di aver scritto queste memorie con l’unico intento di lasciare traccia del mio passaggio in questa vita. Una vita umiliata e calpestata, da altri uomini miserabili. E come uomo mi vergogno molto di quello che ho visto, che ho patito, ma in tutta coscienza, anch’io ho molto da farmi perdonare. Solo adesso capisco la sofferenza che ho dato e darò alle persone che mi hanno voluto bene. Non so se vivrò abbastanza da farmi perdonare da mia madre, da mia moglie, da Sophia e dai miei figli. Se il destino mi priverà della vita prima che possa riabbracciarli, allora queste parole varranno come testimonianza di un ultimo, infinito gesto d’amore nei loro confronti. Come un condannato, vorrei rapire il tempo, imprigionarlo dentro di me, insieme ai ricordi e agli affetti più cari. Vorrei tanto non lasciarlo andare via, prima che lui abbandoni me.


SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Auto pubblicato
Pagine: 213
Prezzo: 17.00€

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Una risposta a "L’ultima bozza – Michele Scaranello"

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