Gli ultimi fuochi – Francis Scott Fitzgerald

Gli ultimi fuochi è un romanzo lasciato incompleto e uscito postumo, del grande scrittore americano Francis Scott Fitzgerald. Un narratore onnisciente racconta la vita di Monroe Stahr, un produttore hollywoodiano rappresentante di un mondo cinematografico sempre più alla deriva da un punto di vista morale. La sua vita viene anche vista dagli occhi di Cecilia Brady, diciannovenne figlia del collega di Stahr, abituata fin da bambina al lusso, alle stelle del cinema e al mondo di celluloide. Su un aereo incontra per la prima volta Stahr, che da una condizione sociale bassa si è innalzato e ormai ha raggiunto il successo.

Nel corso della narrazione assistiamo ai suoi rapporti con il resto della troupe, dai produttori agli sceneggiatori: assistiamo a vere e proprie discussioni, sull’importanza anche di realizzare pellicole di cui non si può sapere la resa reale, ma che devono raccontare alcune storie, perchè così deve essere. Una sera c’è un terremoto, si rompono alcune tubature e gli studi vengono allagati: proprio quella sera Stahr salva due ragazze dall’annegamento, Edna, una prostituta e Kathleen Moore, ragazza misteriosa, più giovane di lui di dieci anni, ritratto spiaccicato di Minna Davis, la moglie morta di Stahr. Tra i due scatta qualcosa che sembra come una scintilla che si consuma subito, poichè la ragazza sta per sposare un Americano che l’ha aiutata in un periodo di grande difficoltà.

In tutto questo abbiamo Cecilia che da un lato si è invaghita di Stahr e vorrebbe sposarlo e quest’ultimo che sa di avere ormai ancora pochi mesi di vita a causa di una malattia. Purtroppo il racconto si interrompe al sesto capitolo, lasciando il lettore interdetto. Edmund Wilson, colui che si occupò della pubblicazione dell’opera dopo la morte di Fitzgerald, raccolse tutti i suoi appunti, cercando di dipanare l’intreccio, come si sarebbe dovuto sviluppare da quel momento in poi. A causa dell’incompiutezza dell’opera è difficile riuscire a costruire un quadro della storia, che risulta piuttosto confusionaria, soprattutto nei punti in cui racconta Cecilia, che sembra essere la burattinaia pronta a muovere le redini della situazione e delle persone a lei vicine. Cecilia ha un padre che va a letto con le segretarie, non parla con lui per mesi e da lui ha avuto solo i soldi per andare al college: sembra che da lui non possa aspettarsi l’affetto paterno.

La figura di Stahr Monroe sarebbe potuta diventare molto di più e già così abbozza un’idea del cinema: grazie a lui vediamo come doveva essere il dietro le quinte hollywoodiano, ciò che accadeva dietro ai riflettori: le liti, gli sperperi di denaro, i tagli necessari, tutto in nome di un’idea da realizzare al meglio. Fitzgerald voleva mostrarci il mondo dorato che lo aveva disilluso dopo l’esperienza come sceneggiatore cinematografico negli anni Trenta.

Gli ultimi fuochi per cui, seppur rimane da un punto di vista della trama abbastanza acerbo, riesce a trasmettere quelli che erano gli aspetti più nascosti della settima arte e a dare almeno un’idea di quella che era la scrittura del suo autore, Francis Scott Fitzgerald, forse il miglior rappresentante dell’età del Jazz.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Theoria edizioni
Pagine: 160
Prezzo: 14.00€
Voto: 6/10

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