Quasi un anno fa ho avuto il piacere di leggere e recensire “Drinking at the movies” di Julia Wertz, graphic novel dedicata al trasferimento e alla vita a New York della fumettista (QUI trovate la recensione) e oggi sono qui per parlarvi della nuova graphic, sempre autobiografica, uscita da poco per Eris Edizioni, “The Infinite Wait”. Questa è una raccolta di tre racconti: “Industry”, “The Infinite wait” e “A strange and curious place”.
Il titolo, “The infinite wait” è una battuta raffinata tra amici ed è curiosa la scelta di intitolare questa serie divertente di avventure della nostra protagonista con una frase lirica. Ma veniamo alla trama di questi tre racconti. Il primo è il riassunto dei primi venticinque anni di vita di Julia: dai primi lavoretti da bambina per comprare assieme al fratello dolciumi, vendendo palline da golf, sassi dalle forme strane, facendo la baby sitter e lavorando come cameriera, al lavoro in una sala bowling e al definitivo lavoro come fumettista.
Il secondo racconto che dà il titolo alla graphic è il racconto del trasferimento a vent’anni da Napa a San Francisco. Qui inizia ad ammalarsi: le fanno male le articolazioni, le viene la febbre all’improvviso, sviene ed è costretta ad andare da un dottore. Dopo mesi di analisi scopre di avere il lupus eritematoso sistemico, una malattia autoimmune da cui non potrà mai guarire ma che deve e può curare, in cui gli anticorpi vanno ad attaccare gli organi stessi e che se non viene curata può portare la morte. Questa malattia costringe Julia a passare molto tempo in casa e le fa scoprire il mondo del fumetto e del disegno: grazie a questo comincia a disegnare strisce che pubblica sui social, entra in contatto con diversi fumettisti e arriva poi al successo pubblicando con case editrici indipendenti.
Infine nell’ultimo e più breve racconto c’è la descrizione della nascita della passione per i libri e la lettura. Julia racconta come da piccola andasse alle svendite mensili della biblioteca assieme alla madre e al fratello Josh, racconta della libreria che si erano creati lei e Josh nella mansarda di casa, con i libri per bambini e della serie di Nancy Drew.
Questa graphic mi ha regalato sani momenti di ilarità: non si può non ridere per le parolacce, le battute sulle scoregge, i momenti con i barboni, le avventure con gli esibizionisti sui pullman, la convivenza con i due coinquilini hippy e scontroso, la nascita dell’amore con Oliver, il collettivo “Pizza Island” creato con le colleghe fumettiste con cui condivideva l’affitto dello studio, i momenti imbarazzanti con la madre e il padre, la volta in cui ha rubato un libro dalla biblioteca della sua città, e tanti altri momenti.
Ma assieme all’ilarità permea la graphic novel anche qualcosa di più profondo: quando ho letto “Drinking at the movies” non ero a conoscenza della malattia di Julia Wertz (non ne conoscevo neanche l’esistenza a dire la verità) e mi ha colpito molto la forza dell’autrice che traspare dalle pagine, la consapevolezza che se non si fosse ammalata non sarebbe mai arrivata a diventare una fumettista. Ma non c’è tristezza o rassegnazione in queste pagine: Julia vive e va avanti per la sua strada, seppur tra mille difficoltà e problemi, senza perdere mai il suo umorismo e la sua autoironia.
Così come per la precedente consiglio la lettura di questa graphic novel sia per i contenuti che per i disegni e lo stile grafico ricchissimo di dettagli.
SCHEDA DEL LIBRO
Editore: Eris edizioni
Pagine: 228
Prezzo: 18.00€
Voto: 9/10
Bellissima recensione Ly *-*
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Grazie 😀
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