Un paio di anni fa sono rimasta affascinata in libreria da un libro: Un incantevole aprile. L’autrice era Elizabeth Von Arnim, che non conoscevo, ma che mi ha subito affascinato e spinta a comprare il romanzo (che ho recensito Qui). Dall’estate scorsa poi la Bollati Boringhieri ha cominciato a mettere in offerta per un mese o due alcuni dei romanzi della Von Arnim al prezzo eccezionale di otto euro: in questo modo tra l’anno scorso e quest’anno la mia collezione di suoi romanzi è aumentata (purtroppo ancora non letta)
Insomma: questa donna mi ha colpito ed entusiasmata. Quest’ultima sensazione è cresciuta quando ho scoperto che la casa editrice Flower-ed aveva pubblicato una biografia dedicata a questa autrice. Come sono corsa a leggere quella dedicata a Jean Webster (di cui qui trovate la recensione), così ho fatto anche con questa e, anche a sto giro, non sono rimasta delusa.
Carmela Giustiniani inizia a parlarci di Elizabeth innanzi tutto descrivendoci come è nato il suo interesse per la scrittrice, un giorno in cui girando, appena neolaureata, in una libreria aveva scovato Il circolo delle ingrate e, sfogliandolo e leggendo l’incipit ne era stata attratta, quasi che le pagine l’avessero chiamata. Qualsiasi amante dei libri penso che abbia provato almeno una volta questa sensazione, abbia sentito il richiamo di una copertina e, in preda ad una forza involontaria, abbia aperto il volume e dopo pochi secondi abbia pensato Questo è per me.
Cominciamo quindi a conoscere Mary Annette. Sì, perchè quella che nella nostra ignoranza abbiamo sempre pensato chiamarsi Elizabeth, in realtà si chiamava Mary Annette Beauchamp. Elizabeth è la protagonista del suo romanzo d’esordio Il giardino di Elizabeth e ha rappresentato quasi fin da subito il suo alter ego: nel corso degli anni spesso usò questo pseudonimo e dagli amici spesso così veniva soprannominata. Negli altri romanzi, infatti, il suo nome non compare mai, sono sempre pubblicati anonimamente, solo negli anni ’80 del secolo scorso la casa editrice Virago Press, dandoli nuovamente alle stampe, decise di fare una fusione tra il nome finto, Elizabeth e il cognome preso durante il matrimonio con il conte tedesco Von Arnim.
Mary Annette nacque nel 1866 a Sydney, nel luogo che oggi è denominato “Clifton Gardens” (quando si dicono, le coincidenze della vita, visto l’amore di Mary/Elizabeth per i giardini). Figlia di un inglese andato all’avventura in Australia, cugina della scrittrice di racconti Katherine Mansfield, da bambina era insolente, quasi antipatica e con la crescita divenne sempre più propensa all’indipendenza e soprattutto all’uguaglianza con l’altro sesso. Imparò a suonare l’organo, strumento prettamente maschile all’epoca, si appassionò alla letteratura e al giardinaggio. Viaggiò in Europa, anche in Italia e quì conobbe il suo primo marito: il conte tedesco Henning Von Arnim.
Il matrimonio fu piuttosto veloce, Mary Annette si sposò forse senza neanche rendersi conto di quello che stava facendo, poichè ben presto capì di aver ben poco in comune con il marito. Anche se non ricca di felicità la loro unione portò alla luce tre figlie, nate tra il 1891 e il 1894. Due anni dopo la rigida etichetta berlinese la spinse a cercare rifugio lontano da quella gabbia dorata assieme alle figlie, in un possedimento in Pomerania, luogo allora isolato e inaccessibile, in cui nacque Elizabeth e la nostra scrittrice potè costruirsi il suo regno incantato.
Con il primo romanzo, Il giardino di Elizabeth, comincia la prima parte della sua opera, in cui abbiamo protagoniste che cercano la solitudine e la trovano in luoghi quasi magici. Il periodo di idillio finì con lo scoppio della prima guerra mondiale che spinse la nostra protagonista a fuggire in Inghilterra: ormai era separata dal conte Von Arnim e qui conobbe quello che sarebbe diventato il suo secondo marito, Francis Russell, fratello del filosofo Bertrand Russell. Purtroppo rimase di nuovo ingannata: neppure questo matrimonio fu felice. Inoltre una delle due figlie (che nel frattempo erano diventate quattro) rimaste in Germania morì di polmonite, lontana dalla madre (a lei è dedicato La storia di Christine).
Nel 1916 Mary Annette sbarcò anche in America, qui una delle sue figlie si stabilì successivamente. Tre anni dopo morì la madre e si separò definitivamente dal secondo marito. Aveva 53 anni e due matrimoni falliti alle spalle.
Non sto ora a raccontarvi ancora della sua vita, è stata piena, ricca di eventi e di romanzi, ricca anche di amore, seppure i due matrimoni fallirono, ma fu una vita colma, che affascina per il suo percorso e spinge a voler leggere quanto più possibile di questa donna. Donna che ha avuto uno sviluppo letterario che dal contenere elementi autobiografici o che comunque si avvicinassero in qualche modo ad aspetti della sua vita, ad un certo punto si allontana da essa, per analizzare aspetti molteplici, con protagoniste e protagonisti dai caratteri diversi. Scrisse ben ventuno romanzi e morì nel 1941.
Trovo molto interessanti queste biografie, sono molto esaustive senza risultare pesanti. Il seguire un ordine cronologico della vita spiegandone in maniera molto elementare anche gli sviluppi letterari permette al meglio di analizzarne l’opera e a comprenderla maggiormente conoscendo aspetti biografici che magari non si sarebbero colti solamente nella lettura dei romanzi.
Anche questa volta la flower-ed ha fatto centro: ottima biografia, veramente, grazie alla sua scrittrice, Carmela Giustiniani, che è riuscita a far trasparire la sua passione attraverso queste pagine. Insomma…ora mi manca solo il recuperare tutti gli altri romanzi e leggerli leggerli leggerli.
SCHEDA DEL LIBRO
Editore: Flower-ed
Pagine: 94
Prezzo: 12,00€
Voto: 9/10 (solo perchè io il 10 non lo do mai :P)